È mezza svedese e mezza italiana e questo, come lei stessa afferma, le consente di “vedere i due lati di un’opinione, il che rende la vita interessante“. Il doppio punto di vista di Nina Cuneo è anche quello che caratterizza la maggior parte dei suoi lavori. Sul suo sito troverete molte illustrazioni orientate alle pubblicazioni per ragazzi insieme ad altre realizzate per testate come The Boston Globe, La Stampa e La Repubblica.
“Sto lavorando sempre più spesso con i giornali, mi piace molto l’aspetto concettuale dell’illustrazione editoriale. Trovare molte idee, diverse tra loro e riuscire ad adattare il mio stile ad un pubblico adulto“
Nina è una degli otto illustratori del collettivo milanese Armad’illo, di cui vi abbiamo già parlato negli articoli dedicati a Maria Cecilia Azzali e Maria Chiara Banchini. Il suo percorso è la dimostrazione che illustrare non è solo un lavoro, ma una passione di cui non si può fare a meno:
“Sono tornata tardi all’illustrazione, dopo anni di grafica web, quando mi sono resa conto che disegnare era quello che ho sempre voluto fare. Mi piace il lettering, la combinazione di disegni e parole, mi piace lo spazio bianco”
Lo stile di Nina, pur nella varietà, non lascia concessioni alla pennellata “artistica”: la pulizia e la sintesi sono il suo imperativo. Eppure il tocco sensibile viene fuori lo stesso, soprattutto nel modo di raccontare per immagini. A conferma di questo basta vedere la microstoria che Nina ha messo in scena nell’header che ha realizzato in esclusiva per i lettori di PICAME: semplice e poetica.