Non bastasse questo pare che dipinga quattro, cinque pezzi per volta – che, ancora freschi, vengono messa in vendita per qualche centinaio di dollari sul suo shop online – con una produttività che supera di gran lunga quella della maggior parte degli artisti professionisti che ci sono in circolazione.
I dipinti poi sono un agile compendio di fumetto e pop art, solo aggiornato in chiave, appunto, pulp. I temi e i protagonisti sono sempre certi stereotipi middle-class dell’iconografia americana, dal cinema alla pubblicità, solo più discinti e trattati in chiave ferocemente umoristica, con uno stile che a prima vista sembra digitale ma in realtà è frutto di sane pennellate e di un sublime gusto per le atmosfere noir. E non è nemmeno difficile vedere nella sempiterna critica ai valori borghesi emergere qualcuno degli ideali hipster. Lunga vita, Pulp Brother.
– Leggi anche: