(Scroll down for the English version)
Un paio di anni fa facevo la conoscenza attraverso Instagram di un’artista esordiente di nome Frida Castelli. Affascinato dai suoi disegni dal taglio spiccatamente provocatorio decisi di contattarla per scoprire qualcosa in più. L’articolo ebbe un grande successo tra i nostri lettori, sedotti dal suo talento e incuriositi dall’alone di mistero che aleggia intorno alla sua persona.
Il poco tempo trascorso da allora è stato sufficiente per consacrare Frida come una delle illustratrici erotiche italiane più apprezzate, perchè capace di raccontare al proprio pubblico attraverso un diario illustrato la parte più intima del suo essere. Fino ad oggi ha scelto di non svelare la propria identità lasciando che siano le sue opere a parlare per lei: “rispetto al progetto che sto cercando di mettere in piedi è superfluo sapere chi sono“, spiega. Si è concessa tuttavia per una chiacchierata, lasciandoci entrare a piccoli passi nel suo mondo e svelando il luogo in cui nasce la sua arte.
Durante il nostro ultimo incontro ci avevi confidato che la tua arte è, prima di tutto, autobiografica. Questo aiuta a comprendere le diverse fasi che hai attraversato: quella solitaria dei primi mesi, quella malinconica associata alla presenza/assenza di un uomo misterioso, quella dolorosa in cui ti sei relazionata con esseri astratti ed elementi antropomorfi.
Le mie illustrazioni sono ancora il racconto delle mie emozioni. Credo che rappresentino un paradosso tra qualcosa di estremamente pubblico ed estremamente privato. Non è sempre facile gestire questa modalità perché si tratta di esporsi a un pubblico di sconosciuti mostrando un aspetto della mia vita che probabilmente dovrei proteggere anziché raccontare. Si tratta di essere vulnerabili ed esposti al giudizio, alla censura, talvolta alla banalizzazione. L’aspetto positivo però, quello per cui ancora, dopo anni, disegno (quasi) quotidianamente è l’effetto liberatorio di potersi guardare da fuori, attraverso centinaia di disegni che in qualche modo mantengono in vita sensazioni che in nessun altro modo avrei potuto ricordare così profondamente.
Oltre alla vita privata, quali sono le tue fonti di ispirazione?
La mia vita privata è la principale fonte di ispirazione ma la musica, il cinema e la poesia sono un ingrediente fondamentale per il mio lavoro.
In tal caso puoi citare una canzone, un film e una poesia che ti rappresentano?
È difficile trovare qualcosa che mi rappresenti in assoluto, ma Racconto sentimentale di Nichita Stănescu è una poesia che mi affascina molto. Per quanto riguarda una canzone mi viene in mente Sentimental (WMD). Il film è un grande classico: I ponti di Madison County.
La tua arte sta suscitando enorme interesse, soprattutto sui social, dove i tuoi profili contano centinaia di migliaia di follower affezionati.
Il fatto di essere seguita da così tante persone mi fa certamente molto piacere, ma cerco sempre di concentrarmi sui miei obiettivi perché non voglio che quello che faccio venga influenzato da vanità e autocompiacimento.
Questo ti condiziona in qualche maniera?
Mi rendo conto di avere una responsabilità nei confronti di chi mi segue, ma il mio impegno si limita a far trovare ai miei ospiti un ambiente sereno e amichevole come se dovessi accoglierli in una grande casa aperta a tutti.
Di recente abbiamo assistito alla distruzione di alcune opere che hai strappato con le tue stesse mani per poi sigillarle dentro a sacchetti di plastica. Per quale motivo hai sentito l’esigenza di compiere un gesto così estremo?
Qualche settimana fa ho cominciato a strappare i disegni a cui tenevo di più. Per me è stata un’evoluzione naturale del racconto, un aggiornamento realistico e coerente al significato dei miei autoritratti. D’altra parte ho notato che questo gesto ha suscitato reazioni che mi hanno fatto riflettere. La maggior parte delle persone ha visto in un disegno strappato solo spazzatura, qualcosa che aveva completamente perso il suo valore e hanno reagito come se io avessi distrutto qualcosa che ora non esiste più. Ma tutto ciò che ci circonda muta in maniera così fluida che è impossibile definirlo in modo dicotomico. Così la chiave di lettura ha più attinenza con il concetto di quello che in matematica si chiama logica sfumata, che definisce la linea di demarcazione tra un oggetto e un non-oggetto durante una mutazione.
Non temi un domani di pentirtene?
Non credo che possa succedere. Del resto i frutti che rimangono aggrappati al ramo sono destinati comunque a marcire.
Parlaci dei tuoi libri. Ne hai già pubblicato quattro tra raccolte e inediti.
I primi tre libri sono raccolte di disegni e testi brevi che ho scritto in un periodo in cui l’amore mi aveva completamente travolto. Frattaglie, invece, è un libro d’addio. Completamente diverso dai primi tre, sia per il formato che per i contenuti, ha un’impronta patafisica e contiene disegni inediti in bianco e nero realizzati a china. Inoltre quattro importanti chef italiani hanno creato per me delle ricette per cucinare idealmente le mie frattaglie, ovvero ciò che rimane dopo la fine di una storia d’amore.
Stiamo assistendo a un dilagare di artisti che si cimentano con l’illustrazione erotica, solo su Instagram ogni giorno ne spunta qualcuno di nuovo. Un vero e proprio trend, ormai. Qual’è la tua opinione sulla questione?
