In un primo momento sono stata attirata dal bizzarro uso dello spazio vuoto, poi piano piano risucchiata da un aggraziato quanto potente immaginario, fatto di geometrie storte e anatomie imprecise, festosamente riunite in uno stile gioioso e coloratissimo.
Poi finalmente ho trovato il tempo di staccare gli occhi dalle immagini per scoprire che l’autrice è la giovanissima e intrepida Daria Solak, classe 1991, che in poco più di tre anni ha scalato e conquistato il mondo dell’illustrazione, compreso il magazine di culto Frankie. Non è difficile capire perché: in ogni tavola l’apparente ingenuità del segno e la tecnica che sapientemente ricalca le pratiche infantili guidano piano lo spettatore alla scoperta di un universo sé stante, in cui figure e oggetti vivono all’interno di una propria dimensione, serena e allegra. Quella in cui anche noi vorremmo vivere.