Intervista multipla con gli illustratori di Binario 18: Elia Colombo, Mauro Gatti, Ale Giorgini e Van Orton

Tra tre giorni esatti inizia Binario 18, primo festival romano dedicato alla creatività. Ne abbiamo parlato qualche tempo fa qui, e torno a farlo oggi in compagnia di alcuni dei suoi protagonisti, quattro artisti italiani accomunati da un’approccio ironico e pop all’illustrazione.

Il festival è alla sua prima edizione ma è già ricchissimo di attività e ospiti illustri, con un programma che, da venerdì a domenica, prevede live performance musicali ed artistiche, talk, workshop (ma fate presto perchè le iscrizioni chiudono oggi!) e tutto ciò che di creativo possa venirvi in mente. Come ogni festival che si rispetti non mancano poi le zone food&beverage, shopping e relax. Insomma, tra ispirazione e svago, c’è da perderci il weekend!

Per dare un ordine a tutto questo popò di contenuti Officine Farneto, la location del festival, verrà suddivisa in aree, ciascuna dedicata ad una macro-tematica. Nell’area PAPER, occupata dai creativi che con la carta – reale o digitale che sia – ci lavorano tutti i giorni, saranno presenti anche Ale GiorginiElia ColomboMauro Gatti e i fratelli Van Orton. Prima però di leggere la loro intervista multipla vi ricordo di non perdere di vista inostri social nei prossimi giorni, in particolare Instagram e Facebook, perchè regaleremo una vagonata di biglietti omaggio!

Ciao ragazzi, benvenuti su Picame! Mancano pochi giorni all’inizio di Binario 18, che cosa porterete di vostro al festival?
ELIA:
Ciao Andrea, e grazie per questa opportunità! Il festival è ormai dietro l’angolo e non vedo l’ora. Sarò presente con una serie di opere personali in esposizione: 10 tra le più rappresentative!
MAURO: Un esclusivo collegamento streaming prematurato VOIP multimediale in fibra ottica confaldina dalla California insieme al mio bestie Ale Giorgini. Tra aneddoti lavorativi e pratici consigli, cercheremo di teleportare uno spritz da Roma a Los Angeles, esclusiva mondiale!
ALE: In realtà non porterò nulla. Nel senso che tutto quello che di mio si vedrà a Binario18 lo creerò live lì alle Officine Farneto. Sarà quindi una sorpresa anche per me!
VAN ORTON: Grazie!! Siamo molto contenti di far parte di questo evento. Durante i tre giorni esporremo alcuni nostri lavori per tre cluster differenti (Paper – Billboard – Clothes). Per le prime due sezioni saranno stampe su grande formato mentre per il cluster “Clothes” verrà mostrata la giacca invernale realizzata in collaborazione conColmar.

Ironia e stile pop sono gli elementi che vi accomunano. Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?
ELIA:
Come spesso mi capita di sostenere, non importa tanto che cosa ci ispiri, ma piuttosto il modo in cui ci lasciamo ispirare. Non considero l’ispirazione come un “agente esterno”, ma piuttosto come un “moto interiore”, e quindi ogni cosa può esser fonte di ispirazione, anche la più insignificante.
MAURO: Ricordo con orgoglio il processo di creazione di una delle mie opere più importanti, la Pera Scoreggiona. Mentre passeggiavo al mercato ortofrutticolo di Milano, scorsi una pera dalle fattezze quasi umane, le sue rotondità mi ricordavano un culo. Il mio cervello, cresciuto con la trinità Vitali/Banfi/Buzzanca, ha subito creato il collegamento culo-scorreggia e da lí è stato un attimo trasferire tutto su carta.
ALE: Non ho dei luoghi specifici, fisici o virtuali, o dei riferimenti particolari ai quali mi affido per creare le mie illustrazioni. Quindi – sembrerà banale – ma davvero qualsiasi cosa può innescare il processo creativo.
VAN ORTON: L’estetica visiva degli anni ’80 è la nostra principale ispirazione. Siamo stati ispirati involontariamente, basta ripensare ad alcune grafiche e packaging di giocattoli della nostra infanzia. Il progetto Van Orton è nato proprio omaggiando e reinterpretando alcuni film di culto di quegli anni.

