Inauguriamo oggi una nuova rubrica nella quale racconteremo le storie degli artisti italiani e della loro vita – lavorativa e non – tra le mura domestiche. Scopriremo come stanno trascorrendo la quarantena, le loro sensazioni, le difficoltà che stanno affrontando e il loro punto di vista sui ciò che sta accadendo in questo strano momento storico.
La prima artista intervistata è Marianna Tomaselli, illustratrice dal talento eccezionale, che già da diversi giorni ha deciso di dedicare parte del suo tempo alla relizzazione di una serie di illustrazioni incentrare sulla vita in quarantena e sui principali fatti di attualità. Per l’occasione ci presenta anche una tavola inedita ispirata da una situazione in cui si è trovata di recente: passeggiare per le strade di una Milano spettrale in compagnia del suo cane.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Marianna Tomaselli
Data di nascita: 26.01.92
Professione: Illustratrice
Luogo di quarantena: Milano
Sito web: mariannatomaselli.net
Instagram: @mariannatomaselli
Facebook: Marianna Tomaselli illustrations
Approfondimenti: picamemag.com/marianna-tomaselli
Con chi stai trascorrendo la quarantena?
La mia quarantena la sto trascorrendo con il mio compagno e Vilma, il nostro cane.
Come è cambiato il tuo modo di lavorare?
Devo dire che noi freelance siamo avvezzi a più o meno lunghe quarantene, giornate intere di isolamento senza mai uscire di casa specialmente a ridosso di consegne importanti. La cosa che è mutata di più per me è il post-lavoro ed il modo di distrarsi ed occupare il tempo libero.
Un fatto di questo periodo che ti ha colpito in modo particolare.
È molto difficile pensare ad un fatto in particolare, dicono che stiamo vivendo la più grande crisi dopo la seconda guerra mondiale. Beh, già di per se questo da l’idea dell’entità dell’evento. Unico. Tragico. Globale. Come illustratore, ci sono delle immagini che non dimenticherò facilmente per la loro potenza ed unicità.
La prima, è vedere Milano, la città in cui vivo, sempre caotica, frizzante e popolosa, completamente deserta. In particolare ricordo una sera, in un vialone vicino casa, solitamente estremamente trafficato a qualsiasi ora del giorno, senza nè macchine nè persone. I semafori andavano a vuoto. Il mio cane che si muoveva libero per le strade. Era l’inizio della pandemia.
La seconda immagine, è sicuramente la preghiera di Papa Francesco in una San Pietro apocalittica, piovosa, vuota, con una luce gialla che illuminava il blu della piazza. Tutto era così perfetto ed evocativo da sembrare un set cinematografico, non ho potuto non illustrarla.
Il tuo angolo di casa preferito?
Più che angolo di casa preferito (mi sono trasferita da poco quindi ancora caos) c’è un momento della giornata che preferisco, quando la luce arriva ad illuminare tutta la stanza in cui lavoro. C’è una luce splendida che con la tenda crea dei contrasti sempre interessanti. Mi capita spesso di studiarne i mutamenti.
Cosa ti manca maggiormente in questo momento?
Tutto ciò che avevamo dato per scontato, dalle cose più importanti, come gli affetti, fino alle più banali come uscire a mangiare un gelato. Manca quella banale normalità che oggi, menomale, mi rendo conto non sia dovuta.
Cosa fai per tirarti su di morale nei i momenti di sconforto?
La mia terapia preferita è e sarà sempre disegnare. Ad esempio in questo caso, poter disegnare degli attimi e delle emozioni provate in questo strano periodo mi ha aiutato molto a tirarmi su di morale, come quasi uno sfogo. Per questo, nonostante i progetti lavorativi sento l’esigenza di ritagliarmi del tempo libero per disegnare per conto mio.
Un album da ascoltare in quarantena?
Essendo amante di molti generi differenti tra loro ascolto per di più playlist. Quello che mi piace più ascoltare però rimangono i concertini più o meno stonati ai balconi immancabili alle ore 18.00 😀
Un film o serie da guardare?
Un film che mi ha colpito visto in questo periodo di quarantena è “The Platform”. Premetto che è un film estremamente angosciante quindi non aiuta ad alleggerirsi l’anima, ma l’ho trovato pieno di spunti di riflessione sopratutto alla luce dei fatti che stanno accadendo. La lotta di classe espressa in modo originale e quasi onirico. Non aggiungo altro, per chi, avrà il coraggio di guardarlo.
Un libro da leggere?
Lo sto ancora aspettando… da settimane! Ma in generale consiglierei libri impegnativi, quelli che in condizioni normali non avresti la concentrazione giusta per leggere e dedicargli il giusto tempo. Un libro che consiglierei è senz’altro “Da Animali a Dei, Breve storia dell’umanità”.
Un artista da scoprire?
Ho scoperto da poco e mi piace molto Prudence Flint, un’artista australiana. Un altro è Mike Willcox.
Cosa imparerai da questa esperienza?
Prima del Covid, tutti compresa me, ci lamentavamo della mancanza di tempo, di quante cose vorremmo fare ma che non avevamo tempo di fare. Nonostante momenti di apatia totale, che all’inizio della quarantena mi facevano sentire quasi in colpa e che invece ora sto imparando ad assecondare e non giudicare, mi sto concentrando su me stessa in primis, cercando di imparare la pratica della meditazione e dello yoga. Devo dire che portano un grande equilibrio e rilassamento. Vorrei che diventasse un abitudine della mia vita anche dopo che questo periodo sarà passato. E poi abbiamo imparato a fare la spesa e mangiare a casa, evento raro ed improbabile in situazioni di vita normale.
Quale sarà la prima cosa che farai quando l’emergenza sarà rientrata?
Probabilmente sarà fuggire dalla città. Da persona cresciuta nel verde, devo dire che l’essere circondata da cemento dovunque sta iniziando a pesarmi. Tornerò a Desenzano del Garda, mio luogo d’origine, e dopo una grande mangiata con la famiglia, farò una lunga passeggiata sul lago.