Artisti in Quarantena – I consigli illustrati di Viola Gesmundo

Viola Gesmundo è un’attivista dell’illustrazione. I suoi lavori veicolano messaggi di libertà ed eguaglianza e nel suo ricco carnet di esperienze trovano posto anche le performance, i laboratori e la street art. Naturale che per un’artista per la quale sono fondamentali i contatti sociali e che vede gli spazi urbani come un’enorme tela da dipingere lo stop forzato di questo periodo rappresenti una frustrazione.

Nonostante ciò Viola non ha perso l’ottimismo che la caratterizza e ha creato un divertente progetto personale per sdrammatizzare le paure, mantenere vivo il proprio spirito, e affrontare la sfida del futuro in modo positivo. Ecco come è nata la serie di “consigli” illustrati, ovvero i #rimediocoronavirus: “Rimedi per tentare di rimanere sani al tempo del coronavirus”, pubblicati puntualmente ogni giorno alle 12:30 sul suo profilo Instagram.

IDENTIKIT
Nome e cognome: Viola Gesmundo
Data di nascita: 8 ottobre 1987
Professione: illustratrice/urban artist
Luogo di quarantena: Torino
Instagram: @viola.gesmundo_illustrations
Facebook: viola gesmundo
Behance: violagesmundo
Approfondimenti: picamemag.com/viola-gesmundo/

Con chi stai trascorrendo la quarantena?
Con il mio compagno e gli amici stretti, dal balcone.

Come è cambiato il tuo modo di lavorare?
Non posso più andare nel mio studio che amo tanto ma ho portato i miei colori qui a casa. Mi mancano i muri della città, non posso più fare murales fuori. In compenso ho fatto un murales in casa, in cucina, perché l’astinenza era forte. Dal punto di vista del lavoro le mie giornate sono più produttive, disegno di continuo ma con meno introiti in termini di denaro e più introiti in termini di vicinanza e connessioni social virtuali. Partecipo a tante aste di beneficenze per gli ospedali.

Un fatto di questo periodo che ti ha colpito in modo particolare.
Tutto, mi sembra di essere in un film distopico. A volte se disegno per troppe ore mi perdo in un mondo immaginario e quando riapro gli occhi ho bisogno di qualche secondo per realizzare che sto vivendo questa esperienza surreale. Mi fa piacere sentire gli amici che hanno ritrovato sé stessi, dopo anni di lavoro “8h to 18h”, con il capo che gli diceva cosa fare, cosa mangiare, quando svegliarsi e quando dormire, ora sono liberi di riorganizzarsi le giornate a loro piacimento, inserendo il piacere del cucinare sano, della meditazione e soprattutto di un certo tipo di libertà.

Il tuo angolo di casa preferito?
Come sempre la cucina, ho fatto anche una serie di di disegni “Donne apparentemente in cucina” ma questa è un’altra storia. In cucina mi rilasso, disegno, prendo il sole, faccio a maglia e mangio mentre disegno.

Il murales fatto una settimana fa in cucina da Viola (Credit photo: Carlo Mossetti)

Cosa fai per tirarti su di morale quando sale lo sconforto?
Disegno (strano!) e sistemo i colori e le penne nere in ordine di marca e spessore.

Un album da ascoltare in quarantena?
Ve ne dico due, entrambi album hip-hop. Il primo è l’album di debutto dei newyorkesi Public Enemy, Yo!Bum Rush The Show del 1987, e poi come album italiano Dritto dal Cuore dei The Next Diffusion del 1995. Quest’ultimo è spettacolare, uno dei primi album italiani rap che ricorda NewYork nel sound.

Un film o serie da guardare?
Una mini serie nuova che ho appena visto e che consiglio è Unorthodox. Etsy è la protagonista, una ragazza ultra-ortodossa chassidica che vuole liberarsi dai limiti della sua religione e scappa a Berlino. Una parte della serie è ambientata a Brooklyn, dove sono stata l’anno scorso per fare un murales, la mecca degli artisti. In generale il mio telefilm preferito che vedrei e rivedrei fino alla morte è Twin Peaks, non ci credo che non lo avete ancora visto?! Se poi volete vedere un film che non potete perdere molto impegnativo, di 161 min, che parla di natura ed ancora del limite vi consiglio Stalker, del 1979 del maestro del cinema Tarkovsky.

Un libro da leggere?
Sto rileggendo dei piccoli libri che mi trasmettono leggerezza e mi ricordano la bellezza delle piccole cose: “Camminare” di Thoreau, “Meglio essere felici” di Zygmunt Bauman ed il mio preferito “La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita” di Delerm (ho ripreso delle illustrazioni che stavo facendo su questo libro). Aggiungerei un videogame da giocare, The Secret of Monkey Island, consiglio la versione del 1990, bellissimo. Comunque per i videogame avrei una lista molto molto lunga, meglio evitare.

Un artista da scoprire?
Tara Booth, un’artista che mi piace molto, fa illustrazioni pazze, colorate e parla della sua depressione perenne che ironizza disegnando.

Cosa imparerai da questa esperienza?
Imparerò che il tempo con gli amici e la famiglia è di un’importanza enorme e va sfruttato sempre al meglio e che la procrastinazione è un bene ma a volte ma anche un male, metti che arriva il virus… Spero che la normalità che c’era prima non torni più, spero in una nuova normalità, più sensibile alla natura, agli animali e alle persone.

Quale sarà la prima cosa che farai quando l’emergenza sarà rientrata?
Andare al mare e disegnare sullo scoglio mentre mi bevo un caffè con ghiaccio e un pezzo di focaccia con la mortadella, sempre sullo scoglio con gli amici ed il Burraco.

Un rimedio dei tuoi in esclusiva per i lettori di Picame?
Il mio rimedio è “ovunque vai porta lo spray, fai White-Ride poi ne riderai perché se non sei colto sul fatto hai fatto niente, cattivi esempi per la gente, serial killer di decenze” estratto della canzone Il mio consiglio è, dell’album Xché si!. È una delle mie canzoni preferite degli Articolo31, una delle prime imparate a memoria e cantate all’infinito con mio fratello nel 1999, si capisce che è degli anni 90 perché l’album ha una X nel titolo. Ma a parte ciò il mio rimedio è non prendersi mai troppo sul serio per essere pronti sempre e comunque alle eventuali insidie della vita, meglio farsi una risata e trovar un modo per ironizzare del contesto e di sé stessi. Io lo faccio disegnando perché è per me il mezzo più veloce ed immediato, mette in contatto diretto i pensieri confusi con l’atto del fare.

Art director e web designer, diplomato in scenografia con esperienze di teatro, fumetto, animazione, illustrazione e scultura. Scrive per Picame dal 2015.

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