Nelle illustrazioni di Simone Rotella lo sguardo onirico trasforma la realtà in una possibilità, credibile ma straniante, che ci costringe a trovare la chiave di lettura dell’enigma. Il suo stile media la spontaneità del tratto a mano libera con il controllo e le possibilità del digitale, il tutto condito da una ricca palette cromatica. Gli artisti passati e presenti che ammira hanno in comune una spiccata “pittoricità” che ritroviamo, in parte, nei suoi lavori.
Simone ha lavorato come freelance per varie agenzie grafiche e per The British Museum, Il Corriere della Sera e La Stampa. L’ultimo sua illustrazione è l’header che ha voluto regalare ai lettori di Picame e che ci porta in un mondo distopico, scenario di un possibile futuro sconvolto dal riscaldamento globale o semplicemente una metafora sulla creatività. A voi la scelta.
Per farvelo conoscere meglio gli ho rivolto alcune domande.
Ciao Simone, benvenuto su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao ragazzi/e di Picame, mi chiamo Simone Rotella e sono un illustratore. Provengo da una piccola cittadina vicino Torino, immersa tra il verde e le montagne. Al momento però (dopo alcuni spostamenti) mi trovo a Londra dove vivo e lavoro.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Ve ne cito solo alcuni perchè la lista sarebbe davvero molto lunga. Comincio col dire che ho una grossa passione per il fumetto e non nego che molto probabilmente il mio primo stimolo a disegnare sia cominciato proprio da lì, ed in primis con i fumetti di Hugo Pratt, Crepax e Sergio Toppi. I miei genitori avevano una collezione della rivista “Corto Maltese” pubblicata da Rizzoli durante gli anni ’80/’90 e ricordo di averli letti praticamente tutti nel giro di pochi giorni; ero ammaliato dalle loro storie e dal modo in cui le raccontavano visivamente.
Recentemente ho riscoperto, tramite un caro amico appassionato di pittura fancese, l’artista e pittore Andrè Derain, fondatore del Fauvismo, insieme a Matisse. Adoro i contrasti che utilizza, l’uso dei toni accessi e degli accostamenti di colore che ne denotano una profonda ricerca. Infine aggiungerei Ferenc Pintér, che ha realizzato dei lavori eccezionali per Mondadori (con cui ha collaborato per oltre 30 anni), realizzando le bellissime copertine per le collane di Maigret ed Agatha Christie.
Quale tecnica utilizzi?
Il mio lavoro è focalizzato prevalentemente su illustrazioni concettuali e caratterizzato da un look vintage grazie alla combinazione di diversi elementi quali silhouette, textures e filtri grafici. Mi piace dare un senso onirico ai miei disegni, aggiungendo dettagli in ogni singolo lavoro, attirando l’attenzione di chi osserva e creando così un dialogo tra immagini e sensazioni visive. Una rigorosa ricerca tra combinazioni di colori e punto di vista cinematografico caratterizzano il mio stile grafico.
Tre artisti che vuoi consigliare ai nostri lettori.
Sebastien Plassard, un big dell’illustrazione ma che può sempre regalare ottimi spunti, soprattutto per coloro che amano uno stile un pò retro usato in chiave moderna.
Helen Murgatroyd, printmaker ed illustratrice che vive in Cornovaglia. Realizza delle illustrazioni utilizzando il processo di stampa della “linoleografia”, i dettagli nei suoi lavori sono incredibili. Trovo che abbia una capacità manuale nello scolpire i vari strati di linoleum, davvero unica. Mi ha recentemente dato il giusto stimolo per cominciare a stampare i miei lavori attraverso questo processo di stampa meraviglioso.
Victoria Semykina, illustratrice ed artista di origine russe, che ho avuto il piacere di conoscere tramite l’associazione Tapirulan (Simone è stato uno degli autori selezionati per Caos, l’ultima edizione del concorso per illustratori promosso da Tapirulan – n.d.r.). Trovo la sua tecnica mista incredibilmente potente: l’uso della tempera blu, mischiata ad acquerello ed inchiostro crea degli effetti di colore unici, che combinati con la tecnica a collage fanno dei suoi lavori delle vere e proprie opere d’arte.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Faccio una lista fantozziana: barretta di Cioccolato 75% di cacao del Madagascar, cassa portatile gialla con Jelly Roll Morton a tutto volume, il mio quaderno delle idee con annessa penna Bic a punta ultrafine, fisarmonica per distrarmi quando passo troppo tempo davanti al computer, tazza di tè verde bollente, il mio portatile e la mia tavoletta Wacom Intuos.
Obiettivi lavorativi da realizzare entro quest’anno?
Ne ho uno piccolo ed uno più grande. Il primo è realizzare una mia mostra personale, sto lavorando ad un nuovo progetto che si intitola “#hashtag” e vorrei riuscire ad esporre il frutto dei miei lavori in una galleria. Il secondo che trovo più ambizioso ma non impossibile è riuscire a lavorare con alcune ONG come Emergency, Amnesty international e Médecins Sans Frontières, aiutandoli a promuovere l’incredibile lavoro che fanno attraverso questo bellissimo e potentissimo mezzo di comunicazione che è l’illustrazione.