L’imprevedibile, il passato che si fonde col futuro, la realtà con la finzione, sono gli “ingredienti” che donano ai disegni di Andrea De Luca un fascino surreale. Popolate di piccoli personaggi, inquietanti e buffi allo stesso tempo, che sembrano usciti dai dipinti di Brueghel e Bosch, le sue illustrazioni vengono realizzate in maniera tradizionale seguendo le regole dell’arte incisoria del XIX secolo.
L’header che Luca ha realizzato in esclusiva per Picame è un’omaggio alla fantasia più classica, una sfilata che potete completare con i vostri ricordi e la vostra immaginazione. Gli ho rivolto qualche domanda per conoscere e capire meglio il suo mondo e farlo scoprire anche a voi.
Ciao Andrea, iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Sono un illustratore nato e cresciuto a Firenze, dove tutt’ora vivo e lavoro. Ho sempre disegnato, e sono orgoglioso di aver trasformato questa passione in qualcosa di più. Oggi lavoro in uno studio, Officina Grafica, e occupo il mio tempo libero portando avanti progetti personali e non.
Come descriveresti il tuo stile?
Di solito mi dicono “quello stile un po’ a trattini” o un po’ vintage. Ed è vero, amo le stampe d’epoca e le incisioni, è un amore che porto avanti da diversi anni, insieme a quello per la grafica vintage, diciamo tra Ottocento e primi del Novecento. Un mondo fatto di piccoli dettagli che cerco sempre di inserire nei miei lavori.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
La principale fonte di ispirazione è la ricerca. Credo sia fondamentale per un illustratore avere un proprio archivio di immagini, di qualsiasi genere, epoca e stile. Stessa cosa con i libri, accumulo tutto ciò che potrebbe darmi un’idea.
Quale tecnica utilizzi?
Lo stile che sto portando avanti è un tratteggio di linee nette, di origine incisoria. Oggi lavoro principalmente in digitale, ma provo a ritagliarmi un po’ di tempo da dedicare ad inchiostro, sgorbie e pennini. Mi piace mantenere lo stesso stile con strumenti diversi.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Sergio Toppi, Werner Herzog, i Camillas.
Digitale VS analogico: uno strumento tradizionale ed uno tecnologico a cui non potreste mai rinunciare.
Per la parte digitale sto pensando di fare il passaggio da tavoletta grafica a tablet, quindi magari risponderò in futuro, quando avrò deciso cosa fare. Per quanto riguarda invece lo strumento tradizionale, sarò banale, ma dico la carta. Dobbiamo dare maggiore importanza al supporto sul quale lavoriamo e stampiamo, conoscerlo meglio e saperlo scegliere.
Quanto è importante per un artista la presenza sui social media?
Oggi è quasi necessaria ed inevitabile, ma i social non devono essere uno strumento di valutazione. Io non sono attivissimo, mi piace avere il mio sito e le mie pagine in ordine, ma più o meno mi fermo qua. Uso i social network più da spettatore, anche se mi riprometto sempre di essere più partecipe.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Barattoli di tabacco da pipa. Pennarellini Staedtler sparsi. Bozzetti. Bottigliette di vetro strane. Acquerelli che non uso. iMac e tavoletta Wacom. Piccola pallina da basket. Pezzo di linoleum. Figurina di Dennis Rodman. Scatoline di legno. Modellino di testa di Alien. Cancelleria varia. Piccolo coccodrillo di gomma. Altro.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Vorrei pubblicare un’illustrazione sportiva; è una cosa che ancora mi manca e mi piacerebbe unire queste due passioni.