Elisa Ferro è l’autrice di uno dei nostri nuovi header. Le immagini che crea sono spesso tenere, familiari scene di vita quotidiana, ricche di colori caldi e sfumature al caffé, miste ad acquerello o acrilico. Il loro mood apre una finestra che si affaccia direttamente sull’illustrazione per l’infanzia, la tecnica è sempre dettagliata ed impeccabile, e forse questo è uno dei motivi che ha permesso ad Elisa di emergere e costruirsi un seguito notevole in poco tempo. Le abbiamo rivolto alcune domande per carpire i segreti della sua fulminea e inarrestabile ascesa.
Sei stata protagonista di un live painting per l’Associazione Autori d’Immagini presso la recente Fiera di Bologna, ed eri già stata ospite presso l’ultimo Treviso Comic Book Festival. Cosa ci puoi raccontare di queste esperienze?
Il Treviso Comic Book Festival rappresenta un immancabile appuntamento oramai da tre anni. La qualità delle mostre è sempre in crescita, ma se posso dire la verità, il motivo principale per cui ogni anno torno con grande piacere sono le persone. Dietro all’organizzazione del festival si muove una vera e propria famiglia, e penso sia questo ciò che lo rende differente da tante altre manifestazioni. La mia esperienza, quindi, è sempre quella felice sensazione di rivedere dei cari amici. Il live painting per Autori d’Immagini ha rappresentato invece l’opportunità di confrontarmi con uno dei miei talloni d’Achille… L’ansia del pubblico (e che pubblico!). Fortunatamente la tecnica che uso è fatta da infinite piccole “pennellatine”, quindi il tremore non si notava molto!
Hai da poco cominciato la realizzazione del tuo primo libro illustrato. Guardando indietro, quando e come è cominciata la tua carriera di illustratrice?
Durante gli studi universitari. Mi sono laureata in Architettura, ma non nego che dopo il primo anno di studi qualche dubbio sulla mia vera passione iniziava già a presentarsi. I miei compagni di corso si rilassavano sfogliando riviste del settore e facevano corsi per imparare a fare i render, io tornavo a casa e se avevo del tempo libero disegnavo o passavo le ore in libreria. Le estati successive ho iniziato a frequentare corsi e workshop alla Scuola Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede. La scelta è stata naturale, agire di conseguenza in alcuni momenti è stato invece un po’ meno semplice. In ogni caso, lo rifarei ogni giorno!
Caffè, usato sia come “propellente” che come vera e propria base per i tuoi lavori. Biscotti fatti in casa, scene di vita familiare. Come sei arrivata a definire il tuo stile?
Quella per il caffè è una vera e propria passione, mi piace utilizzarlo come diluente per le tempere, per gustarne il profumo che rimane sulle tavole e per il calore che dona ai colori. È uno dei piccoli riti che mi accompagnano durante le giornate. Proprio allo sguardo sulle “piccole cose” devo molto del mio stile, quando disegno per me stessa mi ritrovo a mettere sulle tavole quasi sempre oggetti che fanno parte del mio quotidiano o personaggi che mi fanno sorridere!
Seguendo il tuo lavoro da due anni ormai, posso testimoniare come sin dal tuo affacciarti sulla scena, tu sia riuscita in poco tempo ad ottenere un grosso seguito da parte del pubblico, sia su Instagram che su Facebook. Quali elementi, a tuo parere, ti hanno permesso di ottenere questi risultati?
È una domanda che mi pongo spesso. Credo sia per le atmosfere leggere e la dolcezza che traspare dai personaggi, forse abbiamo tutti bisogno di sorridere un po’ di più!
Quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro, e che consigli daresti a chi volesse intraprendere il tuo stesso percorso?
Dopo il libro di racconti che sto ultimando vorrei cimentarmi in un albo illustrato, un obiettivo da sempre presente nella mia “to do list”, creare una linea di pattern per stoffe, e tornare a Parigi.
Per quanto riguarda i consigli, credo sia fondamentale cercare di imparare dai propri errori e non demoralizzarsi, lavorare sodo, trovare il tempo di disegnare per sé stessi e soprattutto, non sentirsi mai arrivati.
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