Sono ormai undici anni che Dino Caruso Galvagno vive e lavora nella penisola iberica, tanto da considerarla la sua seconda patria e chiederne la cittadinanza. Non ha però mai perso i legami con l’Italia, dove è nato e dove è nata la sua passione per il disegno. Un percorso artistico che comincia all’Istituto Statale d’Arte di Catania e continua all’Accademia di Belle Arti, dove studia pittura, per concludersi allo IED di Barcellona, dove impara illustrazione e animazione. Oggi collabora con diverse testate tra cui il Corriere della Sera. Gli abbiamo fatto qualche domanda.
IDENTIKIT
Nome Cognome: Dino Caruso Galvagno
Data di nascita: 30 Aprile 1988
Professione: illustratore, animatore, artista visuale, insegnante
Città: Madrid
Sito web: dinocarusogalvagno.com
Instagram: @dinocarusogalvagno
Ciao Dino e benvenuto su Picame. Puoi presentarti ai nostri lettori raccontandoci chi sei, da dove vieni e che cosa fai?
Ciao a voi e grazie per avermi invitato. Mi chiamo Dino Caruso Galvagno, vengo da un paese che di solito nessuno si ricorda, si chiama Adrano e si trova alle pendici dell’Etna in Sicilia. Disegno, da un sacco di anni, a volte faccio animazioni di qualche disegno e qualche ora ogni settimana insegno illustrazione, animazione e creazione di videogiochi in alcune scuole di Madrid.
Quando è iniziata la tua passione per il disegno e l’arte?
Si può definire passione qualcosa che ho sempre fatto da quando ho memoria? Non lo so. I primi ricordi che ho di me ragazzino sono disegnando. Quella per l’arte, nelle sue forme più ampie si che è iniziata più tardi, da una coscienza più consapevole di cosa mi attraeva e mi interessava, mi emozionava veramente, prima dell’adolescenza.
Ricordi il tuo primo disegno?
Ricordo molti disegni nei margini delle pagine dei libri in casa. Pensandoci c’è un disegno completo che ricordo più degli altri fatto con i pennarelli Giotto, di cui ripetevo più e più volte la tematica all’età di quattro cinque anni: era un’isola proprio al centro di un oceano enorme e non troppo calmo, selvaggia, piena di vegetazione. Era abitata, così come le acque attorno, da creature fantastiche di ogni tipo, mitologiche, inventate dalla mente di un ragazzino di cinque anni. Ricordo il desiderio di abitare in quell’isola o forse ci abitavo già essendo quella l’isola fatta da me.
C’è uno dei tuoi lavori al quale sei più affezionato?
Quando hai già l’archivio dello studio colmo di tanti lavori è difficile sceglierne uno solo, ciò nonostante forse ho un lavoro degli ultimi anni che di solito passa inosservato a cui sono più affezionato ed è l’illustrazione in cui due personaggi accanto ad un’auto, con una lettera aperta in mano, guardano una nave volante andare via. Di quella illustrazione sono soddisfatto delle tonalità che ho utilizzato che mi affascinano molto, ma sopratutto perché quella immagine nata in un pomeriggio di bozzetti per me stesso esprime un concetto che mi è molto caro da sempre ed è quello sviluppato dal filone narrativo della letteratura greca antica chiamato Nóstos dal quale viene la parola Nostalgia. Un po’ il viaggio di Ulisse, un po’ la nostalgia della propria terra (o di cose o terre mai vissute), dell’avventura, del ritorno, della casa.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Che responsabilità, facciamo che te ne dico uno per ogni paese Jorge Gonzaléz, Veronica Ruffato e Vivien Mildenberg.
Un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona? Ultimamente sono un po’ in fissa con le figure ed il gran lavoro di Leonora Carrington e Remedios Varo. Ritrovarmi a conversare con anche solo una delle due nel loro studio sarebbe incredibile.
Hai qualche altra passione o sogno nel cassetto?
Faccio alcune cose quando non disegno e mi appassionano tutte. Sono una di quelle persone che non riesce ad obbligarsi a fare qualcosa che non lo smuove dentro. Sono un grande appassionato di cinema e letteratura. I fine settimana di solito mi dedico all’escursionismo, alla scalata. La mia casa sta assumendo più le sembianze di un bosco per la presenza crescente un po’ fuori controllo di piante. A volte scrivo. Non sono sicuro di avere un sogno nel cassetto concreto, mi piacerebbe poter continuare a fare ciò che faccio.
Puoi dirci su cosa stai lavorando in questo periodo?
Sto lavorando, ormai agli sgoccioli, ad una animazione per UNHCR, e sto realizzando una illustrazione per un concorso internazionale di arti visive. Poi sempre nei tempi morti tento di dedicarmi a progetti personali non cominciati o lasciati a metà.