Digitale VS analogico: uno strumento tradizionale ed uno tecnologico a cui non potreste mai rinunciare.
ELIA: 
Mi sento principalmente un designer, quindi sceglierei sicuramente il classico computer come strumento digitale (non potrei farne a meno). Mentre la matita è la mia arma analogica preferita!
MAURO: Tradizionale: i miei occhiali da vista, senza quelli vedo il mondo con il filtro blur. Tecnologico: la sveglia digitale sul comodino, senza quella mi sveglierei con 12 ore di ritardo.
ALE: La mia agenda di carta e il mio telefono.
VAN ORTON: Nel campo della grafica e dell’illustrazione il nostro approccio è tendenzialmente digitale, quindi lo strumento digitale è la tavoletta grafica, abbiamo anche la passione della musica, e di tanto in tanto nelle pause lavorative suoniamo, quindi gli strumenti analogici sono i sintetizzatori e chitarre.

Il mondo della comunicazione è cambiato completamente con l’avvento del digitale e dei social media. Quanto ha influito sul vostro lavoro di illustratori?
ELIA: 
Nel mio caso moltissimo! Anzi, devo dire che non avrei mai potuto essere un illustratore (e nemmeno avrei voluto) se non grazie all’avvento del digitale e, specialmente, dei social media! La mia carriera è sbocciata all’interno di questo fenomeno e non avrebbe alcun senso fuori di esso.
MAURO: Prima dei social avevo una vita sociale, ora se non prendo 100 like per post passo la notte singhiozzando, mangiando Nutella (che in America costa come il tartufo) e guardando le repliche di “Uomini e donne”.
ALE: Il digitale ha ottimizzato il processo di produzione delle immagini e i social media sono utilissimi strumenti di promozione e networking. Il mio sistema di lavoro si è adattato all’evoluzione, cercando di raccogliere quanto di buono e utile c’è nei nuovi media. In generale non credo che digitale o social media abbiano mai realmente influito sulla parte creativa. Hanno sicuramente generato nuove opportunità.
VAN ORTON: I social media per noi sono stati di grande aiuto. Abbiamo ricevuto contatti da grossi brand anche da Instagram per esempio. Diciamo che sono gli attuali curriculum. Richiedono quindi anche un certo impegno di gestione.

Cosa c’è sulla vostra scrivania?
ELIA: 
Amo l’ordine e il minimalismo. Sulla mia scrivania c’è solo lo stretto necessario: oltre al computer e ad un tablet, un contenitore di strumenti da disegno analogici, il blocco degli sketch, il quaderno degli appunti, una pigna di libri di design che fanno arredo e una lava lamp alla quale sono molto affezionato.
MAURO: Disordine.
ALE: Lista completa di cosa c’è sulla mia scrivania mentre sto scrivendo: un tablet,  una scatola di antistaminico, una matita, un computer fisso, due paia di occhiali, un laptop, l’agenda (quella di carta), il telefono, un post-it accartocciato con un appunto che non serve più, due biglietti da visita, un bicchiere d’acqua.
VAN ORTON: Marco: libro “Artcade”, che raccoglie tutte le grafiche dei cabinati arcade, un telefono della SIP,  delle caramelle Alpenliebe, tavoletta grafica, action figure di Terminator e Ecto 1. Stefano: libro ” Visceral” di Jason Edmiston e libro “The Art of Mondo”, casse audio, tavoletta grafica, confezione ancora sigillata degli “sbullonati”.

