Quello di Quasirosso è un successo nato sul web con brevi storie a fumetti che continua attraverso l’illustrazione raccontando i disagi del vivere quotidiano, in bilico tra realtà e fantasia.
Giovanni Esposito ha frequentato per tre anni l’Accademia di Belle Arti di Napoli per poi dedicarsi all’illustrazione. A fine 2017 crea una pagina Facebook sulla quale pubblica illustrazioni e brevi storie a fumetti che raccontano con spontaneità i suoi disagi quotidiani. Il successo è immediato e già un anno dopo esce il primo libro dal titolo omonimo, che raccoglie il meglio della produzione e altri lavori inediti. Oggi lavora come illustratore per diverse case editrici italiane e straniere.
La stessa varietà di sentimenti la si ritrova anche nelle illustrazioni di Giovanni. Un ventaglio di emozioni che vanno dal drammatico all’umoristico, dalla sensualità alla fragilità, incarnate da personaggi prevalentemente femminili colti in momenti di solitudine o intimità. Istantanee che ricordano le inquadrature di un film di cui riusciamo quasi a percepire la colonna sonora, visto che la musica è una delle sue principali fonti d’ispirazione.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Giovanni Esposito
Data di nascita: 10 aprile 1992
Professione: Illustratore
Luogo di residenza: Bologna
Instagram: @gio_quasirosso
Facebook: Gio Quasirosso
Ciao Giovanni e benvenuto su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao, grazie a voi per l’invito. Nelle interviste ho sempre detto di venire da Napoli, un po’ per semplificazione un po’ per mistificazione, in realtà vengo da Poggiomarino, un paesino di provincia. Ci tengo a specificarlo perché la provincia e tutto quello che ti lascia dentro sono spesso molto presenti nelle mie opere, me ne rendo conto a lavoro finito, quindi col tempo e la lontananza ho imparato a rivendicare questa appartenenza. Nella vita produco immagini, sotto varie forme, principalmente sono disegni ma anche foto, sculture, collage o anche immagini in movimento come video o animazioni. Volendo però usare un’etichetta semplificativa per spiegare, spesso invano, alle amiche di mia madre di cosa mi occupo: sono un illustratore.
Distance
Perchè hai scelto la pseudonimo “Quasirosso”?
Ho due risposte a questa domanda: quella di fantasia e quella reale. Quella di fantasia la invento sul momento, ogni volta diversa, spesso tiro in ballo il filo rosso del destino, che fa sciogliere il cuore di tanti. In realtà tutto è nato da una conversazione con alcuni amici mentre ero in piena crisi per l’assenza di un nome d’arte:
– Non so raga, servirebbe un nome che un minimo mi rappresenti.
– Gio ci sei da mesi, ancora non hai trovato nulla?! Che palle.
– No, è difficile. Vi prego, aiutatemi, sapete quanto sia importante per me.
– Boh, magari qualcosa che ti riguardi esteticamente, che ne so, i capelli rossi tipo.
– Ma no, poi non sono proprio rossi, cioè, quasi.
– Quasi rosso però non è male.
– Cazzo, vero, però tutto attaccato è meglio.
– Quasirosso, ci sta.
Sei illustratore ma anche fumettista, come coltivi queste due passioni?
Cercando di raccontare storie, o fornendo agli altri alcuni spunti o elementi per raccontarsi la propria, di storia. Il minimo comune denominatore è quello. La narrazione per singole immagini è sicuramente più nelle mie corde, il fumetto invece è un universo strano per me, sul web ho iniziato facendo fumetti, ora li vedo come una stanza piena di persone nella quale mi affaccio solo quando ho qualcosa da dire necessariamente con quel mezzo, sperando che qualcuno ascolti, per poi uscire di nuovo.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Tutto può essere ispirazione, so che suona un po’ come una frase fatta e probabilmente lo è, ma funziona esattamente così. Inizialmente tendevo ad avere degli idoli di riferimento: Klimt, Schiele, Woody Allen, De Andrè, Gipi, Caravaggio, Charlie Kaufman, i Radiohead, Ashley Wood e tanti altri, ovviamente adoro ancora questi artisti, ma con il tempo ho imparato a guardare tutto con occhi imparziali, cercando di cogliere stimoli come se fossi un’aspirapolvere. Durante le mie giornate osservo e guardo tanto, sia immagini, foto, lavori di altri, video, meme, ma anche quella cosa chiamata mondo esterno, che ancora riesce a fornire qualche spunto interessante.
Se non fossi un artista, chi saresti?
Ci ho provato a non esserlo, o comunque a non farlo diventare un lavoro. Ho provato mille professioni diverse, ma in tutte ero un disastro. Non so, forse mi lancerei nell’artigianato, magari lavorando il legno, mi ha sempre affascinato come materiale.
Un personaggio che ti piacerebbe incontrare di persona?
Non so, probabilmente Caravaggio. Gipi in un’intervista rifletteva su come spesso tendiamo ad idealizzare i grandi maestri del passato e le loro opere, finendo per vederli come di un’altra categoria, qualcosa che non ci riguarda. Invece mi piacerebbe conoscerlo, berci una birra, realizzare che è un essere umano come lo sono io: due occhi, due mani, un cervello, un botto di paranoie, ansie e debolezze. Lo riporterebbe in una dimensione terrena e annullerebbe tutte le scuse per non confrontarmi con gli artisti di un tempo, prendendo atto di quanta strada ancora c’è da fare.
Copertina per il romanzo “Lei” di Nicolò Targhetta
Agorafobia
Forgive me
Sleep
Allergies
Melancholy
Chandelier
Diet