Prendete una vecchia foto, preferibilmente di quando eravate bambini. Isolatela dal contesto in cui è stata scattata ed accostatele un paesaggio, un animale, una pianta, un giocattolo che non abbiano nessuna attinenza e dimensioni rigorosamente irreali. È ciò che fa Tahel Maor, da Tel Aviv, con acquerelli, matite, vecchi album di famiglia e una spiccata vena surrealista.
Un condominio di periferia si carica di tutti i significati possibili se ci si siede sopra una bimba gigante che stringe in mano il filo di un cactus-palloncino. L‘infanzia come elemento altamente simbolico, per almeno tre aspetti: la componente autobiografica, l’universale metafora della crescita e del cambiamento, la capacità di suscitare emozioni profonde come nostalgia e tenerezza. Difficile non entrare immediatamente in relazione con quanto descritto, non ricordare la casa in cui si è cresciuti, i pomeriggi di gioco, i pensieri da bambini. Immagini profondamente eloquenti, che probabilmente daranno ad ognuno di noi una risposta diversa.