Quanto è importante per un artista partecipare a mostre e festival come Binario 18?
ELIA: 
Beh, posto che una buona fetta dell’essere un artista dipende dal riconoscimento del pubblico, io credo che occasioni di questo tipo vadano colte al volo. Sono importantissime!
MAURO: Per un artista è importante aprire la finestra di casa sul mondo (e chiudere la finestra del browser) e confrontarsi di persona con chi condivide esperienze, onori, oneri e tasse di una professione che a volte ci fa sentire rockstars, altre come mucche da latte in batteria. Festival come Binario 18 offrono questa utilissima opportunità, perchè solo dal confronto nascono le soluzioni.
ALE: Eventi come Binario18 servono per condividere il tuo lavoro con il pubblico e il tuo tempo con i colleghi. Uscire dall’isolamento che spesso il nostro lavoro comporta è necessario per raccogliere nuovi stimoli.
VAN ORTON: Lo è molto, soprattutto perchè i temi di comunicazione e di arte che presenta Binario 18 sono i più svariati. Per noi rappresenta anche un’opportunità per poter vedere stampati alcuni nostri lavori; come si diceva prima sul tema del digitale, siamo sempre più abituati a visualizzare le nostre opere su uno schermo, e raramente li stampiamo su grandi formati.

Un vostro obiettivo, lavorativo o personale, per il 2018.
ELIA: 
Non sono molto bravo a pormi obiettivi a breve termine. L’unico mio obiettivo va oltre il 2018, ed è quello di continuare a crescere.
MAURO: 1) Dedicare piú tempo ed energie a progetti come The Happy Broadcast 2) Finirla con le repliche di “Uomini e donne”.
ALE: Smetterla di darmi troppi obiettivi e lasciarmi sorprendere un po’ di più.
VAN ORTON: Costruire il flusso canalizzatore.

Mostrateci una delle illustrazioni a cui siete più affezionati.
ELIA: 
Eccola qui. Anche se piuttosto recente, sono molto affezionato a questa illustrazione che rappresenta la mia esperienza da freelancer. L’idea mi è venuta alla fine di un periodo pieno zeppo di commissioni. In sostanza ho pensato di criticare apertamente il modo in cui la maggior parte dei clienti della “vecchia scuola” si approccia ad un professionista, selezionandolo per la sua creatività personale e poi privandolo immediatamente di ogni libertà creativa: una bella contraddizione, no? Ecco il motivo principale per cui quasi nessuna opera commissionata finisce nel mio portfolio. È una dichiarazione di indipendenza dal regime!

MAURO: La Pera Scoreggiona. Che se davvero ci si pensa, le mode vanno e vengono, gli imperi crollano e risorgono, la nostra esistenza è effimera ma una scoreggia, quella farà sempre ridere. Roba da studi antropologici!

ALE: Non ce la faccio, è come chiedere a un allenatore qual è il giocatore preferito: poi gli altri ci rimangono male. É un gioco di squadra. Facciamo che ti mostro una delle ultime a cui ho lavorato: è dedicata a Tokyo, città in cui sono stato qualche mese fa e che mi è rimasta nel cuore.

VAN ORTON: Una di quelle alla quale siamo più legati è stata la copertina di Empire per l’uscita di Blade Runner 2049. Quando ci arrivò la richiesta ci fu un momento di esaltazione, ma anche di panico per la responsabilità. Ci ispirammo dalle atmosfere del film ma anche da una cartella zippata di 3gb di reference che ci inviarono. Il risultato finale ci ha soddisfatto parecchio e anche Ryan Gosling credo lo fosse dato che usò il visual come immagine profilo per il suo account Twitter.

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Per il programma completo del festival visitate il sito Binario 18.

Per aggiudicarvi i biglietti omaggio seguiteci nelle prossime ore sui nostri profili Instagram e Facebook.

Designer e art director, è fondatore e direttore di Picame dal 2008 e co-fondatore di fargostudio.com, agenzia specializzata in design e comunicazione.

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