Size Doesn’t Matter: Mrfijodor e i suoi occhi sulla città

da | 7/06/2019 | Arte, Street Art

Nella rubrica dedicata ai piccoli interventi spontanei nelle nostre strade, per i quali le dimensioni non contano ma il messaggio sì, vi parlerò di un artista ligure che ha fatto della sua debolezza il suo punto di forza: Mrfijodor.

Nato ad Imperia, istituto d’arte e accademia alle spalle, ma soprattutto jam e graffiti nella Torino post-industriale, Mrfijodor fa parte di quel movimento che ha aperto alla street art in Italia, assieme a Corn79, Fabio Petani (ve ne ho parlato qui) e tanti altri artisti della scena della città sabauda, dove potreste incontrarlo in sella alla sua bici con secchi di vernice al seguito!

Recentemente, avrete visto le immagini della sua ormai celebre opera La vita sott’acqua, realizzata a Torino in occasione del progetto TOward 2030. L’opera, a pochi metri dal Balon, costituisce una sintesi perfetta della cifra stilistica e delle tematiche della ricerca dell’artista, per via della questione ambientalista e per la tecnica assolutamente inconfondibile, dai tratti elementari, quasi infantili, che rimanda all’uso dei pennarelli su carta. A questo si aggiunge la caratteristica palette di colori, rigorosamente desaturati, per rapportarsi con gentilezza al paesaggio urbano e alle sue architetture senza rinunciare alla denuncia delle problematiche sociali o ambientali che costituiscono una costante nei lavori di Mrfijodor. Ancora fresca di vernice, l’opera The XXXL Panta Burger, realizzata in occasione di Athens Street art festival, racconta gli aspetti di un consumismo a strati, rappresentato da beni superflui, di cui continuiamo a nutrirci con una inspiegabile voracità.

Temi estremamente attuali, a volte anche scomodi, celati dietro un tratto fresco, ricchi di colori resi “a pennarello”, quasi mai frutto di una bozza prestabilita, ma dettati piuttosto dalle vibrazioni del luogo e dagli input delle architetture a contorno. Artista urbano in piena regola quindi, capace anche di trasformare strutture e complementi in pezzi d’arte.

A riguardo esiste una precisa azione dell’artista, che si manifesta come un istinto, che non potrà essere scorta da lontano, ma richiederà un’osservazione attenta. Si tratta propriamente di facce. Più spesso di occhi. Mrfijodor infatti si diverte a dare un volto agli elementi urbani. Che si tratti di bidoni della spazzatura, di cabine elettriche, muri o portoni, correrete comunque il rischio di sentirvi osservati. È un’azione estetica – senza dubbio – ma non priva di spunti di riflessione. Il prosopopeico atto artistico rimanda vagamente al film “Le mani sulla città” di F. Rosi, con il quale il regista napoletano denunciava un atto – quello sì vandalico – nei confronti del paesaggio. Gli occhi di Mrfijodor risultano oggi un nuovo monito sul vivere urbano e su ciò che esso comporta, sembrano sussurrare: “La città osserva ciò che accade e ha vita propria“. Angoli di città personificati attraverso rapidi e semplici tratti. Bastano solo due cerchi abbozzati con riempimento bianco e due puntini neri per dare vita a scenari surreali che umanizzano la città ed i suoi elementi.

Se porrete attenzione, nei vicoli di Napoli, Torino, ma soprattutto a Genova, potrete scorgere nuove forme di vita urbana. Come fare a riconoscere un’opera di Mrfijodor? Semplice: i suoi occhietti sono inconfondibili. Strano a dirsi, il nostro artista soffre di problemi oculistici e forse proprio per questo le sue opere sono così speciali!

Mrfijodor

 

Curatrice indipendente, laureata in Architettura. Dal 2012 dedica la sua ricerca al rapporto tra arte e città. Scrive per Picame dal 2019.

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