L’alter ego di Antonio Pronostico (“Pronostico” in realtà è un cognome d’arte), riconoscibile dai baffi, è un personaggio ricorrente nelle sue illustrazioni e graphic novel. L’artista nel 2008 fonda, insieme a due amici, il Collettivomensa, una rivista autoprodotta di letteratura, illustrazione e fumetto. Frequenta la scena culturale underground italiana, collaborando con alcune riviste alternative come Frigidaire e Il Nuovo Male. La sua prima mostra personale è del 2017.
A Lucca Comics, insieme a Fulvio Risuleo, ha promosso i graphic novel nati dalla loro collaborazione: Sniff nel 2019 e Tango nel 2021, entrambi usciti per Coconino Press – Fandango. Ambedue raccontano di relazioni sentimentali che, nel caso di Tango, nella forma della storia a bivi. Il rapporto di coppia è anche uno dei temi ricorrenti delle sue illustrazioni, come nella serie Sedute di coppia, che unisce design e sentimenti in maniera originale e ironica.
Altro tema che ritroviamo spesso è quello del lavoro, che ha dato l’impronta anche a una recente mostra personale di Antonio, organizzata a Torino nell’ambito del Job Film Days, il festival per il quale ha firmato anche l’immagine ufficiale.
Gli abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere meglio il suo percorso artistico.
IDENTIKIT
Nome: Antonio “Pronostico” Sileo
Data di nascita: 01/06/1987
Professione: Disegnatore
Città: Roma
Instagram: @antoniopronostico
Ciao Antonio e benvenuto su Picame. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Sono nato a Tricarico, un piccolo paese arroccato sulle montagne nella provincia di Matera. Il giorno dopo sono tornato a Potenza con mia madre, mio padre e mio fratello e lì sono cresciuto. A 19 anni mi sono trasferito a Firenze e lì ho iniziato a disegnare e ancora non mi sono fermato. Disegno tutti i giorni.
Ricordi il tuo primo disegno?
Non penso sia il primo, ma quello che ricordo è il disegno della copertina del “Re Leone”, perché avevamo una serie di cartoni animati in VHS registrati e non originali e quindi gli disegnai la copertina.
Hai esperienza come illustratore, fumettista, grafico e muralista in vari ambiti, dalle fanzine all’editoria, dalle copertine ai manifesti, e ha utilizzato molti media differenti: ce n’è uno nel quale ti senti più a tuo agio?
In realtà non mi sento a mio agio con nessuno di loro se non dopo averli portati a termine. All’inizio soffro parecchio il processo, anche perché ognuno segue delle regole differenti. Quando ho terminato un lavoro, qualsiasi esso sia, mi sento bene, appagato. Forse solo con i lavori dove non posso utilizzare le matite non mi sento a mio agio.
La musica ha un ruolo importante, come hai già dimostrato dedicandole la tua prima mostra romana intitolata “Amore, amore un corno”. È ancora così?
La musica, soprattutto quella italiana, è sempre stata molto importante per me e per il mio lavoro. Spesso mi è d’ispirazione, soprattutto quando non posso andare in giro ad osservare qualsiasi cosa, allora inizio ad ascoltare interi album dei miei cantautori preferiti per iniziare ad andare in giro con la testa.
C’è uno dei tuoi lavori al quale sei più affezionato?
Sono affezionato a tanti lavori, in base alle storie a cui sono legati e sono diverse. Però non sono mai geloso infatti li dò via facilmente e sono contento che vadano a casa di altre persone, soprattutto di quelle che non conosco.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Ferenc Pintér, Andrea Ventura, David Hockney.
Un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Andrea Pazienza. Mi avrebbe fatto piacere ascoltarlo parlare.
Puoi dirci su cosa stai lavorando in questo periodo?
Sto lavorando ad un nuovo graphic novel, un noir. C’è una persona che muore.