La distanza non è sempre un limite, a volte può essere un’opportunità. Come nel caso di Fernando Cobelo, che 10 anni va si è trasferito dal Venezuela, sua terra d’origine, in Italia, dove ha gettato le basi di una brillante carriera di illustratore.
Per Fernando la distanza dagli affetti non è una condizione nuova ma un’abitudine suo malgrado consolidata. Questo non gli impedisce di stare vicino ai propri cari con i mezzi digitali a disposizione, come tanti emigrati fanno ogni giorno da molto tempo prima che il virus sconvolgesse le nostre vite. Ecco perchè è importante, soprattutto oggi, che la sua storia venga raccontata e che sia lui stesso a farlo. La storia di una persona che nella solitudine ha trovato la forza e la motivazione per ricominciare.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Fernando Cobelo
Data di nascita: 02/06/1988
Professione: Illustratore
Luogo di quarantena: Torino
Sito web: fernandocobelo.com
Instagram: @fernandocobelo
Facebook: Fernando Cobelo Illustration
Approfondimenti: Le illustrazioni metaforiche di Fernando Cobelo
Con chi stai trascorrendo la quarantena?
Sto passando la quarantena con il mio fidanzato Nicolò e il mio cane Lara.
Come è cambiato il tuo modo di lavorare?
È cambiato solo per il fatto di non poter andare più nel mio studio, nel quale mi ero trasferito da poco. Dopo aver ritraslocato tutti i miei materiali all’inizio della quarantena lavoro da casa, in totale tranquillità.
Un fatto di questo periodo che ti ha colpito in modo particolare.
Il fatto che non tutto è negativo e il popolo italiano, in primis, ci ha messo poco a capirlo. È rinata l’umanità e la gentilezza tra vicini, le interazioni tra le persone dai loro balconi, la cordialità e l’amabilità nei confronti di chi ne ha bisogno. Ho infatti illustrato questo fenomeno in alcuni dei miei lavori recenti. Spero, con tutto il mio cuore, che questi gesti non si perdano una volta finirà tutto questo.
Il tuo angolo di casa preferito?
Direi questo angolino della mia camera da letto. Lara e BMO inclusi.
Cosa ti manca maggiormente in questo momento?
Sono una persona che sta molto bene da sola e raramente sente la mancanza delle persone. C’è una spiegazione: mi sono trasferito in Italia (dal Venezuela) quasi 10 anni fa e normalmente devo aspettare una media di 4 anni per vedere la mia famiglia, è una situazione che mi ha fatto abituare a vivere con la mancanza delle persone fino al punto di non rendermene più conto. Provo, quindi, a vivere questo confinamento con totale tranquillità, mi concentro su di me ma non perdo mai, proprio mai, il contatto con le persone che amo, sia in Venezuela, sia in Italia. Per rispondere alla domanda: mi manca andare al parco in un pomeriggio caldo.
Cosa fai per tirarti su di morale quando sale lo sconforto?
Concentrarsi sul lavoro è la miglior medicina per distrarsi dalle cose negative, almeno nel mio caso.
Un album da ascoltare in quarantena?
Penso The Slow Rush dei Tame Impala sia il miglior album del 2020 finora, non mi stanco di ascoltarlo. Per pulire la casa o fare esercizi, però, l’ultimo di Dua Lipa è super.
Un film o serie da guardare?
L’ultima serie che ho visto è stata The Servant (prodotta, tra altri, da Shyamalan) su Apple TV. Disturbante e dannatamente bella.
Un libro da leggere?
Sto leggendo Splendore di Margaret Mazzantini. Bellissimo.
Un artista da scoprire?
I meravigliosi lavori di Joey Yu.
Cosa imparerai da questa esperienza?
Più che imparare, direi confermare il fatto che l’illustrazione sia, senza dubbio, il mezzo di comunicazione più affidabile di sempre. Ora che siamo tutti a casa, l’illustrazione continua con il suo compito di comunicare il periodo storico nel quale ci troviamo. La differenza è che in questo periodo è uno dei pochi linguaggi comunicativi che riescono a esprimere così tanto, con così tanta esattezza e personalità, ciò che ci sta succedendo, in totale sicurezza, senza dover uscire o mettere a rischio nessuno.
Quale sarà la prima cosa che farai quando l’emergenza sarà rientrata?
Andare a mangiare con le persone che amo e portare il cane al parco a correre.