Sono diverse le opere che Andy Warhol dedicò a Marilyn Monroe. Tra queste la celeberrima Shot Marylin, una serie formata da quattro ritratti identici ma su sfondi di colori diversi. Lunedì 9 maggio 2022 la casa newyorkese Christie’s ha battuto all’asta quello su sfondo verde acqua (Shot Sage Blue Marilyn, 1964), l’unico ad essersi salvato dopo che Warhol disse all’artista Dorothy Podber che avrebbe potuto “shoot me” (in Inglese la parola shoot significa sia “spara” che “scatta”, nel senso di scattare una foto. Dorothy, che aveva una predilezione per i giochi di parole e gli scherzi, lo prese alla lettera e il giorno dopo si recò nello studio dell’artista e sparò con una rivoltella alle sue tele. Jack Champlin commentò l’episodio con queste parole:
“At some party, Andy said to Dorothy, “Can I shoot you?”. And she said, “Sure, if I can shoot you.” And he said, “Well, come up tomorrow.” She took him literally. It was really a piece of conceptual art. That’s what her life was about, playing games. Her life was a play on words.
L’aneddoto, al quale si deve il titolo che successivamente Warhol diede alla serie, è ricostruito nella pagina che Christie’s ha dedicato all’opera, venduta per la cifra record di 195 milioni di dollari dopo appena quattro minuti di asta aggiudicandosi il primato di dipinto più caro del Novecento, fino ad allora detenuto dalla Dusthead di Jean-Michel Basquiat. Il primato di dipinto più caro in assoluto è invece tutt’ora detenuto dal Salvator Mundi di Leonardo da Vinci (venduto sempre da Christie’s nel 2017 per 450 milioni di dollari).
“I don’t feel I’m representing the main sex symbols of our time in some of my pictures, such as Marilyn Monroe or Elizabeth Taylor. I just see Monroe as just another person. As for whether it’s symbolical to paint Monroe in such violent colours: it’s beauty, and she’s beautiful, and if something’s beautiful, it’s pretty colours, that’s all”. – Andy Warhol