Non una strategia pianificata da qualche famoso studio di comunicazione, ma uno spontaneo movimento di protesta sta stravolgendo le sembianze dei loghi più famosi per attirare l’attenzione pubblica mondiale sugli abusi umanitari che la preparazione della Coppa del Mondo 2022 sta causando in Qatar. Tra accuse di corruzione, compravendita di voti, e soprattutto denunce relativamente alle carenti misure di sicurezza sul lavoro, si calcola che abbiano già perso la vita quasi 1000 persone dall’inizio dei lavori, e il triste bilancio è destinato a salire. La campagna di sensibilizzazione punta a far desistere i grandi brand dallo sponsorizzare l’evento, colpendoli là dove fa più male: il nastro bianco di Coca-Cola mostra due mani incatenate, l’onnipresente monogramma McDonald un paio di fruste, le strisce di Adidas tre lapidi. I celebri brand coinvolti nell’evento, da Sony a Visa, vengono associati a quanto di più distante dalla loro immagine ci possa essere: il dolore, la negazione dei diritti, la schiavitù. Una potente azione scatenatasi in rete e imperniata sul design, con un messaggio devastante.
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