Nato in provincia di Milano nel 1987, Edoardo Tresoldi inizia prestissimo a interessarsi all’arte. A nove anni già frequenta lo studio del pittore milanese Mario Straforini dove inizia a studiare disegno, quindi si iscrive all’Istituto d’Arte di Monza e nel 2009 è a Roma come scenografo per il cinema. Qui scopre la tecnica della rete metallica, che caratterizza tutt’ora i suoi interventi e lo accomuna ad artisti come il catalano Jaume Plensa.
Con la sua prima scultura, un uomo che guarda il paesaggio, si rende conto che la trasparenza data dalla rete include e racconta il paesaggio attorno a sé. Questo, a sua volta, determina e cambia gli “stati d’animo” della scultura stessa con il variare della luce e delle condizioni atmosferiche. Il passaggio alle architetture in scala reale non è altro che la naturale continuazione della sua ricerca artistica: con i volumi Edoardo scolpisce l’aria e genera un oggetto metafisico, come nel caso della Basilica paleocristiana di Siponto, nei pressi di Manfredonia. Edoardo definisce il proprio lavoro con la poetica della materia assente:
“Pensare ad un paesaggio come ad una scultura. Scolpire il paesaggio. Metterci in contatto con l’dentità e la sacralità di un luogo“.
La sua fama è internazionale. Forbes lo ha inserito tra i 30 giovani artisti più influenti del 2017 e le sue installazioni sono presenti da Abu Dhabi agli Stati Uniti. Il suo ultimo progetto, intitolato Etherea, risale ad aprile di quest’anno ed è un’installazione ideata per il Coachella Valley Music and Arts Festival: tre architetture ispirate al barocco e al neoclassico, dalle forme identiche ma di altezze crescenti, da 11 a 22 metri.
Qui trovate lo speech per il TED bolognese dello scorso anno, dove Edoardo spiega i segreti del suo lavoro. Per tutto il resto visitate il suo sito personale e seguitelo su Instagram.