Interview: Jake Pauls

Val la pena vivere solo dalle undici…” cantava Diana Est nel 1982. Tenax il titolo della canzone che, manco a dirlo, era un inno al mondo della notte. Ma Tenax è anche lo storico club fiorentino che, nell’arco dei decenni, ha saputo rinnovarsi con costanza e seguire le nuove tendenze, non solo in ambito musicale. Ed è proprio in occasione dell’evento Tenax Exhibition di Firenze, sapiente mix tra musica ed arte, che ci siamo imbattuti nel lavoro del canadese Jake Pauls.

Incuriositi dal suo approccio all’illustrazione, gli abbiamo chiesto di cimentarsi nella realizzazione di un header per Picame e, già che c’eravamo, gli abbiamo rivolto qualche domanda. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Jake, benvenuto su Picame. Chi sei, quanti anni hai e dove vivi?
Ciao Picame. Vivo a Toronto, Canada, che è una città grandiosa. Il Canada è così bello per la maniera di vivere delle persone. Sono positive ed indipendenti e mi considero molto fortunato per il fatto di vivere in un posto così. Credo inoltre che Toronto sia la città culturalmente più interessante del Paese. Durante l’estate mi trasferisco in un piccolo quartiere non lontano da qui, è fuori mano e ci vive una piccola comunità di persone.

Quando hai capito che l’arte sarebbe stata il tuo mestiere?
Durante la scuola superiore pensavo di voler fare Economia. Stavo studiando Calcolo quando mi resi conto che stavo impazzendo. Sapevo di amare l’arte così ho deciso di abbandonare la matematica. L’arte tuttavia non è il mio unico lavoro. Sono anche un falegname, realizzo mobili ed armadi, e ciò mi appaga molto. Mi piace creare le cose con le mie mani.

La tua arte è astratta e ricca si simbolismi. Da dove trai ispirazione?
Solitamente rispondo “dalla natura”, perché è il soggetto di parecchi dei miei lavori, ma in realtà traggo l’ispirazione da molte cose. Libri, film, discussioni, la vita in generale. Per me, il simbolismo è un buon approccio. Non è automatico da raggiungere, devo pensare ad un soggetto e quindi codificare il soggetto tramite immagini.

Parlaci del processo creativo alla base dei tuoi lavori.
Lavoro con la matita (e avolte con la penna) e dopo aggiungo i colori con il computer. A volte coloro a mano i disegni, lo faccio sempre più spesso, e il risultato mi piace. Il computer rimane comunque un grande strumento, che rende tutto più flessibile. Ho anche un taccuino per schizzi ma non è il genere di taccuino che vorrei mostrare alla gente. Alcune persone utilizzano il taccuino per fare pratica e lo riempiono di bei disegni, io lo uso più come un blocco per appunti. Ci sono un sacco di idee dentro, e scarabocchi che le rappresentano. Spesso passano settimane senza che io disegni nulla, poi accade che butti giù gli spunti tutti insieme. Ma i miei schizzi preliminari non assomigliano per niente all’opera finale. Quando inizio qualcosa di nuovo semplicemente prendo alcune idee e vedo se funzionano.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Non c’è granchè perchè cerco di tenerla ordinata. Naturalmente c’è un computer, molte matite e penne e una parte dedicata al disegno. Alla fine però succede sempre che usi sempre la solita matita. Il muro è ricoperto di post-it, che utilizzo per organizzare le idee.

Parlaci della tue esperienza in occasione dell’evento Tenax Exhibition.
È stata un’esperienza molto interessante. Prima di tutto, quando sono stato contattato, mi sono stupito che qualcuno in Italia fosse interessato al mio lavoro. Mi ha stupito anche il fatto che, pur essendo molto interessato alla musica elettronica, essa potesse legarsi in qualche modo con la mia arte. Il Tenax ha creato questo collegamento dandomi la possibilità di far parte di questo spettacolo davvero cool. La cosa più strana è che non ho ancora visto dal vivo il risultato del mio lavoro! Ho inviato un file digitale che è stato stampato in Italia, non ho idea di come sia venuto (fortunatamente dicono benissimo).

