Carlo Giambarresi è un illustratore sardo. Nel tempo il suo stile ha maturato una personalità originale e ben riconoscibile che si propone di indagare la profondità delle emozioni umane.
I lavori dell’ultimo periodo si distinguono per un effetto sgranato che conferisce matericità e profondità alla composizione, segno di uno stile in continua evoluzione e di un costante processo di crescita e miglioramento.
Ci siamo fatti raccontare qualcosa di più su di lui e sul suo lavoro.
IDENTIKIT
Nome Cognome: Carlo Giambarresi
Data di nascita: 19/04/1981
Professione: Illustratore
Città: Cagliari
Instagram: @crl_mrx
Sito web: carlogiambarresi.com
Ciao Carlo e benvenuto su Picame. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao a tutti e grazie per l’invito! Sono nato e cresciuto in Sardegna, dove vivo attualmente. Terminati gli studi, il Liceo Scientifico e un breve e poco convinto tentativo all’Università, decisi di partire all’estero. Dopo aver intrapreso diverse esperienze lavorative, nel 2009 frequentai quasi per caso (o per fortuna?) un laboratorio di illustrazione all’Escola Massana di Barcellona e quell’anno decisi che mi sarei dedicato a questa professione.
Ricordi il tuo primo disegno?
Assolutamente no. A casa di mia madre però ce ne sono molti conservati chissà dove e alcuni persino incorniciati. Ho sempre disegnato sin da molto piccolo, come tutti penso, ma non ricordo quasi nulla delle prime cose, eccezion fatta per quei disegni primitivi. Il fatto di rivederli periodicamente (sono ancora li!) ha tenuto vivo nella mia memoria il ricordo del processo, il significato delle figure e persino di alcuni piccoli dettagli che diversamente sarebbero incomprensibili o avrei comunque dimenticato. É molto interessante come un’immagine riesca a tenere vivo tutto questo nella nostra testa.
Parliamo di intelligenza artificiale. Da quello che hai potuto vedere o sperimentare, la consideri un aiuto o una minaccia?
Sicuramente sarà entrambe le cose. Penso che apporterà grandi innovazioni e che potrà essere di enorme aiuto in moltissimi campi, da quello medico a quello scientifico o ambientale. Per quanto riguarda l’aspetto creativo penso sia la stessa cosa, si stanno facendo passi da gigante e sto notando in molti artisti che stimo un’apertura alla sperimentazione e una grande curiosità sulle enormi potenzialità della AI. Come per ogni tecnologia però c’è bisogno di un certo criterio per riuscire ad ottenere risultati validi. Tuttavia condivido alcune delle preoccupazioni comuni pur non riuscendo ancora a mettere a fuoco chiaramente determinati scenari. Penso ci sia urgente bisogno di una regolamentazione seria che tenga conto della rapidità con cui questa tecnologia si sta evolvendo.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Isidro Ferrer, El Roto, Roland Topor. Sono tre artisti che mi hanno colpito e influenzato moltissimo soprattutto agli inizi del mio percorso ma che continuo a seguire e ammirare tutt’oggi.
Oltre all’illustrazione hai qualche altra passione o sogno nel cassetto?
L’illustrazione era forse un sogno nel cassetto che si è aperto all’improvviso mentre ero impegnato in tutt’altro. Però si, in un altro cassetto c’è la musica, mia grande passione, ma ci vorrebbe un’altra vita. Cerco anche di passare più tempo possibile a contatto con la natura, in solitudine, mi rigenera e mi fa stare bene.
C’è un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Qualcuno diceva che incontrare i propri idoli può essere un’esperienza estremamente deludente. Potrebbero non corrispondere all’idea che ci siamo fatti di loro o risultarci antipatici, ma (aggiungerei io) anche sorprenderci. Comunque si, mi piacerebbe fare un fuoco e arrostire un agnello insieme a Werner Herzog, possibilmente in montagna. Correrei questo rischio.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Mi piacerebbe realizzare dei murales. Invitatemi!