Una piccola donna dai capelli scuri vestita solo di un paio di calze viene ritratta e torturata nei modi più insensati in illustrazioni che talvolta strappano un sorriso, altre volte disturbano chi le osserva
Sawako Kabuki è un’artista giapponese che, dopo aver mosso i primi passi come videomaker nel mondo nel porno, si sta dedicando alla sperimentazione e alla creazione di progetti personali di animazione e illustrazione. In una recente intervista su It’s Nice That ha dichiarato di non aver sofferto per il lockdown e, anzi, di essersi trovata a proprio agio perchè “Adoro indossare mascherine già da prima della pandemia, quindi sono abbastanza felice che questa pratica sia ora obbligatoria“.
Dare un’interpretazione del suo lavoro è difficile e probabilmente superfluo ai fini del godimento o del fastidio che si provano nell’osservarlo. Come i colleghi francesi MrZyk & Moriceau, maestri del grottesco e dell’umorismo noir, Sawako fa un abbondante uso di nudità e riferimenti sessuali per comunicare le sue idee, affrontando spesso temi che vengono ancora considerati tabù, come la masturbazione e il ciclo mestruale, a cui ha dedicato un cortometraggio animato prodotto da MIYU.
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L’ultimo progetto di illustrazione in ordine di tempo vede il moltiplicarsi su scala microscopica della piccola protagonista che da sempre popola le tavole di Sawako (un suo alter ego, verrebbe da pensare) che semi incastrata sottopelle o tra i denti prende il posto di peli, capelli, saliva e altri fluidi corporei:
“Le piccole figure si accumulano sul corpo in modo disordinato, dove vengono raschiate, pizzicate e tirate in intimi primi piani, provocando una reazione di amore-odio verso l’opera, che è esattamente quello che cerco quando faccio questi disegni. Li paragono a quei famigerati video in cui si schiacciano brufoli o punti neri che tanti di noi guardano con disgusto e segreta soddisfazione”
Per non perdere nessuna delle prossime sorprendenti assurdità di Sawako seguitela su Instagram, su Vimeo e e sul suo sito web.
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