In questa folla di nuovi creativi che si autoproclamano artisti io vedo più un’ansiosa ricerca di affermazione nella società alimentata da like e follower da parte di un pubblico impreparato e ingordo di immagini da consumare velocemente. Trovare un modo per esprimersi è molto importante per ogni individuo ma per essere rilevanti è indispensabile innanzitutto una solida formazione e una ricerca continua. Molto spesso, davanti a una illustrazione, io vedo solo l’espressione di un impulso. Ma esprimere un impulso è piuttosto semplice, anche se alcuni riescono a trovare un linguaggio più efficace di altri. L’arte secondo me deve esprimere un sentimento e il sentimento è l’evoluzione dell’impulso (come dice Umberto Galimberti in riferimento all’analfabetismo emotivo).
In questi giorni siamo incappati nella censura di Instagram per via di un’illustrazione di Sofia Paravicini in cui si vedevano dei capezzoli. Tu come gestisci il problema dei segnalatori incalliti e, in generale, della censura?
La censura è sempre sbagliata. Il modo poi in cui Instagram applica le proprie regole per “rendere la community un ambiente sano e pulito” è fuori da qualsiasi logica di buon senso. In questi anni ho assistito alla chiusura di molti profili di colleghi che seguivo volentieri, ma che per qualche strano motivo sono stati oscurati. Probabilmente prima o poi toccherà anche a me, ma nel frattempo mi auguro che chi si sente offeso da un disegno possa dedicare le sue energie per combattere battaglie un po’ più significative.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
In questo momento c’è una tazzina di caffè, fogli, matite e colori.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
@porous_walker
@robertoferri_italianpainter
@henrikaau
Se non fossi un artista, chi saresti?
In realtà artista lo sono diventata col tempo nel senso che ho iniziato senza nessuna finalità in merito, per poi ritrovarmi a dover fare i conti con quella che è diventata anche una professione.
–––
ENG
During our previous meeting you told your art is, first of all, autobiographical. This helps to understand each different stage you went through: the solitary phase of the first months, the melancholy one linked to the presence/absence of a mysterious man, and the painful one during which you related to abstract beings and anthropomorphic elements.
My illustrations describe my emotions. I think they represent a paradox between something extremely public and private. Sometimes it can be complicated to expose yourself to an audience of strangers and even more to show a part of life that should be private. It’s about being vulnerable but also aware of being exposed to judgment, censorship and sometimes to trivialization. The reason why even today I keep drawing is because it allows me to see myself from the outside. Through drawings I can keep alive emotions that otherwise I couldn’t have remember so deeply.
Do you have other inspirations apart from private life?
The biggest inspiration is my private life but music, cinema and poetry are necessary for my job.
Can you list a song, a film and a poetry which better represent you?
It’s hard to find something that represents me, but “Racconto Sentimentale” of Nichita Stanescu fascinates me a lot. If I have to think about a song, “Sentimental” (WMD) comes to my mind. My favorite movie is “The Bridges of Madison County“, a great classic.
Your art is arousing enormous interest especially on the web word in which you have a large amount of followers.
I’m glad a lot of people like my work but I prefer to put my concentration on my goals because I don’t want my job to be influenced by vanity and complacency.
Does it condition you?
I know I have a great responsibility towards those who follow me, even if I just try to create a serene and friendly atmosphere as if I had to welcome them in a big home open for everyone.
A few weeks ago we witnessed the destruction of some works that you ripped with your own hands and then sealed them in plastic bags. Why did you feel the need to make such an extreme gesture?
A few weeks ago I started tearing up the drawings I wanted most. For me it has been a natural evolution of the story, a realistic and coherent update to the meaning of my portraits. On the other hand, I noticed that this gesture have provoke reactions that made me think. Most people saw only garbage in a torn design, something that had lost its value, and they reacted as if I had destroyed something that no longer exists. But everything around us changes so fluidly that it is impossible to define it dichotomously. Thus the key to interpretation has more relevance to the concept of what in mathematics is called fuzzy logic that defines the dividing line between an object and a non-object during a mutation.
Aren’t you afraid to regret it?
I don’t think it could happen.
Can you talk about your books? You have already published 4 of them, some collections and some unpublished works.
The first three books are collections of drawings and short texts that I wrote at a time when love had overwhelmed me. Instead, “Frattaglie” it’s a farewell book.
Completely different from the first three books, both in terms of format and contents, it has a pataphysical imprint and contains unpublished black and white ink drawings. In addition, four important Italian chefs have created recipes for my own cooking “frattaglie”, which is what remains after the end of a love story.
There is a spread of artists who engage in erotic illustration especially on Instagram. It’s becoming a trend. What’s your opinion on the matter?
In this new crowd of creatives who proclaim themselves artists I see more an anxious search for affirmation in the society fueled by likes and followers by an audience unprepared and greedy for images to be consumed quickly. Finding a way to express yourself is very important for each individual but to be relevant, a solid training and continuous research are essential. Very often, before an illustration, I see only the expression of a pulse. But expressing an impulse is quite simple, although some can find a language more effective than others. The art in my opinion must express a feeling and the sentiment is the evolution of the impulse (as Umberto Galimberti says in reference to emotional illiteracy).
These days we ran into Instagram censorship because of an illustration by Sofia Paravicini showing nipples. How do you handle the problem of censorship?
The censorship is always wrong. The way then in which Instagram applies its own rules to “make the community healthy and clean” is out of any logic of common sense. In recent years I have witnessed the closure of many profiles of colleagues I gladly followed, but which for some strange reason have been obscured. Probably, sooner or later, it will also be my turn, but in the meantime I hope that those who feel offended by a design can devote their energies to fighting slightly more significant battles.
What’s on your desk?
Right now there is a cup of coffee, sheets, pencils and colors.
Three artists that you would recommend to our readers.
@porous_walker
@robertoferri_italianpainter
@henrikaau
If you weren’t an artist, who would you be?
Actually, I became an artist over time in the sense that I started with no purpose in this regard, and now I have to deal with the fact that it has become my profession.
_
(Translation: Clara Kurti)