Uno stile ricco di dettagli, a metà strada tra realtà e sogno, per raccontare storie che toccano con delicatezza i temi dell’esistenza umana.
La tecnica di Giovanni Berton è quella tradizionale del pennello, una scelta che implica maggiore disciplina e dedizione rispetto e che è perfettamente coerente con il suo approccio sensibile e con le tematiche che è solito trattare. Dipingere su carta diventa un rituale che coinvolge tutti i sensi e impone tempi più lunghi, un dialogo più intenso e umano con i materiali, e porta a sviluppare una maturità stilistica che Giovanni ha dimostrato pubblicando un libro di cui è anche l’autore letterario: una favola noir che ha per protagonista l’alter ego della Morte. Ho parlato di questo e di altre curiosità che lo riguardano direttamente con lui.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Giovanni Berton
Data di nascita: 18 marzo 1999
Professione: Illustratore
Luogo di residenza: Padova
Facebook: Giovanni Berton Illustrations
Instagram: @giovanniberton_illustrator
Ciao Giovanni, benvenuto su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao! Mi chiamo Giovanni, ho 22 anni e vivo in provincia di Padova. Di mestiere faccio l’illustratore e ogni tanto scrivo pure, ma solo se riesco a trovare le parole giuste. Sono un amante di tutto ciò che è gotico, strano e grottesco e non riuscirei a fare a meno del cioccolato, rigorosamente nero al 100%. Dal 2016 collaboro con il Centro Maschere e Strutture Gestuali e con il Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori (Abano Terme), che attualmente ospita la mia prima mostra temporanea dal titolo “TraLumEBuio“. Nel 2020, inoltre, è uscito il mio primo albo illustrato dal titolo “E Fu Sera E Fu Mattina” edito da Balena Gobba Edizioni. Al momento frequento la Scuola Comics di Padova.
“E Fu Sera E Fu Mattina” è un’opera da autore completo, testo e illustrazioni. Come e quando è nata l’idea del racconto?
Il progetto nasce durante un corso nel periodo in cui frequentavo le Belle Arti a Venezia. Col tempo l’idea iniziale è cambiata molto finché, alla fine del 2019, Balena Gobba Edizioni ha deciso di pubblicarlo. È un libro dedicato alla Morte, ma anche a tutte le infinite metamorfosi della Vita. Il mio obbiettivo principale era quello di creare empatia verso la figura della Morte, trasformandola quindi in un personaggio fragile e solo, anche un po’ inconsapevole e per alcuni aspetti, umano. Come un piccolo inevitabile tassello di un grande tutto.
Copertina del libro – In un’intervista Giovanni ha precisato che la falena protagonista del racconto è una “sfinge testa di morto“, ovvero la Acherontia Atropos, dove Acheronte è il fiume sul quale Caronte traghettava le anime dei dannati, e Àtropo è il nome della più anziana delle tre Parche, quella che aveva il compito di tagliare il filo della vita.
Al tuo libro sono stati accostati aggettivi come gotico e noir, ma tu quale definizione preferiresti dare al tuo stile?
In realtà mi capita spesso di inserire nelle mie illustrazioni elementi e personaggi macabri. Mi piacciono molto le favole nere, in particolare se contengono un filo di ironia che alleggerisce il tutto. Ironia che tento sempre di mantenere anche nelle mie immagini più cupe. Di solito comunque non appiccico etichette al mio lavoro, mi piace sperimentare, anche per non correre il rischio di annoiarmi. Posso anticipare che il nuovo libro in uscita tra qualche mese, ad esempio, sarà coloratissimo, pieno di animali e natura di vario genere, e comparirà anche un po’ di metal, ma solo tra i rami degli alberi. Il testo, dal titolo “Il Bosco”, è stato scritto da Alessia Ferretti e verrà pubblicato da Balena Gobba Edizioni.
Anteprima in esclusiva per Picame di una delle illustrazioni realizzate per “Il Bosco” – Courtesy Giovanni Berton/Balena Gobba edizioni
La tua sensibilità per queste tematiche è legata ad esperienze personali oppure ha radici diverse?
Non so se ci sia qualche questione in sospeso con la Morte ad esempio, di sicuro mi ha sempre incuriosito, sin da quando ero piccolo.
Libro, mostra, social: sono tutte e tre modalità che pratichi per far conoscere il tuo lavoro. Quale di queste ti ha dato più soddisfazione?
I social per far conoscere il mio lavoro sono stati probabilmente il sistema più efficace, riescono a raggiungere una platea molto ampia. Di contro però hanno il sistema “usa e getta” su cui si basano, la gente scorre veloce sullo schermo, mette qualche “mi piace“, ogni tanto lascia pure un commento ma dopo poche ore l’immagine postata diventa solo un ricordo sbiadito sommerso da tantissimi altri post. Le mostre e il libro invece mi hanno dato molte più soddisfazioni. Mi ricordo quando fui selezionato dalla giuria del Tapirulan Illustrators Contest per la mostra “CAOS“, avevo 19 anni, stavo ancora muovendo i primi passi nel mondo dell’illustrazione. Ero emozionatissimo. Così come durante l’inaugurazione della mostra “TraLumEBuio” al museo Internazionale della Maschera, o quando ho sfogliato per la prima volta il mio libro fresco di stampa.
Illustrazione realizzata per il Tapirulan Illustrators Contest del 2018, tema: CAOS
Digitale o tecniche tradizionali, quale preferisci?
Non riuscirei mai a rinunciare alla carta, ai colori e ai pennelli, tutta un’altra storia.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Questa è complicata. Direi Sebastião Salgado, Donato Sartori e Gabriel Pacheco.
Illustrazione utilizzata per la presentazione della mostra “TraLumiEBuio“
Un progetto che vorresti realizzare nel prossimo futuro.
Vorrei riuscire a scrivere e illustrare una serie di racconti dedicati alle maschere mondiali. A tutta quella serie di mascheramenti, tipici di alcune culture e popolazioni, e al rapporto che hanno con le storie e leggende da cui prendono vita.
Un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona.
Probabilmente Tim Burton. Ma il Tim Burton originale, quello che negli anni ’90 non aveva paura di metterci anima e cuore in quei personaggi tragici ed emarginati, talvolta morti, ai quali dava vita nei suoi film.
Illustrazione per il frontespizio di “E fu sera e fu mattina“
Illustrazione per le pagine interne di “E fu sera e fu mattina“
Illustrazione per le pagine interne di “E fu sera e fu mattina“
Illustrazione per le pagine interne di “E fu sera e fu mattina“
Illustrazione per le pagine interne di “E fu sera e fu mattina“
“La gatta terribile“, illustrazione per il progetto Ottantottobestie di Marco Taddei
Illustrazione per il racconto di Giovanni “L’uomo che portava la neve“
“La masnada di Hellequin”
“Icaro incontra la morte“
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