Molti sono i riferimenti che subito possono venire in mente: Magritte, Brad Holland, Rockwell, Balthus, De Chirico. È quasi un’alchimia, ma la sintesi è mirabile e conferisce alle sue illustrazioni una “classicità” originale e sempre riconoscibile.
L’idea spiazzante, enigmatica, “alla Magritte”. È lo stile delle illustrazioni di Gérard DuBois, nato in Francia nel 1968. Dopo aver studiato graphic design a Parigi ha attraversato l’Atlantico per approdare a Montréal, in Canada, dove tutt’ora vive e lavora.
Ha collezionato una serie impressionante di collaborazioni con le più importanti riviste: da Time a Le Monde, da Playboy al Reader’s Digest, ha lavorato anche col New York Times, e in particolare con Alexandra Zsigmond (con la quale abbiamo realizzato e pubblicato un’intervista esclusiva proprio qualche settimana fa). Gérard ha illustrato anche molti libri e copertine, riprendendo in alcuni casi lo stile grafico delle ottocentesche “Images d’Épinal“.
Eppure, proprio grazie a queste atmosfere così nostalgiche e innocenti, Gérard riesce a sorprenderci creando, con un stile apparentemente “retrò“, metafore da illustrazione concettuale, o soggetti anche scabrosi trattati con un tocco a volte teatrale, ma mai volgare. Gli ultimi lavori li potete scoprire seguendo la sua pagina Facebook.