Solo cartone e colla per realizzare le sculture che rappresentano, a grandezza naturale, gli abitanti del villaggio natale dei suoi nonni. Warren King lo ha riscoperto durante un viaggio fatto in Cina alcuni anni fa. Le sue sono sculture della memoria, attraverso le quali ritrovare la propria identità culturale e le proprie origini. Warren, infatti, è discendente di immigrati e immigrato egli stesso.
La scelta di utilizzare un materiale povero come il cartone, recuperato da scatoloni usati, è voluta ed è coerente con l’idea di semplicità che sta alla base del progetto. Per lo stesso motivo la parte posteriore delle sculture è incompiuta e vuota come un guscio, e lascia intravedere la fragile struttura interna e il meticoloso lavoro di costruzione.
Warren è americano e lavora a New York, dove è tornato dopo aver vissuto in Svezia per quattro anni, luogo dove è nata la sua carriera artistica. La sua formazione e il suo lavoro precedente, infatti, sono legati all’ingegneria civile e all’analisi dei dati per aziende di software. “Oggi taglio cartone a tempo pieno“, afferma scherzando. Il suo progetto è quello di continuare a modellare altri personaggi fino a superare il centinaio. Sono sicuro che il risultato sarà simile ad una versione moderna e pacifica dell’esercito di terracotta di Xi’an in stile cubista, come quello di Alexander Archipenko o di Jacques Lipchitz.
Seguite il progetto del villaggio e scoprite gli altri lavori di Warren sul suo sito personale e su Instagram.