Un disegno elegante, preciso, quasi diafano, con grandi spazi bianchi, con cui l’illustratrice Ilenia Manfroni reinterpreta gli stilemi grafici dell’arte orientale, che caratterizzano una parte consistente della sua produzione.
La quotidianità viene indagata e riscritta con l’uso di metafore. Una delicatezza di sguardo che esprime rispetto per i temi che affronta. Nel periodo di lockdown Ilenia ha fotografato coi suoi disegni gli aspetti più drammatici della crisi dapprima in modo realistico per poi virare sull’utilizzo di una metafora benaugurante: una sedia dalla quale nascono fiori.
Delicato è anche l’header che Ilenia ha voluto dedicare a tutti i lettori di Picame.
Gli ho rivolto alcune domande per farvela conoscere meglio:
Ciao Ilenia. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Mi chiamo Ilenia Manfroni e faccio l’illustratrice. Abito a Igea Marina (in provincia di Rimini). Mi sono diplomata in Grafica Pubblicitaria nel 2012 e successivamente ho continuato i miei studi frequentando il Biennio di Perfezionamento alla Scuola del Libro di Urbino nel corso di disegno animato, fumetto e illustrazione.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Premessa: i miei disegni sono la maggior parte nati “di pancia” come si suol dire. Tutti sono ispirati da emozioni e stato d’animo che ho e che sto vivendo in quel determinato momento. Disegnare per me è come scrivere una pagina di diario, mi serve per sfogare ciò che penso e che non so dire a parole su carta. Essendo da sempre ispirata dal mondo dell’arte giapponese, dalle loro figure eleganti e raffinate, con un segno se pur piccolo ma ben definito e preciso io cerco ogni volta di riportare tutto ciò nei miei lavori. I temi principali che affronto sono i pesci (in relazione al mio rapporto con mi babbo), donnine nude o semi vestite con lunghi capelli neri (probabilmente nei quali identifico me stessa) e corpi carnosi.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Sicuramente il primo artista a cui mi sono sempre ispirata e verso il quale provo una certa ammirazione è il grande Lorenzo Mattotti. Il secondo ovviamente è il grande maestro Hokusai. Terzo è l’illustratrice polacca Joanna Concejo. Da lei prendo sempre spunto per la poetica che riesce a trasmettere nei suoi lavori.
Che cos’è per te la bellezza?
Come detto in precedenza in alcune interviste, sono nata nella Riviera Romagnola dove il corpo bello e palestrato ha la sua importanza. Diciamo che per noi (specialmente per le ragazze) il “bel fisico” è una sorta di fissazione quasi maniacale. Col tempo ho avuto la fortuna di capire che c’è del bello anche nelle imperfezioni, e questo messaggio cerco di trasmetterlo attraverso i miei lavori rappresentando questi tagli di corpi molto carnosi, ma con un segno pulito, delicato ed elegante proprio per far capire che pur essendo una cosa che la società odierna etichetta come “non bella da vedere” in realtà se si aprono un pò di più gli occhi si riesce a percepire del bello.
Che cosa fai per non mettere in lockdown anche la creatività e avere nuovi stimoli in questo periodo di clausura forzata o in momenti meno drammatici dell’attuale, quando si presenta la crisi d’ispirazione?
Beh questa risposta per me è molto semplice: io non posso stare senza disegnare! Se lo faccio per lungo tempo sento che mi manca qualcosa. Fa parte di me ed è una cosa che devo coltivare continuamente. Quando ho i miei periodi di “crisi d’ispirazione”, a volte seguiti da un “mi fa schifo tutto ciò che creo” cerco di staccare un pò la spina distraendo la testa facendo altro o in particolare viaggiando. Cerco sempre almeno una volta l’anno di andare a fare un viaggetto da qualche parte e farmi ispirare dall’arte e la cultura di quel determinato luogo. Altre volte invece faccio ricerche su lavori di artisti con un certo nome e studio i loro lavori cercando di capire come anche io, attraverso il mio stile, posso riuscire a trasmettere determinate cose.
Tra le attività di Ilenia voglio ricordare la sua collaborazione come rifinitrice di tavole per le scene di animazione a cura di Simone Massi e la regia di Stefano Savona del lungometraggio “La strada dei Samouni“. Andate a sfogliare il suo portfolio e seguite gli aggiornamenti su Instagram.