Trasferitosi a Parigi già da alcuni anni, Stefano Grassi si sta muovendo in vari ambiti espressivi tra cui fumetto, illustrazione, incisione e stampa d’arte. Quest’ultima in particolare rappresenta ad oggi una parte importante del suo lavoro. Conosciamolo meglio.
Nome: Stefano Grassi
Data di nascita: 20 Dicembre 1991
Professione: Illustratore
Città: Parigi
Instagram: @stefanostiva
Sito web: stefanostiva.com
Ciao Stefano e benvenuto su Picame. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Sono nato e cresciuto in un piccolo paese della Val Camonica. Ho intrapreso presto gli studi d’arte ma sono arrivato all’illustrazione solo negli ultimi anni. A Bergamo ho studiato decorazione, a Bologna ho approfondito il fumetto e dopo essermi trasferito in Francia ho cominciato con l’illustrazione. In generale quello che mi interessa è raccontare storie, siano esse racchiuse in una sola immagine, in un libro a fumetti o raccontate da opere d’arte incorniciate in casa di qualcuno.
A proposito di fumetti, ci vuoi parlare di quel racconto autobiografico che ha come protagonista un’opera d’arte di Christo?
L’esperienza di The Floating Piers é stata veramente uno spartiacque per me. Essendo nato e cresciuto sul lago d’Iseo vederlo sotto i riflettori del mondo intero è stata un’esperienza elettrizzante. Dapprima ho lavorato con le squadre che coprivano le diverse strade con telo arancione scelto da Christo. Poi durante le due settimane dove l’opera è stata aperta al pubblico ho lavorato la notte sul ponte ricoprendo ruoli diversi. Avevo una domanda a cui cercavo una risposta e che ha guidato tutto il mio lavoro: come si fa a costruire un’opera che sia considerata un’opera d’ARTE? L’esigenza di fare un fumetto per il master a Bologna e la collaborazione con Inuit hanno fatto il resto e mi hanno permesso di creare il libro ‘Cosa resta di Christo? Come costruire un’opera d’arte’ una autofiction che incapsula i momenti chiave della mia esperienza.
Ho visto che collabori con RIVA illustration, un’agenzia dove la presenza di illustratori italiani è molto forte.
Ho conosciuto RIVA e Fiammetta Ghedini (una delle due fondatrici dell’agenzia) qualche anno fa, mi ha proposto di collaborare su un progetto che poi non è andato in porto ma da allora abbiamo avuto altre occasioni di lavorare insieme! Elisa Caroli e Il Pistrice (Francesca Protopapa) sono amiche che mi hanno aiutato molto quando mi sono trasferito qui in Francia!
Nei tuoi lavori su commissione hai affrontato il tema ormai onnipresente dell’intelligenza artificiale. Ti sei già fatto un’opinione personale dell’impatto che avrà sul futuro umano e, soprattutto, sul futuro dell’illustrazione?
In realtà sono un po’ in ritardo e non ho ancora mai provato a creare un’immagine con un generatore, sono però un positivo nell’animo e penso che l’AI sarà come il digitale, presto o tardi tutti la integreremo nel nostro flow lavorativo per restare competitivi. Si prenderanno sicuramente alcuni dei lavori più impersonali e ripetitivi ma la vera differenza la farà sempre il cervello e l’occhio dell’illustratore e l’industria continuerà ad esistere.
Ricordi il tuo primo disegno?
Non ricordo il mio primo disegno ma ricordo che da piccolo avevo un bellissimo libro illustrato con tutti i tipi di galline e so che le disegnavo spesso. A casa all’epoca avevo ancora il pollaio ma le nostre non erano belle come quelle variopinte del mio libro!
I tuoi panorami di montagna hanno un’intensità e un respiro che esprimono una grande passione e rispetto per l’ambiente naturale.
Fino ai miei 18 anni ho sempre vissuto in Val Camonica, la montagna che ho conosciuto io era quella di tutti i giorni, quella dove si passava per andare al lago a fare il bagno d’estate, quella delle cascine dove si andava a fare festa e quella dove si facevano le escursioni in famiglia, la domenica. Direi che la montagna é la cosa che più mi manca ora che vivo in città, forse è per questo che l’unica vera e propria serie di illustrazioni che ho mai realizzato e che continuo tuttora è una collezione di montagne.
Ho visto che ti sei avvicinato alla litografia con ottimi risultati! Com’è stata l’esperienza “à rebours” dal digitale ad una tecnica legata nell’immaginario collettivo alla belle époque e ai manifesti di Toulouse-Lautrec?
Da qualche anno ho ripreso a fare dell’incisione lavorando con alcuni Atelier qui a Parigi. Ho fatto dell’acquaforte e carborundum con la stamperia ARTE e ho avuto l’occasione di realizzare una litografia con Anthèse, una stamperia specializzata per illustratori e fumettisti. Ho adorato l’esperienza, per qualcuno come me che si è presto abituato al digitale ritornare a lavorare a mano con un tempo limitato è una sfida. Nel disegnare una matrice su pietra dove non si può cancellare niente sono tornato a lavorare per strati, ad aggiunge timidamente grafite, un livello alla volta. Mi sono trovato a riscoprire una cautela nel fare che avevo un po’ perduto e che forse mi ha aiutato ad affinare il mio disegno. L’idea è quella di continuare con la mia produzione di stampe e poco alla volta creare delle collezioni tematiche!
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Tre artisti che seguo molto in questo periodo sono Irene Servillo, Bill Bragg e Thomas Hayman.
Oltre all’illustrazione e al fumetto hai qualche altra passione o sogno nel cassetto?
Devo essere sincero, oltre all’arte e la montagna non ho tante passioni, qualcosa che voglio fare un giorno quando sarò tornato in Italia è fare l’assessore comunale ma a tutto questo penserò solo più avanti.
C’è un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Mi piacerebbe conoscere Félix Vallotton. Vallotton, che era un pittore incredibile, è stato anche un acuto incisore, diversamente dai suoi quadri le sue stampe trattano spesso temi sociali e lo fanno con il solo bianco e nero. La stampa non era per lui un’estensione della sua pittura, nelle sue stampe lavorava in maniera così diversa da sembrare quasi un altro artista, forse esagero un po’ ma mi sarebbe piaciuto conoscerlo per approfondire questa sua dualità.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno?
Ho una storia a fumetti in testa in effetti, non so se sarò riuscito davvero a disegnarla tutta tra un anno, penso mi accontenterei già di avere uno storyboard fatto bene! Comunque si tratta di una storia di Montagna dove tratto principalmente di amicizia maschile.