C’è più di un fil rouge a collegare la produzione Eduardo Morciano. Verrebbe quasi da definirla come una raccolta di dipinti digitali, proprio come come se ci trovassimo a volte di fronte ad acquerelli o dipinti a olio. Anche le palette sono molto simili tra loro: ottanio, rosa, indaco, arancione, in tutte le loro sfumature, con contrasti forti. L’abbiamo intervistato per farci raccontare qualcosa di più.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Eduardo Morciano
Data di nascita: 1 Gennaio 1990
Professione: Illustratore
Luogo di residenza: Lecce
Sito web: fluttuante.com
Instagram: @fluttuante
Ciao Eduardo, iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao a tutti, sono Eduardo Morciano, vivo a Lecce e faccio illustrazione da circa quattro anni con il nome di “Fluttuante”. Amo i fumetti, l’umorismo surreale e le passeggiate in spiaggia.
Come mai “Fluttuante”?
Mi trovavo in Inghilterra per l’Università e cercavo un nome per il mio progetto. Notai che i miei colleghi di lì nutrivano un grande interesse per i nomi italiani. Li trovavano esotici ma soprattutto cool. Decisi che avrei scelto un nome italiano, ma dovevo trovarne uno a cui non fosse associata nessuna pagina Instagram… il resto è storia!
Come descriveresti il tuo stile e che tecnica utilizzi?
Credo che il mio stile sia abbastanza minimalista, nel senso che i soggetti sono di solito pochi e caratterizzati da tratti semplici, mentre i colori sono ricercati, con contrasti forti. Amo la buona composizione e l’armonia, ma qualcuno ci salvi da chi definisce l’illustrazione un’arte “decorativa”! Per lavoro utilizzo un tablet e le mie immagini sono praticamente tutte digitali, ma amo anche imbrattare i miei albi a matita oppure con dei pennarelli neri.
Nella tua biografia di Instagram scrivi: “Faccio arte mentre ascolto musica”. Molte delle tue opere infatti sono cover di album musicali: al di là delle commissioni, che impatto ha la musica nei tuoi lavori più personali?
Mi piace pensare che la musica sia l’unica condizione necessaria affinché si possa ballare, liberando il proprio spirito. È così anche per me, anche se non ho mai mosso un passo di danza in vita mia. La musica è una delle chiavi più efficaci per aprire le porte dell’immaginazione.
Quali sono i principali messaggi che vuoi lanciare, vista la varietà tematica delle tue illustrazioni?
Le mie illustrazioni personali, soprattutto quelle editoriali, accompagnano messaggi più o meno espliciti legati all’attualità. In generale però preferisco quelle che lasciano spazio ad una minima interpretazione. Le illustrazioni non sono di chi le crea, in fondo, ma di chi si ferma a guardarle.
Mostraci uno dei lavori a cui sei più affezionato.
“STOP” è l’illustrazione con la quale ho partecipato al concorso Tapirulan del 2022. È un’illustrazione a cui tengo molto, sia perché contiene un messaggio credo abbastanza interessante, sia perché è stata inclusa nella shortlist delle 12 illustrazioni che formano il calendario della diciassettesima edizione del concorso. Ho visitato l’associazione di Cremona in passato ed è un gran piacere essere stato incluso nei finalisti.
Hai dei progetti per il futuro di cui puoi darci qualche anticipazione?
Oltre allo studio, a cui provo a dedicarmi quando posso, sto collaborando a molti progetti interessanti, soprattutto editoriali e nel campo del fumetto. Di quest’ultimo sono un grande appassionato, e chi mi conosce sa che sono anche un accanito divulgatore. Credo che la nona arte abbia ancora tanto da dire nel ventunesimo secolo. Nell’epoca della comunicazione visuale ininterrotta da parte dei media trovo che si faccia sempre più fatica a fermarsi, una volta ogni tanto, per contemplare un’immagine o leggere una storia.