L’attivismo artistico del duo francese composto da Paul Ressencourt e Simon Roché è perfettamente in linea con quello di Banksy e Pejac per le tematiche legate ai problemi ambientali e alla dissolutezza dell’uomo moderno
Ressencourt e Roché si sono conosciuti nel 2006 frequentando entrambi l’Ecole Régionale des Beaux Arts di Caen, in Normandia, e dal 2009 sono attivi con murales ed esposizioni di opere su carta, realizzate con uno stile iperrealistico a carboncino e acrilico dal forte impatto visivo, incentrato sulle problematiche sociali. Il nome che hanno scelto per identificarsi nel mondo dell’arte è Murmure Street.
Con uno dei loro ultimi progetti, intitolato significativamente con un gioco di parole “Garb-Age“, il loro giudizio sarcastico sul comportamento umano è diventato chiaro e definitivo: siamo e trasformiamo tutto letteralmente in spazzatura.
Lo scarabeo stercorario nella versione a carboncino e matita
L’opera-manifesto forse più esemplificativa è quella dello scarabeo stercorario che fa rotolare un sacco dell’immondizia. Il risultato è un ossimoro perché la prima lettura è sì una chiara allegoria dell’inquinamento umano dovuto allo spreco, ma ci ricorda anche che in natura questo insetto coprofago è indispensabile all’ecosistema per la sua capacità di riciclare gli escrementi, contribuendo così alla buona fertilità del suolo; a differenza dell’uomo, che spera sia la natura a smaltire da sola i suoi “escrementi” industriali.
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“Garbage Whale” nella versione murales a Vladivostok, Russia, realizzata ad acrilico
Lo stesso soggetto, nella versione a matita e carboncino su carta, ci permette di apprezzare il virtuosismo e la padronanza tecnica del duo
In più di una delle loro trasparenti metafore visive i Murmure hanno utilizzato gli animali come “controfigure” dei soggetti principali, per accentuare il contrasto tra la natura e la logica consumistica umana a danno del nostro pianeta. Il duo francese rappresenta l’era distopica dell’Antropocene: “La nostra vecchia spazzatura prende vita e riprende la propria esistenza”, sentenzia Paul in un’intervista.
Anthropologic è il titolo della loro ultima esposizione che si sta concludendo in questi giorni a Los Angeles nonchè del loro nuovo progetto. Abbondano i ritratti la cui testa è avvolta da un sacco per la spazzatura. Anche qui vale la doppia lettura: la nostra visione del mondo è oscurata dalle priorità economiche oppure il sistema di spreco è destinato a sostituire anche le nostre vite e le nostre identità.
“Red Hot“, un’altra delle opere in esposizione ad Anthropologic, rivela una nuova strada, tecnica e tematica dei Murmure Street. Infatti è realizzata con polvere di carboncino applicato a pennello su cartoncino rosso per ottenere un effetto evanescente e quasi surreale al servizio di un soggetto chiaramente ispirato ai cambiamenti climatici e ai loro effetti, come quello degli incendi, drammaticamente attuale.
Quest’opera ritrae un bambino in una piroga mentre naviga in una delle famigerate isole di plastica: per realizzarla gli artisti hanno usato come base una lastra di plastica ottenuta riciclando flaconi di prodotti cosmetici.
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Per scoprire tutti i lavori dei Murmure Street e la loro stupefacente bravura tecnica potete curiosare tra i video caricati sul loro canale YouTube, sul loro sito e su Instagram.