Opere d’arte, icone pop, supereroi dei fumetti, film, città, oggetti quotidiani: tutto viene reinterpretato attraverso gli occhi neo-cubisti del pixel-impressionista statunitense Adam Lister. I pixel sono la trama geometrica attraverso la quale vengono filtrati i soggetti, ma non è quella della storica pixel-art degli e-boy. La sintesi di Adam è più libera e, soprattutto, utilizza una tecnica tradizionale: l’acquerello. Cresciuto a pane e videogame, è sempre stato affascinato dall’estetica della rappresentazione a blocchi che li caratterizzava. Così ha iniziato a rappresentare la realtà come filtrata dai bit di un vecchio Nintendo, ma con un’anima umana e una mano in carne e ossa.
Il gioco, se così lo possiamo definire, è sorprendente nella sua semplicità e ci meraviglia ad ogni tavola. Divertente è riconoscere ogni volta l’originale e stupirci di come possa diventare nuovo attraverso l’occhio e il pennello di Adam.
Oggi la sua arte si sta evolvendo verso la terza dimensione. Adam, infatti, ha iniziato a trasformare alcuni suoi dipinti in veri e propri quadri tridimensionali realizzati con stampati 3D. Il risultato ha l’aspetto di un giocattolo che ha il sapore vintage degli anni ’80.
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