Freya Jobbins è nota per le sue opere insolite, create utilizzando parti di plastica recuperate da giocattoli dismessi e bambole rotte, che la scultrice australiana utilizza per assemblare ritratti, figure umane e animali. Ciò che le rende ancora più impressionanti, e talvolta inquietanti, è la cura dei dettagli e la precisione con cui ogni pezzo di plastica viene posizionato per creare la scultura desiderata.
Le opere di Freya Jobbins sono pregne di significati e invitano a una riflessione sulla società dei consumi e sulla cultura pop contemporanea. L’artista esplora il concetto dell’identità, della trasformazione e del riciclo, senza criticare in maniera diretta ma spronando l’osservatore a scovare la bellezza anche nelle cose considerate “rotte” o “indesiderate”.
Negli ultimi anni Jobbins ha ottenuto crescente attenzione e riconoscimento internazionale. Le sue sculture sono state esposte in gallerie d’arte di tutto il mondo attirando l’interesse dei collezionisti. Freya, che è anche un’attivista per l’ambiente, ha sfruttato questa notorietà per promuovere la cultura del riutilizzo e del riciclo, sottolineando l’importanza della sostenibilità e della riduzione dei rifiuti.
Pe conoscerla meglio visitate il suo sito web o leggete l’approfondita intervista che ha rilasciato nel 2020 al sito The Aither.