Componenti elettronici e fili di rame vengono ricombinati in effimere composizioni geometriche per evocare una nuova spiritualità tecnologica.
I mandala sono disegni geometrici che rappresentano simbolicamente l’universo. La loro esecuzione è una pratica di meditazione, utilizzata nelle cerimonie buddiste e induiste. Una simbologia che l’artista multimediale Leonardo Ulian ha voluto trasferire nei suoi “Technological Mandala” conciliando la spiritualità con la tecnologia.
“Il fatto è che la tecnologia elettronica è diventata una parte importante del nostro quotidiano, quasi un qualcosa in cui credere o qualcosa da venerare. Coi miei lavori voglio mostrare quello che è nascosto ai nostri occhi e rappresentare i circuiti elettronici come degli oggetti straordinari ed eterei. Quando penso alle mie creazioni, le immagino come degli aggeggi effimeri e uso la parola “effimeri” perché la tecnologia – e in particolare quella elettronica – è in qualche modo “impermanente” ed in un continuo cambiamento. Mi affascina il processo di trasformazione delle cose: nel fare una cosa automaticamente qualcos’altro viene distrutto. Non sono una persona spirituale, o almeno non nel modo tradizionale, ma mi piace l’idea di un universo fatto di connessioni infinite, tra persone, oggetti, sentimenti, stati, pianeti e menti, come i legami che sviluppo nei miei mandala tecnologici.”
Technological Mandala 151 – Seven Eyes, 235×115 cm, 2020
Leggerezza e simmetria geometrica sono alla base di gran parte dei suoi lavori che partono da un punto centrale, ad esempio un microchip, da cui si sviluppa tutto il resto.
“Anche il suono è presente nelle mie opere. In uno dei miei lavori il mandala era collegato a tre radio che creavano un suono che variava a seconda della vicinanza delle persone all’opera.”
L’esecuzione è la parte più importante. Un momento rituale e meditativo, poiché le composizioni sono spesso molto complesse e richiedono tempo e concentrazione. Per quelle più grandi occorrono mesi. Il processo ha inizio con la progettazione dell’opera al computer: tutto deve essere definito con precisione estrema perché è sufficiente sbagliare una saldatura per vanificare tutto il lavoro.
A volte le sue sperimentazioni si fanno più libere e si ispirano, ad esempio, a fuochi artificiali, a forme naturali, oppure citano l’arte astratta. Nel periodo del lockdown Loenardo ha utilizzato dentro vecchie racchette da tennis come “telai”, ricreando forme e lineamenti riconducibili a volti umani.
Technological Mandala 120 Joint Space, installazione, 7×2,8 mt, 2017
Leonardo Ulian, originario di Gorizia, vive e lavora a Londra dal 2004. Era uno di quei bambini che aprono i giocattoli per capirne il funzionamento. Ha frequentato una scuola di elettronica, studiato grafica e lavorato come designer e si è laureato in Belle Arti. Ha esposto in molte gallerie e realizzato installazioni in Europa e nel resto del mondo. Scoprite i suoi lavori sul suo sito e su Instagram.
Contrived Object, 2020
Contrived Object 27 – Dr. Yamaha, 68×22,5×3,5 cm, 2020
Technological Mandala 98 – Mebahel, 110×115 cm, 2017
Fireworks, 210x30x30 cm, 2017
Labour Intra 111 – The edges of the world, 54x29x6,5 cm, 2015
Ginecolthca almadan 01, 84×84 cm, 2019
Technological Mandala 94 – The mesh, 3,10×2 mt, 2016
Microchip Synapses 23 – Tesla’s tower, 2014
Technological Mandala 48 – Eye of Pula, 2015
Perpetual Nexus, 123×61 cm, 2019
Technological Mandala 117 – Space channeling, 84×84 cm, 2017
Orbital bonsai, 135x55x55 cm, 2016
Labor Intra 00, 83×83 cm, 2014
Technological Mandala 131 – Blooming mind, 246×146 cm, 2018
Microchip Synapses 18 – Fusion chamber, diametro 90 cm, 2014
Technologial Mandala 122 – Radial itself, 124×124 cm, 2019
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