Atmosfere cupe e visionarie caratterizzate da una costante trama ruvida, come quella di un vecchio aerografo, e applicate a composizioni ricche di elementi surreali sono il marchio di fabbrica di Max Löffler. L’effetto ha il sapore vintage delle vecchie copertine di Urania firmate da Karel Thole mischiate con le illustrazioni immaginifiche di Virgil Finlay e con quelle pop decorative di John Alcorn. La fantascienza rétro, infatti, è una delle fonti di ispirazione di Max, insieme a Moebius, Dalì e Magritte. Frequentemente nelle sue tavole ricorre il simbolo dell’occhio o del bulbo oculare, un espediente per sottolineare la drammaticità di una situazione o dirigere lo sguardo del pubblico sui dettagli più significativi del disegno.
Max Löffler è un freelance tedesco, che vive e lavora ad Aschaffenburg, vicino a Francoforte, principalmente per l’editoria (Playboy, National Geographic, The New York Times, etc.). Ha ricevuto riconoscimenti internazionali e pubblicato due libri con lavori personali. Trovate tutti i suoi lavori sul suo sito e su Instagram.