Le muse in bianco e nero di Nunzio Enrico Bonina si muovono all’interno di ambienti domestici popolati di piante, libri e quadri astratti, accogliendoci senza timore nella loro comfort zone.
Sorseggiano amabilmente vino rosso mentre leggono o osservano il mondo esterno dalla finestra. Non indossano vestiti perchè il focolare domestico fa loro da abito e rifugio con i suoi arredi essenziali, le mensole ricolme di libri, i vasi disseminati un po’ ovunque. Il loro volto, privo di lineamenti, racchiude l’insondabilità dell’universo femminile, rappresenta il nulla e il tutto che si uniscono.
Nunzio nasce a Messina nel 1986. Dopo il liceo classico, studia architettura alla Sapienza di Roma e parallelamente cresce in lui la passione per il disegno, nata sui banchi di scuola e mai abbandonata. Sempre a Roma trova il primo lavoro in uno studio di architettura. Lascia la capitale per trasferirsi a Torino e proseguire gli studi al Politecnico. Non abbandona, però, la pratica del disegno con le illustrazioni erotiche fatte di sottili e grezze linee nere. L’ho intervistato per voi.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Nunzio Enrico Bonina
Data di nascita: 15.05.1986
Professione: Architetto
Luogo di residenza: Messina
Instagram: @nunzio____
Ciao Nunzio, benvenuto su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Sono un architetto siciliano e tutti i giorni, quando mi sveglio, guardo il mare. Disegno da quando andavo al liceo, ho vissuto diversi anni a Roma e a Torino, dove ho studiato e mosso i primi passi negli studi di architettura e i chilometri dietro il bancone del bar dove lavoravo. Adesso vivo e faccio l’architetto a Messina, la mia città d’origine.
Come descriveresti il tuo stile?
A volte, guardando i disegni a posteriori, mi verrebbe da definire il mio stile “fumettistico”, ma non è una cosa intenzionale, e preferisco non dare un’etichetta, l’unica cosa nella quale cerco di applicarmi davvero è la pulizia del tratto.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Sicuramente al vertice del mio personale olimpo dei disegnatori c’è il maestro Milo Manara; per quanto riguarda invece la presenza dei libri e dei quadri, si tratta degli oggetti che mi hanno accompagnato durante la crescita, perché maggiormente presenti nelle case dove ho vissuto, e che identifico, quindi, come parte dell’ambiente domestico ideale.
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Come mai quasi tutte le illustrazioni sono ambientate tra le mura domestiche?
Ho un vero e proprio culto dell’abitazione, legato al mondo dell’arredo e della decorazione, e su ciò influisce il mio lavoro, poiché ho quotidianamente a che fare con gli spazi interni e con la loro definizione.
Le donne sono le protagoniste assolute dei tuoi disegni, spiegaci il perché di questa scelta.
Le figure femminili sono uno dei temi più ricorrenti in ogni forma di rappresentazione artistica, sono caratterizzate da armonia e sinuosità, elementi che catturano immediatamente lo sguardo. Dopo aver disegnato le prime architetture, e averle riempite di oggetti, mi è venuto spontaneo popolarle di donne che godono appieno del loro tempo.
Tre artisti che vorresti consigliare ai nostri lettori.
Consiglio, anche se si tratta di tre artisti già affermati, un italiano, Agostino Iacurci, che realizza lavori molto diversi dai miei, ma che ammiro per la potenza cromatica, e due francesi, Petite Luxures e Regards Coupables, che trattano temi erotici con tecniche e narrazioni diverse ma sopraffine.
Per anni hai lavorato come bartender. Una tua illustrazione, se fosse un cocktail, quale sarebbe?
Se una mia illustrazione fosse un cocktail, sarebbe sicuramente un Mojito: è un drink bianco, come solitamente sono i miei disegni; è legato ai libri e alla letteratura perché è comunemente associato a Ernest Hemingway; le foglie di menta ricordano le piante spesso presenti nei miei lavori ed è base di rhum, il più sensuale tra i distillati.
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