Con uno stile grafico dal tratto apparentemente semplice ma ricco di dettagli e preziosi simbolismi, Sara Ciprandi si è imposta sulla scena italiana come una delle illustratrici più originali degli ultimi tempi.
Scorrendo le immagini del suo portfolio vengono subito alla mente le avanguardie artistiche del primo Novecento: Modigliani, Boccioni, Tamara de Lempicka, e le copertine dei magazine fashion degli Anni ’30 e ’40, da Vogue a Harper’s Bazaar. Un mix perfetto che si riverbera oggi in figure deliziosamente attuali e in un talento che non è passato inosservato sotto gli occhi di Lancôme, Apple, NewtonCompton, Vice e via elencando.
Dopo un paio d’anni dal nostro ultimo incontro (durante il quale ci aveva fatto dono di un elegantissimo header) le abbiamo chiesto di raccontarci come lavora, cosa la circonda e la ispira.
Chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Sono Sara. Sono un’illustratrice e visual design freelance. Vivo e lavoro a Milano.
Come descriveresti il tuo stile?
Raffinato. Credo che ogni scelta stilistica e cromatica che compone i miei disegni, contribuisca a trasmettere questa sensazione. Un mix fra eleganza e sensualità resa dai soggetti, per lo più femminili, che viene rafforzato dal tratto semplice e dai toni delicati.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Sono tante le cose che mi affascinano e che in qualche modo hanno influenzato il mio lavoro. Quelle più vicine al mio linguaggio visivo sono i ritratti fotografici di moda che, con le loro composizioni artistiche ed outfit stravaganti, trovo sempre molto interessanti. Altri sono i dettagli di culture lontane, che nella loro semplicità mi hanno letteralmente conquistata! Come le mani sinuose delle divinità indiane, con la loro forma articolata ed elegante, e la gestualità delle texture orientali.
Quale tecnica utilizzi?
Lavoro principalmente in digitale. Sono stata molto condizionata dalla mia esperienza precedente in agenzia pubblicitaria, dalla quale ho mantenuto l’approccio grafico, che ora ho cercato di evolvere ed adattare al nuovo percorso.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Lynnie Z per la forza delle sue composizioni. Gosia Herba per i suoi personaggi quasi picassiani. Monica Barengo per la poesia della sua matita.
Digitale VS analogico: uno strumento tradizionale ed uno tecnologico a cui non potreste mai rinunciare.
La matita per tracciare le idee, la penna grafica per realizzarle.
Mostraci uno dei lavori a cui sei più affezionata.
Sub! Realizzata per un articolo del Daily best, che raccontava la storia di una donna dominatrice. Con lei sono riuscita a dare il giusto tono alle mie donne! L’ho resa sensuale e provocante senza perdere quella raffinatezza che avevo trovato nei precedenti disegni.
Quanto è importante per un artista la presenza sui social media?
Fondamentale! È il giusto canale per aprirsi al mondo.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Un libro! Una raccolta di brevi racconti scritti da una cara amica ed illustrati da me.
Ti capita di avere dei black-out creativi, e se sì, come risolvi l’impasse?
Guardo e riguardo immagini, fino alla nausea, fino a quando non scatta qualcosa che mi sblocca. Oppure esco! Una giornata di sole ed una mostra, mi donano sempre la giusta energia.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
In un angolo ci sono piante fiori pietre mani e cartoline, l’altro è invaso da libri. Fondamentali sono le cuffie, qualche elemento di ispirazione, l’agenda e la penna grafica.
Se non fossi un’artista, chi saresti?
Adoro guidare. Ma non saprei come sfruttare questa passione! Se fossi più avventuriera potrei fare da guida nelle escursioni in giro per il mondo. Che ne dici? 😉
Raccontaci un desiderio che non hai ancora realizzato.
Personalizzare dei tessuti per una linea di abiti.