Rita Petruccioli, già incontrata in occasione di PaperAir, è una giovane illustratrice romana. I suoi lavori sono caratterizzati da figure femminili e personaggi leggendari ritratti di profilo, in ambientazioni dai pochi colori in cui spesso prevalgono il rosso e le sue varie tonalità. Rita utilizza diverse tecniche e supporti, dall’illustrazione al fumetto, dai poster all’arte murale, annoverando tra i suoi clienti aziende come Telecom Italia, Eni, Sony, Mondadori, Smemoranda. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei per carpire qualcuno dei suoi segreti e per l’occasione Rita ci ha regalato questo splendido header.
Ciao Rita, benvenuta su PICAME. So che hai studiato all’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs e all’Accademia di Belle Arti di Roma, quando hai deciso di fare l’illustratrice?
Ciao. Grazie! Sono sempre stata appassionata di disegno e fumetti sin da piccola, ma la scintilla è scattata vedendo esposti per caso dei lavori di Mattotti. Avevo tredici anni e ho scoperto così che l’illustratore poteva essere un mestiere e soprattutto che c’erano persone come lui che lo facevano magnificamente. Lì è balenata per la prima volta l’idea, poi insomma… è passato un po’ di tempo e la consapevolezza vera e propria l’ho avuta mentre studiavo in Francia.
Hai illustrato libri, copertine, fumetti, poster, ti sei dedica all’arte murale e hai esposto diverse volte. Quali tra questi ambiti ti dà maggiori soddisfazioni?
Sicuramente gli interventi su muro sono i miei favoriti. Probabilmente perché quando dipingo su parete partecipa all’azione tutto il corpo. Inoltre la pittura murale mi obbliga a confrontarmi in modo diretto con il mondo esterno, piuttosto che lavorare al chiuso in un dialogo tra me, il foglio e il computer, dove mi relaziono con l’esterno e con il pubblico solo una volta finito.
Ci sono artisti che ti hanno influenzato durante il tuo percorso formativo e professionale?
Nell’ambito del fumetto e dell’illustrazione le mie influenze vengono sicuramente da Giorgio Cavazzano, Lorenzo Mattotti, David B. e Francecsa Ghermandi, in un ambito artistico più ampio, invece, dalla secessione viennese, Gustav Klimt, Karl Otto Czeschka, Duilio Cambellotti, Felice Casorati, il Bauhaus e Bruno Munari.
Come mai il tuo blog si chiama “Corto on line”?
Eh eh… Corto è il nome del mio cane. Quando anni fa ho cominciato a usare blog e social, mi vergognavo a utilizzare il mio nome e così ho usato quello del mio cane. Un po’ come Indiana Jones…
Nel comunicato stampa della tua ultima mostra romana, dal nome Legenda, ho letto che le tue immagini non sono icone ma segni da interpretare. In che misura è possibile riportare questo concetto al resto della tua produzione? Esiste una Legenda personale per tutti i tuoi progetti?
Nella maggior parte dei miei lavori c’è una ricerca sul simbolico. Quando non è volontaria avviene comunque istintivamente perché fa parte del mio modo di ricercare e costruire l’immagine. Nella mostra Legenda ho deciso di sottolineare questo aspetto delle mie immagini, creando un set di icone per ogni quadro. Penso sia possibile farlo anche per gli altri miei lavori, ma non penso che mi interesserebbe.
Nei tuoi lavori ricorrono spesso figure femminili interpretate in chiave mitologica, come anche in chiave metropolitana: dal ritratto di Medusa, alle “immagini-profilo” CMJN, fino alla rappresentazione di Kalì con macchina fotografica e pennello. Cosa le accomuna?
In realtà io non percepisco un grande distacco tra queste figure femminili. Per me le fanciulle mitologiche non son donne antiche, così come quelle moderne non vivono per forza nel presente. Tutte esistono su un piano simbolico.
Parlaci del tuo ultimo progetto: il libro illustrato Orlando Furioso e Innamorato, scritto da Idalberto Fei per La Nuova Frontiera Junior.
Orlando Furioso e Innamorato è un adattamento dei testi di Ariosto e Boiardo commissionatomi da La Nuova Frontiera Junior. È un libro di cui vado molto fiera. Innanzitutto perché l’ho realizzato in momento un po’ burrascoso della mia vita e poi perché l’Orlando è meraviglioso. I personaggi prendono vita da soli. Raccontarli tanto a parole quanto in immagini è un piacere. Per le illustrazioni di questo libro ho cercato di ottenere un mix grafico che coniugasse decori di ispirazione medievale con dei personaggi stilizzati e sintetizzati in maniera più contemporanea. Spero di esserci riuscita.