Con l’anima e il cuore legati al mare le illustrazioni di Luca Tagliafico hanno sempre qualcosa che evoca terre lontane, anche se si tratta del vicolo dietro casa. E viene voglia di viaggiare nel mondo e nel tempo, per essere lì dove le sue emozioni colorate ci portano. Luca riesce a trasmettere la passione per l’illustrazione vintage reinterpretata con la freschezza di oggi, ingredienti che ha sapientemente amalgamato nell’header realizzato in esclusiva per i lettori di Picame.
Illustratore freelance di Genova, Luca ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), alla ECA (Edimburgo) e all’ISIA (Urbino). Gli ho rivolto alcune domande per farvelo conoscere meglio.
Ciao Luca, benvenuto su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao a tutti. Io ho sempre pensato, ma un po’ distrattamente, che nella vita avrei fatto qualcosa legato al disegno. Non che avessi idee precise, eh, pensavo in generale al fumetto, ma senza cognizione di causa. La cosa si è concretizzata solo dopo essermi iscritto al biennio di illustrazione all’ISIA di Urbino, ormai diversi anni fa. Rientrato a Genova dopo il diploma, insieme ad alcuni compagni di studi e ad altri disegnatori genovesi abbiamo dato vita a Rebigo, uno studio di illustrazione e grafica.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Ho sempre rivolto un’attenzione particolare ai prodotti editoriali e alle illustrazioni legate alla metà del secolo scorso, spesso andando a ritroso fino agli anni ’20 e ’30, come nel caso di Lisbet Juel. Negli ultimi tempi ho sviluppato una fissazione per la cartellonistica d’annata e una devozione totale per le copertine di Ferenc Pinter. Infine una parte da protagonista la svolgono pure i libri che leggo nel periodo in cui realizzo un’immagine: l’header per Picame, ad esempio, è un riassunto più o meno consapevole delle mie ultime letture (Conrad, Chatwin, Sepulveda).
Quale tecnica utilizzi?
Col tempo ho abbandonato qualunque processo tradizionale a favore di una produzione interamente digitale, eccezion fatta per la fase di progettazione e di schizzi che non posso esimermi dal fare a matita (anche perché mi diverte molto). Questa scelta è avvenuta progressivamente, ed è stata dettata un po’ dalle tempistiche di consegna ma anche dall’innegabile comodità che trovo nella strumentazione digitale.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Tor Freeman, Mikel Casal, Rui Tenreiro.
Non li conosco personalmente, realizzano tipologie di immagini completamente diverse ma ognuno di loro ha peculiarità che mi piacciono tantissimo, sebbene magari siano molto distanti dal mio modo di disegnare.
Quanto è importante per un artista la presenza sui social media?
A malincuore, credo sia ormai di un’importanza fondamentale. Dico a malincuore perché personalmente faccio molta fatica a gestire la parte social della mia giornata lavorativa, una fase che è diventata a tutti gli effetti parte integrante di questo mestiere. La presenza sui social è utilissima per la diffusione del proprio portfolio, per conoscere l’opera di altri colleghi e per ampliare il proprio ventaglio di contatti ma, in tutta sincerità, se non fosse utile per il mio lavoro non avrei mai aperto un profilo Instagram. Sul mio profilo posto quasi esclusivamente le mie illustrazioni e mi sono ripromesso di seguire solo profili di colleghi, case editrici e di realtà legate all’illustrazione, altrimenti non riuscirei a focalizzarmi sulle cose che mi interessano.
Tanto per dire, credo di aver imparato a fare le stories non più di un mese fa!
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Per un caso puramente fortuito, c’è abbastanza ordine.
Nel complesso, oltre al computer, un monitor e la tavoletta grafica, ci sono contenitori pieni di matite colorate e pennarelli che non uso, tutti i bozzetti degli ultimi mesi, due barattoli di tabacco da pipa, un calendario dell’anno scorso illustrato da Miroslav Šašek (di cui sono un grande fan) e qualche saggio che consulto sporadicamente per darmi un tono. Recentemente hanno trovato il loro posto anche i due volumi delle fiabe italiane raccolte da Calvino negli anni ’50 e che leggo durante le pause.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Al momento sono molto fortunato: ultimamente vengo coinvolto in progetti che mi piacciono moltissimo e mi capita che mi vengano richieste immagini su temi a cui mi sento molto legato, per cui non mi pongo obiettivi prossimi. Se proprio devo pensare a qualcosa di preciso, ho sempre immaginato che sarebbe divertente realizzare le illustrazioni per un gioco da tavola. Magari capiterà l’occasione, chissà!
Scoprite tutti i lavori di Luca Tagliafico sul suo sito e su Instagram.