Il 31 ottobre esce per Bompiani l’Atlante dei Luoghi Misteriosi d’Italia, un volume nato dall’incontro tra Francesco Bongiorni, illustratore italiano, e Massimo Polidoro, fondatore insieme a Piero Angela del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze).
Il libro è un viaggio illustrato nelle diverse regioni italiane alla ricerca di luoghi, per lo più dimenticati, la cui storia è ancora oggi avvolta da un alone di mistero. Un tema affascinante che unisce sacro e profano e che, dalle ricerche degli autori, sembra sia legato a doppio filo con il nostro paese. Francesco ci ha da sempre abituati a prospettive cinematografiche e fotografia magistrale, ma con l’Atlante raggiunge nuove vette di perfezione. Le leggende di susseguono accompagnate da splendide illustrazioni dalle atmosfere dark, realizzate con abbondante utilizzo di nero e colori insaturi e con grande attenzione per i dettagli e per la luce, che dona volume e profondità agli scenari e ai personaggi rappresentati.
Da fan accanito del mistero non ho potuto che cogliere l’occasione di intervistare Francesco, che in esclusiva per i lettori di Picame racconta come una delle sue più grandi passioni si sia tradotta in uno meraviglioso volume che tra poche ore anche voi potrete stringere tra le mani (o scegliere come azzeccatissimo regalo di Halloween).
Ciao Francesco, raccontaci com’è nata l’idea di realizzare un libro dedicato ai luoghi misteriosi d’Italia.
Ciao! Sono sempre stato un appassionato di leggende antiche, segreti misteriosi e fatti apparentemente inspiegabili. Mi entusiasmano quelle strane storie, che non possono non accendere la fantasia di chi le legge. Ho deciso che avrei dovuto trovare un’opportunità per illustrare queste storie, e se non avessi trovato questa opportunità, me la sarei creata. È nata in questo modo la collaborazione con Massimo Polidoro. Assieme abbiamo immaginato un libro che racchiudesse tutti quei luoghi, spesso dimenticati, legati a fatti curiosi o a leggende nere. Bompiani è stata fantastica dandoci completa libertà ed autonomia ed aiutandoci a modellare il libro che avevamo pensato: un atlante per viaggiare nel mistero.
Come si è svolto il lavoro di ricerca? Avete visitato questi luoghi personalmente?
Purtroppo non tutti. Prima della lavorazione all’atlante sono riuscito a ritagliarmi dei momenti per visitare alcuni luoghi e fotografarli, tra cui Consonno, la tomba di Dracula a Napoli, la Madonna con le corna di Milano, Bomarzo, la Cappella San Severo. Credo che Massimo, invece, abbia avuto l’opportunità di visitarne diversi nell’arco degli anni, grazie alle sue ricerche. Sono luoghi straordinari in grado di regalare forti suggestioni.
Quante illustrazioni contiene il libro e quanto tempo avete impiegato per realizzarlo?
Contiene più di 30 illustrazioni e circa 70 testi che raccontano altrettanti misteri. La lavorazione è avvenuta nell’arco di più di un anno. Io e Massimo abbiamo cercato il più possibile di procedere pari passo, lavorando agli stessi misteri contemporaneamente. Questo ha portato a una interessante influenza reciproca che si è andata via via accentuando mano a mano che ci addentravamo tra i vari misteri.
Massimo Polidoro ci ha da sempre abituati a osservare i misteri (o presunti tali) da un punto di vista scientifico e razionale. Questo approccio è stato mantenuto anche nel libro?
Sì e no. A mio parere questo libro ha rappresentato una grossa sfida per lui. Sfida che è stata puntualmente accettata e vinta. L’idea del libro è quella di raccontare il mistero, calandosi inevitabilmente in una atmosfera evocativa e suggestiva. Massimo ha dovuto mettere parzialmente da parte le vesti di “indagatore di misteri” per vestire quelle di chi i misteri li racconta, così come sono, senza necessariamente sbilanciarsi in un’opinione. Il risultato è che è riuscito ha scrivere esattamente il libro che avrei voluto leggere, e di questo gli sono molto grato.
Una leggenda che ti ha particolarmente impressionato?
Quella del Tatzelwurm delle Alpi: una creatura mostruosa (tecnicamente un criptiche) che si aggirerebbe su tutto l’arco alpino. Una sorta di serpente gigantesco con due o quattro zampe, in grado di ergersi in piedi. La cosa curiosa è che questo essere sarebbe stato avvistato in località ed epoche molto lontane tra loro.
È vero che la tomba di Dracula si troverebbe in realtà a Napoli?
Anche questa è una storia molto curiosa. La figura di Dracula nasce dalla penna di Bram Stoker che a lui dedicò uno dei romanzi più conosciuti e letti al mondo. Per creare questo libro, lo scrittore irlandese si ispirò alla figura di Vlad III Principe di Valacchia, colui che prese parte ad una serie di battaglie ferocissime per difendere il cristianesimo dall’avanzata dei turchi nell’Europa orientale. Tristemente conosciuto col soprannome di “impalatore”, Vlad morì per l’appunto durante una di queste sanguinose battaglie. Vuole la leggenda che la sua testa fosse stata mandata a Costantinopoli. Non si conosce tuttavia, il luogo dove sarebbe stato portato il resto del suo corpo. Fino ad ora la tradizione ha collocato nel convento di Snagov, su un’isola poco distante da Bucarest, il luogo dove giacerebbero i resti di Vlad. Tuttavia, secondo recenti studi, la sua sepoltura potrebbe trovarsi nientemeno che a Napoli. A portarcelo sarebbe stata sua figlia Maria Blasa, moglie del nobile Giacomo Alfonso Ferrillo, che avrebbe pagato il riscatto ai turchi. Ricercatori dell’Università di Tallin, ritengono che la tomba di Dracula sia proprio quella del Convento di Santa Maria la Nova, che contiene anche le spoglie di Matteo Ferrillo, marito di Maria Blasa. Qualcuno suggerisce di aprire la tomba per togliersi qualsiasi dubbio… Chissà se i napoletani accettano di correre questo rischio!
C’è un aneddoto curioso e per certi versi inquietante legato alla data di uscita del libro…
Sì. Il libro sarebbe dovuto uscire verso metà Ottobre, tuttavia, la grande quantità di inchiostro nero presente nelle illustrazioni ha causato un ritardo di diversi giorni. Le pagine asciugavano troppo lentamente e, pertanto, la redazione di Bompiani ha deciso di rimandare l’uscita. Caso vuole che, col ritardo accumulato, l’uscita del libro sia caduta proprio sulla data del 31 Ottobre, o meglio: Halloween. Coincidenze?