Abbiamo chiesto a Marianna Tomaselli, Giulia Rosa e Fernando Cobelo di interpretare il rito squisitamente italiano dell’espresso “a casa come al bar“.
Lo abbiamo esportato nel mondo e ci accompagna in ogni istante delle nostre vite, dai momenti conviviali a quelli in cui ci ritagliamo un momento per noi stessi. Con la nuova Lavazza A Modo Mio SMEG, la tradizione dell’espresso incontra il design grazie a una macchina dall’estetica ricercata, declinata in tre varianti di colore, che si spoglia delle sue vesti di elettrodomestico per indossare quelle dell’oggetto d’arredo.
Quando Lavazza ci ha chiesto di coinvolgere gli illustratori nel progetto non abbiamo avuto dubbi: la casa doveva essere la protagonista indiscussa delle loro opere. Un ambiente domestico in cui la qualità del tempo assume un nuovo valore, anche in virtù dello periodo particolare che stiamo vivendo. Per Lavazza, oggi più che mai, poter garantire l’esperienza dell’espresso a casa come al bar è diventata una vera e propria missione.
Nell’intervista che segue scopriamo come sono nate e si sono sviluppate le idee degli illustratori, dai bozzetti alle versioni finali.
Marianna Tomaselli x Lavazza a Modo Mio SMEG – Art direction: Picame – 2020
Ciao. Raccontaci l’idea alla base della tua illustrazione dedicata a Lavazza a Modo Mio SMEG.
Marianna: L’immagine rappresenta un momento di vita quotidiana, quello in cui ci si concede una pausa: in risalto l’orologio, come se il tempo si fermasse nel momento in cui l’uomo decide di godersi il caffè leggendo il giornale, in compagnia del suo gatto.
Giulia: Nuova casa. Vi siete appena trasferiti. Attorno a voi poche cose, quelle essenziali. Siete seduti sul pavimento e vi bevete il primo espresso nella vostra casa. Vi guardate, sorridete e pensate a tutte quelle aspettative che si porta dietro un nuovo inizio. Perchè le cose che iniziano… profumano di caffè, sai? Quello della mattina. E non c’è niente che fa più “casa”.
Fernando: Ho voluto rappresentare in modo ironico e divertente lo slogan “Espresso come al bar”. Il protagonista dell’immagine è un personaggio che dorme placidamente fin quando il profumo del caffè appena fatto lo rimanda, nei sogni, all’interno di un bar.
Giulia Rosa x Lavazza a Modo Mio SMEG – Art direction: Picame – 2020
In tutte e tre le vostre illustrazioni c’è un chiaro richiamo alla dimensione domestica. Pensi che le nostre abitudini, come il rito quotidiano dell’espresso, stiano cambiando?
Marianna: Penso che in Italia il rito del caffè sia un momento sacro ed immutabile. Che sia in compagnia, da soli, a casa o al bar, rimarrà sempre un’abitudine consolidata nella vita di ognuno di noi.
Giulia: Penso proprio di no. Ci sono cose che non cambiano mai davvero. Magari si possono modificare per un po’, variare leggermente, ma prima o poi tornano come prima. E il rito dell’espresso è un cult di tutte le generazioni. La frase “passi per un caffè?” è mia come è di mia nonna come è di mia sorella e come sarà di tutte le persone dopo di me.
Fernando: Alcune abitudini, come il rito del caffè quotidiano, non dovrebbero mai cambiare. Detto questo, fa sempre bene uscire dalla propria zona di comfort, quindi la cosa migliore da fare sarebbe quella di alternare momenti abitudinari, che ci rendono felici, con esperienze nuove, che ci fanno sentire vivi.
Fernando Cobelo x Lavazza a Modo Mio SMEG – Art direction: Picame – 2020
Cosa ti ha ispirato nella scelta dei colori?
Marianna: Sono partita dal colore della macchina del caffè, bianco panna. Attorno ad essa ho sviluppato dei colori caldi che potessero armonizzare bene con essa ed al tempo stesso farne risaltare il design.
Giulia: La sensazione di calore, volevo una tavola che avvolgesse lo spettatore, che lo facesse sentire come davanti ad un camino in montagna.
Fernando: Sono un grande fan del contrasto che si crea quando il bianco e nero vengono abbinati ad un colore forte, come – in questo caso – il rosso.
Ti era già capitato di realizzare delle illustrazioni che avessero come protagonista il caffè?
Marianna: Sì ho già realizzato illustrazioni inerenti al caffè, ma più nella fase di coltivazione e preparazione. Nella vita quotidiana è la prima volta.
Giulia: Beh… io sono una coffee addicted! Ho realizzato parecchie tavole con il caffè come protagonista e continuerò a farlo! O meglio, continuerò fino a quando non chiuderò la mia relazione con il caffè… e poi disegnerò quanto mi manca.
Fernando: Collaboro insieme a Lavazza da qualche anno, sempre in progetti molto interessanti legati normalmente al caffè ma anche alla sostenibilità. Mi stupisco ogni volta di tutto ciò che può nascere a partire da una tazzina di caffè.
Il tuo momento di relax quotidiano.
Marianna: Da quando è nato mio figlio, nessuno. Un tempo era esattamente come nell’immagine che ho illustrato: primo pomeriggio, pausa caffè, lettura leggera di notizie.
Giulia: La colazione! Momento per me sacrosanto. Appena sveglia mi faccio una tazza enorme di caffellatte e me la sorseggio mentre guardo qualche programma superficiale. Nessun pensiero, solo il dolce far niente prima di far tutto. E poi subito dopo allenamento, quando sprizzi endorfine e sei tutta gasata e hai la sensazione di aver fatto il tuo dovere salutare. Ti guardi allo specchio, guardi il sedere e pensi “beh… comunque ci stiamo lavorando!”. E ti rilassi.
Fernando: La colazione, senza dubbio. È probabilmente il mio pasto preferito, soprattutto perché sono ancora rilassato dalla buona notte di sonno e non penso, per il momento, a tutte le cose da fare durante la giornata.
I bozzetti delle illustrazioni: