Il tratto preciso, pulito e sicuro del disegno, base fondamentale dello stile ha scelto per le sue opere, è il risultato di tanta disciplina, la stessa che ci vuole per esercitare un lavoro difficile come quello di medico. Perchè Francesco Di Santo è artista per passione ma nella vita lavora a Cuneo come medico generalista, medico estetico e medico di continuità assistenziale.
Per lui l’Art Nouveau non è un divertissement vintage ma uno stile espressivo che ha ancora molto da dire. Bellezza e precisione: un binomio che Francesco usa per strutturare le sue composizioni, che hanno basi geometriche evidenti e ricorrono alla sezione aurea, altro grande “segreto” costruttivo dell’arte classica. I titoli in latino contribuiscono a ricreare lo stesso spirito che animava le opere pubblicate su Ver Sacrum, la rivista uscita dal 1898 al 1903 e fondata da Gustave Klimt come organo ufficiale della Secessione viennese.
Ecco cosa Francesco ci ha raccontato di lui.
Nome: Francesco Salvatore Di Santo
Data di nascita: 16/11/1990
Professione: Medico
Cittá: Cuneo
Instagram: @fradis_art
Facebook: fra.dis.art
Ciao Francesco e benvenuto su Picame. Presentati ai nostri lettori.
Sono Francesco Di Santo, medico di professione e artista per passione. Sono originario di Cuneo ma nel corso dei miei studi ho vissuto alcuni anni anche a Benevento, a Roma, dove ho conseguito la laurea in medicina, e a Torino, dove mi sono diplomato in Medicina Generale. Attualmente sto concludendo gli studi di formazione superiore nella Scuola Internazionale di Medicina Estetica di Roma. Per quanto riguarda il lavoro mi sto dedicando a varie attività, tra cui medico generalista, medico estetico e medico di continuità assistenziale nella provincia di Cuneo, dove da qualche anno sono tornato a vivere.
Come nasce la tua passione per l’arte?
L’interesse per l’arte e per il disegno fa parte di me da quando ho memoria. In casa dei miei genitori sono appesi quadri che ho realizzato addirittura durante il periodo della scuola elementare. Non è una caratteristica che tengo nascosta, anzi le persone che mi conoscono probabilmente mi identificano come artista ancor prima che come medico. Purtroppo peró non ho mai avuto l’opportunità di dedicarmi a studi artistici poichè prima il liceo e soprattutto l’università hanno assorbito la maggior parte del mio tempo.
Come mai ti sei orientato verso lo stile Art Nouveau?
Ho sempre avuto un particolare interesse per il disegno a inchiostro, soprattutto durante gli anni del liceo, forse perchè in parte ho subito l’influenza dei fumetti che in quegli anni leggevo avidamente. Successivamente, dopo anni di disegno in bianco e nero, ho iniziato a voler inserire del colore nelle mie creazioni. Ho provato con i pastelli, con i Pantoni, ma quello che mi ha dato maggior soddisfazione è stato l’acquerello. Con l’inizio degli studi di medicina ho cominciato a fare illustrazioni anatomiche e spesso prendevo come riferimento le vecchie tavole illustrate di medicina di inizio ‘900. Durante gli anni universitari la mia attività creativa ha subito un notevole freno, ed è solo dopo aver concluso gli studi ed essere tornato a vivere nel Nord Italia che ho ripreso la mia attività artistica. Ho realizzato un poster per un amico e il risultato è stato così apprezzato che mi hanno chiesto di realizzarne altri per feste ed eventi. Per poter fronteggiare questa nuova attività ho iniziato a maneggiare il disegno digitale. La mia consolidata attitudine all’utilizzo preponderante della linea, il colore morbido degli acquerelli, l’interesse per le tavole anatomiche e le illustrazioni vintage, hanno trovato il perfetto connubio nell’Art Nouveau, che da quel momento in avanti è diventata la mia principale corrente artistica di riferimento.
La tua specializzazione medica richiede una grande dedizione, come quella che è necessaria per l’arte; come riesci a gestire il tuo tempo nei rispettivi ambiti?
Attualmente pratico come medico generalista, medico estetico e medico di continuità assistenziale, ma è probabile che a breve inizieró un nuovo percorso di specializzazione. L’avvento del COVID, proprio all’inizio del corso di studi specialistici, è stato estremamente intenso poichè noi medici in formazione siamo stati quelli che si sono visti dislocati in prima linea nel fronteggiare l’emergenza. Nel 2020 e inizio 2021 sono arrivato a coprire anche 12-13 turni notturni al mese, tra l’altro svolti a ritmi molto intensi. Per fronteggiare lo stress che si andava rapidamente accumulando in quel periodo ho ritrovato ancora una volta nell’arte la mia principale valvola di sfogo. Ma vivendo le mie giornate quasi interamente in ambulatorio o in ospedale, mi era ovviamente impossibile portare il materiale necessario per disegnare, ed è stato a quel punto che sono passato definitivamente al disegno digitale. Portare con me un tablet durante il lavoro era semplice, e tra una visita e l’altra potevo dedicarmi anche solo per pochi minuti al disegno riuscendo a staccare la mente dal lavoro. Molti dei miei disegni, probabilmente la maggior parte, sono infatti stati realizzati pressochè interamente sulla scrivania di un ambulatorio, appoggiato ad un lettino da visita o durante un turno di notte in ospedale. Ora che l’emergenza sanitaria è sostanzialmente finita il tempo libero è sicuramente aumentato ma il disegno digitale è ormai diventato parte integrante della mia attività artistica.
Hai notato se le tue due passioni si influenzano a vicenda o se sono complementari?
La medicina e l’arte possono trovare molti punti in comune, ma nel mio caso si è trattato più di una convivenza forzata che di una armoniosa interazione, ciò nonostante ha segnato in maniera netta quello che è ormai il mio modo di creare, e tutto sommato mi reputo felice dell’evoluzione che il mio metodo ha subito da questa esperienza. Anche i temi da me trattati hanno subito un‘influenza dalla mia vita professionale: la morte, ad esempio, è un elemento che inevitabilmente tocca l’attività di un medico. Nei miei pochi anni di esperienza professionale ci ho già avuto a che fare in maniera diretta e le riflessioni che spesso ne ho tratto hanno più di una volta preso forma nelle mie opere.
Dall’acquarello alle tecniche digitali: pregi, difetti, preferenze?
L’acquerello è una tecnica splendida che se usata con metodo può portare a risultati meravigliosi. Quello che maggiormente mi piace è il fatto che il colore steso abbia una texture unica che purtroppo è quasi impossibile riprodurre in maniera digitale. L’illustrazione digitale dal canto suo presenta innumerevoli comodità e ha un immenso potenziale, anche se all’inizio è stato un po’ come ricominciare ad imparare a disegnare. I risultati creati dal vivo con carta, pennello e colore sono davvero immersivi e “magici”. Quelli con gli strumenti digitali peró possono essere davvero strepitosi quando si inizia a padroneggiare lo strumento.
C’è uno dei tuoi lavori al quale sei più affezionato?
È uno dei primi che ho realizzato in digitale e si intitola “L’Ultimo Viaggio”. L’ho realizzato per una mostra amatoriale presentata qualche anno fa in un piccolo borgo nelle Langhe. Le opere sarebbero state stampate su dei tessuti impermeabili per poterle esporre all’esterno, lungo una strada del borgo. Per questo motivo ho deciso di realizzare l’opera in digitale, nonostante fossi ancora alle prime armi con questa tecnica. Il risultato finale mi ha convinto a perfezionare la tecnica digitale. L’opera ha come tema centrale quello della morte, che ho voluto però trattare conferendogli un senso di conforto e una chiave di lettura ottimistica, con il significato di “viaggio intermedio” o di “trasformazione”, e non di termine. La didascalia che ho voluto allegare all’opera in occasione di quella mostra è stata “durante il nostro ultimo viaggio non saremo soli, né quando partiremo né dove arriveremo”.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Tra quelli che hanno avuto un notevole impatto sul mio percorso artistico c’è sicuramente Alfons Mucha, una costante fonte di ispirazione stilistica le cui illustrazioni hanno un’armonia compositiva pressoché perfetta. Francisco de Goya, maestro indiscusso per la potenza narrativa delle sue opere, perché sa trasmettere una storia intera grazie ad una sola immagine. Ed infine, ma non per importanza, Frida Kahlo: oltre ad apprezzarla come artista mi affascinano anche la sua vita e gli eventi spiacevoli che l’hanno caratterizzata e hanno avuto un impatto fondamentale nella sua evoluzione artistica.
Un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Spero tanto un giorno di poter conoscere lo scultore napoletano Jago, un grande artista contemporaneo. Anche se il mio e il suo metodo viaggiano su binari completamente differenti rivedo in lui quello che io stesso sto adottando nella mia arte, ovvero la reinterpretazione in chiave moderna di uno stile artistico secolare. Infatti, come lui si è abbondantemente ispirato alla scuola scultorea rinascimentale, reinterpretandola intelligentemente per raccontare tematiche nuove e innovative, così io allo stesso modo sto cercando di fare con l’Art Nouveau, uno stile artistico che ritengo ancora lungi dall’aver esaurito il suo potenziale espressivo.
Hai qualche altra passione o sogno nel cassetto?
Se oltre al mio mestiere e all’arte dovessi identificare ancora un terzo elemento che mi appassiona, probabilmente risponderei senza troppa fatica che si tratta della musica. Sono cresciuto con la musica; mio padre, oltre ad essere anche lui un medico, è un musicista incallito. È stato perciò inevitabile che io ne subissi l’influenza. Quando disegno o quando elaboro un’opera, lo faccio con le cuffie nelle orecchie, e se la musica smette di suonare la mia mente smette di farsi ispirare. Tra i molti sogni nel cassetto mi piacerebbe fare un libro con le mie opere e poterlo vedere un giorno esposto nella vetrina di una qualche libreria mentre mi trovo a passeggiare in città.
Su cosa hai lavorato in questo periodo?
Ho ricevuto l’invito a partecipare ad una mostra incentrata sul tema del vino che si terrà in provincia di Trento, e da appassionato quale sono (come ogni cuneese che si rispetti), non ho potuto rifiutare la proposta.