Nato e cresciuto in Canada, dove si è laureato in grafica pubblicitaria, Geoff McFetridge si è poi spostato in California, dove si è specializzato alla CalArts, e ora lavora come graphic designer e illustratore a LA.
La sua esperienza multiforme è passata anche da Hollywood, dove a creato titoli animati per vari film e, nel 2013, l’interfaccia grafica del sistema operativo futuristico che compare in Lei di Spike Jonze. La sua carriera è sempre stata bivalente, divisa tra il lavoro commerciale e i progetti personali, come la sua origine, mezza cinese e mezza irlandese.
“Per me disegnare è sempre stato un modo di giocare, un modo per sfuggire alla noia e dare vita alle cose che desideravo e non avevo, ma che potevo disegnare. Non avevo nemmeno i colori e i materiali giusti. Mio padre era avvocato e così usavo i suoi evidenziatori, penne a sfera, matite e carta intestata. Il mio stile, da allora, è rimasto praticamente lo stesso. Io rielaboro le mie idee per anni e anni e questa rielaborazione porta a nuove idee, come un mantra, e la ripetizione diventa gradualmente una melodia e infine una canzone.”
Lo stile minimale serve a Geoff per meglio focalizzare l’attenzione del pubblico sul vero tema dei suoi lavori, ovvero le paradossali incongruenze vissute da personaggi astratti e spesso senza volto. Un filo rosso che attraversa tutte le sue opere e che ci invita a cambiare il nostro punto di vista sulla realtà. È lo stesso Geoff ad aggiungere: “attraverso i miei lavori voglio far sentire il pubblico come se fosse un marziano che guarda il mondo umano con i suoi occhi da alieno“.
I calembour visuali di McFetridge hanno la sorprendente acutezza che abbiamo già apprezzato in Christoph Niemann, ma ricordano anche la geniale semplicità di Saul Steinberg e i daily drawing di Joni Majer. Scoprite tutte le sue invenzioni sul sito e su Instagram. E per chi fosse curioso di conoscerlo meglio c’è un’interessante video-intervista.