La sua tecnica preferita è l’acrilico. Natura, oggetti quotidiani e paesaggi sono le sue ispirazioni. Nelle opere si possono rintracciare gli echi di molte suggestioni artistiche che di Alessandro Colonnetta amalgama trovando una sua voce originale. Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscerlo meglio.
Nome Cognome: Alessandro Colonnetta
Data di nascita: 30/08/1984
Professione: Artista/illustratore e co-fondatore di Colorobe
Città: Collegno (TO)
Sito web: www.alessandrocolonnetta.it
Instagram: @alessandrocolonnetta
Ciao Alessandro e benvenuto su Picame. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao. Ho iniziato a dipingere fin da piccolo, sotto la guida di un’unica maestra, la mia amata nonna materna, pittrice, con cui sono cresciuto; già allora ero un grande fan delle alterazioni cromatiche, degli accostamenti complementari e della semplificazione delle forme. Ho poi imboccato una lunga strada lastricata da centinaia di dipinti, sperimentando stili e tecniche: è stato un percorso evolutivo nel quale guardandomi indietro oggi trovo coerenza, perché riesco a ricostruirne le fasi; forse è un lascito del mio percorso universitario e di ricerca in ambito storico artistico e archeologico, per cui sono abituato a dover dimostrare in che modo sono arrivato a un certo risultato.
Finora ho nominato solo la pittura, ma in realtà lo strumento digitale è stato un incontro fulminante lungo il mio percorso artistico: quello che in origine era per me un supporto alla pittura, utile all’elaborazione di cartoni preparatori, è diventato una tecnica a tutti gli effetti, e quelle che avrebbero dovuto essere semplici bozze sono diventate opere finite. In questo i miei “dipinti in digitale” mi hanno aiutato a maturare, a studiare maggiormente le rappresentazioni, a rendere più essenziali e minimali le figure, a definire la mia palette, in una continua opera di sintetizzazione delle forme e delle figure, che si vede non solo nelle mie opere ma anche nelle illustrazioni che creo per Colorobe.
Ricordi il tuo primo disegno?
Ricordo di aver sempre disegnato: disegnavo mentre i miei genitori guardavano la televisione, oppure durante l’intervallo a scuola, ogni volta che avevo un momento libero. Disegnavo tanto paesaggi, case, animali e fiori: il mio primo disegno avrà sicuramente rappresentato uno di questi soggetti, che sono tra i miei preferiti ancora oggi.
Parliamo di intelligenza artificiale. Da quello che hai potuto vedere o sperimentare, la consideri un aiuto o una minaccia?
Mi limiterei al “vedere”, perché non l’ho mai sperimentata e non ho ancora avuto modo di approfondire l’argomento. Cerco di non sbilanciarmi mai troppo su tematiche che non conosco, eppure sento una forte inquietudine nei confronti dell’intelligenza artificiale per le conseguenze che potrebbe avere sul mondo della creatività.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Tre artisti che seguo su Instagram: Alex Brewer, Sarah Louise Hawkins, Paul Kremer, per le forme e per i colori, e perché qualche volta mi sembra che alcune delle loro forme astratte diventino figure, passando dall’astrattismo al figurativismo. Anche a me piace lavorare su questo confine, ma mi muovo soprattutto nel verso opposto.
Oltre all’illustrazione hai altre passioni o hobby a cui dedichi il tuo tempo libero?
Sono un grande amante della natura, e della montagna in particolare: appena posso vado a fare gite ed escursioni, sia in inverno che in estate. Sono anche un grande appassionato di design e di arredamento d’interni.
C’è un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Antonio Ligabue, mi piacerebbe vederlo entrare in sintonia totale con la natura. Si trova qualche video su internet, ma vorrei poter essere con lui in quel momento.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno?
Ho sempre paragonato il mio percorso artistico a un sentiero, in cui le salite e i punti tecnicamente difficili rappresentano le fasi di elaborazione di input e sperimentazioni o tentativi, mentre i punti pianeggianti e panoramici rappresentano il momento in cui riesco a dare ordine a tutti questi aspetti, a codificarli, e tutto torna in armonia. Ecco, vorrei trascorrere un po’ di tempo su quel pianoro a godermi il panorama.