Se non fossi diventato un artista, cosa ti sarebbe piaciuto fare?
Ci ho pensato molto perchè ho molteplici interessi nella vita. Se avessi l’occasione di rinascere altre volte vorrei fare lo scrittore e il musicista. Sono le discipline che più di tutte sanno suscitare una risposta emotiva nel pubblico. Vanno in profondità nel cervello e nel cuore. Sono così potenti anche perché ciò che fanno è al di fuori della visione. Mi sarebbe piaciuto anche essere un architetto e concentrarmi sulla progettazione eco-sostenibile. Gli edifici in cui viviamo hanno un impatto importante sull’ambiente, sarebbe interessante lavorare per renderli migliori.

Raccomandaci un artista.
Un amico, Patrick Kile, fa cose davvero meravigliose. Disegna prevalentemente fumetti e il suo stile è davvero unico.

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ENG

Hi Jake, welcome on Picame! Who are you, how old are you and where do you live?
Hello Picame. I live in Toronto, Canada, which is a great city. Canada is so nice because of the lifestyle and attitude that people have here. It is positive and independent and I always feel lucky to live in such a privileged place. Also Toronto is to me the most culturally interesting cities in our country. In the summer I moved to a great neighborhood here. It is out of the way and has it’s own community.

When and how did you realize that art will be your job?
In high school I thought I would go to business school. I was taking Calculus when I realized that math was driving me crazy. I knew I loved art so I decided to drop out of math and pursue art instead. Art isn’t my only job. I’m a carpenter too; I make furniture and cabinets, which is very satisfying. I love making things with my hands.

You art is quite abstract and rich of symbolism. Where do you take inspiration?
I usually say “nature” because it is the subject of a lot of my work, but I get ideas ideas from many things. Books are good, and movies, and discussions, I guess it is life in general. For me, symbolism is good way to work. I don’t spontaneously come up with images, I have to think about a subject and then code the subject into the images.

Talk us about the creative process behind your works.
I work in pencil (and sometimes pen) and then I add colour in the computer. Sometimes I would rather colour in real life, which I have started to do more often and it feels good. But the computer is such a great tool, it makes everything so flexible. I have a sketchbook but it is not the kind that I would show people. Some people use sketchbooks as practice and they end up with a lot of nice drawings in there. I use mine more like a notebook. It has ideas written down in it and a lot of scribbles that indicate ideas. I’ll often go for a few weeks without drawing in it and then I’ll get a bunch of new ideas at once and put them all in. But my initial drawings don’t look anything close to the finished piece. When I start something new I just open up the sketchbook and pick out some old ideas and see what is working.

What’s on your desk?
There isn’t much on my desk because I try to keep it clean. Of course there is the computer and related objects, and a lot of pencils and pens on my drawing table. I have all these tools but I usually use the same mechanical pencil. My wall is covered because I try to organize my projects using post-it notes. It also has art hanging on it that I have traded other artists for.

Let’s talk about your experience with the Tenax Exhibition.
It has been a really interesting experience. First off, when I was contacted I was amazed that someone in Italy was interested in my work. The internet sends things out to all these places in the world where I never realized people were paying attention to me. I was also surprised because I’m really interested in electronic music, but I don’t think there is anything in my work that suggests that. Somehow the people at Tenax made that connection on their own and I got to be a part of this really cool show. The weirdest part is that I still haven’t seen what my work looks like! I sent them a digital file which they printed in Italy. I have no idea how it turned out (hopefully it looks great).

If you hadn’t become an artist which other work would you have liked to do?
I think about this a lot because I am interested in so many things. If I had a few other lives to live I would definitely be a writer and a musician. Those are the two mediums that I think illicit the greatest emotional response from an audience. They get deep into your brain and heart. They are so powerful because you can’t even see what they are doing, it all exist outside of vision. Also, I’d love to be an architect and focus on sustainable building. The buildings we live in make such an impact on the environment and I’d enjoy working to make them better.

Recommend to us an artist.
A friend, Patrick Kyle, does really awesome stuff. He mostly draws comics and his style it so good.

Designer e art director, è fondatore e direttore di Picame dal 2008 e co-fondatore di fargostudio.com, agenzia specializzata in design e comunicazione.

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