La potente simbologia dei Tarocchi di Marsiglia ha ispirato il nuovo progetto di Chiara Dattola

Un anno fa ha scoperto una passione inaspettata e coinvolgente che l’ha portata a ridisegnare gli Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia, prendendo spunto dallo studio fatto da Philippe Camoin e Alejandro Jodorovsky.

Chiara Dattola è un’illustratrice poliedrica con numerose collaborazioni nazionali e internazionali all’attivo. Vi abbiamo già parlato delle sue illustrazioni qui e avevamo fatto quattro chiacchiere con lei a pochi giorni dalla mostra Dentro la Foresta: perdersi all’ombra umida tra gli alti tronchi”. Oggi torniamo nuovamente ad esplorare il suo linguaggio magico e sublime, facendoci raccontare questo nuovo e ambizioso progetto.
Il tema della simbologia e il linguaggio degli archetipi sono da sempre profondamente interessanti e affascinanti per Chiara, che ha così voluto approfondire in modo accurato le varianti figurative e le molteplici rappresentazioni nelle diverse culture. Le ho chiesto come è nato questo importante studio, durato circa sei mesi, e di come abbia realizzato 22 tarocchi originali, con acquerelli e inchiostro nero.

Ciao Chiara e bentornata su PICAME. Oggi parliamo insieme di un mondo affascinante e complesso, ricco di magia e di simboli da esplorare e interpretare. Vuoi raccontarci questa tua passione nata durante il primo lockdown del 2020?
Amo molto le carte da gioco e i giochi in genere, quindi per curiosità ho cominciato ad osservare le splendide immagini dei Tarocchi e a notarne la simbologia. Rapita, inizialmente, semplicemente dall’estetica, ne osservavo la struttura. Poi mi sono appassionata al significato che le singole carte portano in sé. Essendo completamente digiuna dalle nozioni di base ho cominciato a leggere dei Tarocchi di Marsiglia e per mio diletto ad osservare le carte oracolari. Mi sono avvicinata così, grazie alla passione di un mio amico, e grazie alle informazioni che mi ha dato del mondo estetico degli Arcani Maggiori marsigliesi. Il 2020 è stato un anno strano, che mi ha offerto l’opportunità di riflettere molto su di me e mi ha concesso del tempo per potere ricominciare a dipingere, a disegnare e fare collage, fisicamente. Lavorare nel mondo della comunicazione visiva e dell’illustrazione mi ha supportato permettendomi di velocizzare il mio lavoro. Era però da tempo che volevo dedicarmi a realizzare immagini originali e quindi lo studio degli Arcani è stato un pretesto. Mi sono allora concentrata, all’inizio della prima quarantena, nello studio delle 22 immagini.

Quali sono state le principali fonti di ispirazione e di studio e come ti hanno influenzato nel tuo lavoro?
Mi sono lasciata ispirare dai tarocchi rielaborati da Philippe Camoin, ho osservato quelli antichi come il Tarocco di Marsiglia tipo italiano, il Tarocchino Milanese e il Tarocco Bolognese. Ho studiato bene chi ne ha fatto un’interpretazione, come l’illustratore Emanuele Luzzati che ha ripreso il mazzo, ma anche l’artista Antonio Possenti ne ha dato una bella rivisitazione. Io volevo reinterpretare con una mia chiave estetica il mazzo dei Tarocchi di Marsiglia, mantenendone la simbologia.


Quale, tra i 22 Arcani Maggiori, ti ha maggiormente colpito e quale è stato il più difficile da rappresentare?
La carta che amo di più dei Tarocchi è la Morte, l’Arcano senza nome. Mi piace la struttura meramente estetica della carta: il ritrarre in basso in una campitura nera le teste tagliate. Non posso nascondere che mi piace proprio l’atmosfera macabra del mietitore che fa piazza pulita e da qui anche il suo significato simbolico: cambio radicale che detta un “tagliare i rami secchi”.


Hai già in mente qualche progetto per il futuro?
Il mio lavoro è sempre in divenire. Spero di potere esporre questi Arcani in una mostra che farò alla Kasa dei Libri di Andrea Kerbaker, non si sa ancora quando. In teoria si parla di una mia antologica ma solo di lavori in originale su carta e questi sarebbero sicuramente compresi. Inoltre, se penso a questo progetto è un evidente inizio per uno studio più approfondito dei tarocchi, dal punto di vista dei simboli, per potermene appropriare del tutto e per poter pensare in un futuro di realizzare un mazzo di carte. Mi piacerebbe realizzare delle carte oracolari.

Comunicatrice seriale, laureata in Scienze Antropologiche e Mass Media e Politica, ha sempre cercato ispirazione nel mondo delle arti e della cultura, fotografia e editoria. Scrive su Picame dal 2021.

Iscriviti alla newsletter

Ogni bimestre riceverai una selezione dei nostri articoli.

Iscrivendoti dichiari di accettare la nostra Privacy Policy