Lo stile fresco e spontaneo di Giovanni Da Re si adatta perfettamente anche alle tematiche più sensibili. Le palette ricche e vivaci, unite a un segno che rimanda al fumetto, rendono l’osservatore partecipe e in sintonia con le situazioni rappresentate.
Tra i suoi clienti figurano The Wall Street Journal, Financial Times, Die Zeit, oltre a grandi editori come Mondadori, De Agostini e Zanichelli. Lo abbiamo intervistato per voi.
Nome Cognome: Giovanni Da Re
Data di nascita: 27/03/1978
Professione: illustratore
Città: Vittorio Veneto (TV)
Sito web: www.giovannidare.com
Ciao Giovanni e benvenuto su Picame. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Certo, sono GIovanni Da Re, illustratore. Dopo la maturità scientifica, ho conseguito il diploma triennale in illustrazione alle IED di Milano, nel lontano 2001. Da allora lavoro per riviste, libri per ragazzi e per la scolastica, clienti italiani ed esteri. Per creare uso solo Mac e digitale, da anni non uso una matita. E lo dico con un pò di dispiacere. Recentemente lavoro affiancato dal mio agente, George Grace: grazie a lui non mi sento solo come un’isola, lavorativamente parlando!
Ricordi il tuo primo disegno?
Il primo onestamente no, ma ho passato la mia infanzia e adolescenza a disegnare. Prima affascinato dai cartoni, per lo più giapponesi e poi dai fumetti Marvel. Grande spazio anche a libri di storia, preistoria e scienza con illustrazioni fantastiche, di cui ho ancora un gran ricordo. Devo dire che c’erano dei grandi professionisti (per esempio Tony Wolf, di cui recentemente Tapirulan ha fatto una bella mostra), che accendevano l’interesse dei lettori. Un cosa curiosa: da piccolo facevo un sacco di quelli che oggi si chiamano flip-book, una serie di disegni in sequenza che danno l’illusione di una animazione.
Parliamo di intelligenza artificiale generativa. Da quello che hai potuto vedere o sperimentare, la consideri un aiuto o una minaccia?
Allora: l’avanzata delle varie IA la guardo con sospetto. Dietro l’etichetta IA ci sono tante cose e forse anche solo il nome è fuorviante. Ho provato vari servizi, per capire cosa abbiamo davanti: esperienza destabilizzante il primo contatto con Chat GPT e allucinante vedere certe immagini create partendo da pochi prompt o descrizioni. Tra parentesi, queste immagini artificiali mi stanno già venendo a noia.
Detto questo, temo che sia l’ennesimo modo di pochi per imporsi ai molti. Trovo irritante la facilità con cui si pensi di cancellare lavori (quindi persone, che sono dietro a questi lavori) solo perchè è tecnicamente alla portata. Preoccupante l’invasione in campi in cui storicamente si usa l’ingegno umano (arte, scrittura etc). Ogni tanto penso a quei ragazzi e ragazze che hanno la passione del disegno: chi glielo fa fare a spendere anni e fatica imparando, se hanno già una soluzione come l’IA generativa? Avrebbe forse più senso se fosse solo nella direzione di rendere più facili certi automatismi.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Emiliano Ponzi di sicuro, non solo perchè è un amico ma perchè è un grande professionista che ha dato il massimo e ha portato l’illustrazione fuori dai suoi soliti luoghi.
Chris Samnee, fumettista americano: ma quanto è bravo?!
Ashely Wood, artista australiano: guardo un paio di cose sue e subito mi viene voglia di disegnare.
Oltre all’illustrazione hai altre passioni o hobby a cui dedichi il tuo tempo libero?
Si, le passioni non mancano mai. Teologia/testi cristiani e tutto quanto riguarda Gesù, stare nella natura, videogiochi, corsa, bici, yoga e ultimamente tango con la mia compagna.
C’è un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Sicuro mi sto dimenticando qualcuno di fondamentale, ora come ora mi viene in mente Jama Jurabaev. È un talentuoso concept artist (suoi i lavori alla base di tanti film e serie recenti) che spinge tanto nell’implementare più approcci (dal 2D al 3D) e nuovi modi di risolvere problemi (da Photoshop a Blender e mille risorse nel mezzo!). Ma anche Mike Mignola, ora che ci penso… Oppure Dave McKean, autore delle copertine di Sandman.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Pochi giorni fa ho avuto l’occasione, per la prima volta, di illustrare tematiche cristiane per una rivista americana. Mi ha fatto grande piacere. Entro un anno mi piacerebbe avere altre occasioni simili.