Manfredi Ciminale è nato a Bologna ma è romano di adozione (come il suo amico Antonio Pronostico, di cui vi abbiamo parlato qui). Dopo aver studiato psicologia si converte al disegno frequentando una scuola di illustrazione a Trastevere. Passa due anni a Torino e poi torna a Roma dove vive e lavora tuttora, soprattutto in campo editoriale.
Manfredi ci ha raccontato di non riuscire a concentrarsi su una cosa alla volta e di essere continuamente distratto dalle cose intorno a lui, finendo per diventare un collezionista seriale. La sua è una sensibilità da cacciatore di nuvole, un’attitudine non solo metaforica: la capacità di entrare in risonanza con il cuore delle cose diventa la chiave di lettura di molti suoi lavori. Ecco cosa ci ha raccontato.
IDENTIKIT
Nome Cognome: Manfredi Ciminale
Data di nascita: 5\12\1989
Professione: Illustratore
Città: Roma
Portfolio: behance/manfrediciminale
Instagram: @manfrediciminale
Ciao Manfredi e benvenuto su Picame. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao e grazie! Sono un essere umano nato a Bologna da padre pugliese e madre marchigiana ma vivo a Roma. Con mia nonna materna cantavamo i cori degli alpini, sono amico di un gatto che si chiama Ragutto, sono un illustratore e ho spesso bisogno della natura. Colleziono le cose che trovo per terra e le piume. Quando disegno posso essere pazzo e completamente assorto ma d’altro canto ho un carattere salterello per cui ho difficoltà a concentrarmi su una cosa sola.
Ricordi il tuo primo disegno?
Avevo 17 anni ed ero ricoverato in ospedale per un piccolo intervento, con me avevo un blocco di fogli e un trattopen. Disegnavo pazienti dell’ospedale inventati e forme astratte psichedeliche. Ricordo chiaramente che quella è stata la prima volta in cui ho inteso il disegno come qualcosa di profondo e introspettivo.
Hai un tuo lavoro al quale sei particolarmente legato?
Sono molto affezionato ad “Occhi al cielo”, è un disegno che rappresenta bene Martina, la mia compagna, anche se in un modo del tutto simbolico. Poi mi innamoro e mi distacco molto facilmente dai miei lavori.
Nella mostra di fine 2022 alla Libreria Marini intitolata “Un giorno qualsiasi” hai scelto le nuvole come unico soggetto della serie, facendole diventare interpreti di emozioni umane riflesse nella loro drammatica grandezza. Come è nata questa passione meteorologica?
Assolutamente per caso, una mia grande influenza sono le stampe giapponesi dei secoli scorsi, un giorno ho fatto scivolare liberamente la mano sul foglio ed è nata la prima nuvola. Quello che mi piace del disegnare nuvole è che se sono nel giusto mood non esiste nessuna linea errata. Nel disegnare un naso per esempio basta che ci sia una piccola gobbetta nel punto sbagliato che io debba ripensarla.
Il tuo stile, come tu stesso hai già dichiarato altrove, è influenzato da alcuni maestri della comic art, tra cui Andrea Pazienza. Avrai sicuramente pensato ad un tuo progetto personale di graphic novel, o sbaglio?
Beh sì, Andrea Pazienza e successivamente Moebius hanno cambiato me così come moltissimi giovani disegnatori. La cosa che più mi ha stravolto è stata notare nei loro disegni le infinite possibilità del pensiero, poi nel tempo ho imparato ad apprezzare tanti autori anche molto diversi tra loro, ma ai tempi ero monomaniaco. Per quanto riguarda la realizzazione di una graphic novel ovviamente non è che non ci abbia pensato e mi è stato proposto ma non è un linguaggio che io riesca a padroneggiare. Preferisco illustrare personaggi e luoghi lontani o vicini.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori?
Aron Wiesenfeld, Sterling Hundley e Antonio Donghi.
Oltre all’illustrazione hai qualche altra passione o sogno nel cassetto?
Sono un grande appassionato di metal detector, mi piace pensare che un oggetto appartenuto a chissacchì sia rimasto in terra per secoli mentre tutto intorno il mondo cambiava le persone vivevano e morivano e si amavano. Mi piace anche molto dormire nei boschi con la tenda o con l’amaca ed avere paura della notte.
C’è un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Ma no va bene così. Mi sarebbe piaciuto vivere in un sacco di epoche diverse, nell’antica grecia credo che sarei stato a mio agio.
Hai un obiettivo che vorresti realizzare entro un anno?
Avrei proprio bisogno di conoscere posti dove la società funziona in un modo molto diverso dal nostro e gli orizzonti sono aperti, in generale ho problemi con la progettualità.
Puoi dirci su cosa stai lavorando in questo periodo?
Sto realizzando tre illustrazioni per una rivista francese e sto facendo degli esperimenti per padroneggiare meglio una tecnica mista di ecoline, acquerelli e matite colorate.