I lavori di Isabella Mazzanti sono l’esempio di una sintesi felice di tecniche miste, dove spesso prevale la tessitura della grafite. In lei le esperienze multiculturali sono riuscite a fondersi con le passioni creando uno stile riconoscibile che sa di classico ma che allo stesso tempo riesce a conservare un’espressività fresca e immediata.
Il suo percorso formativo è ricco e variegato, comprende studi di psicologia e una laurea in Archeologia e Storia dell’Arte dell’Estremo Oriente. Ha vissuto in Cina per un anno, dove ha frequentato istituti d’arte ed accademie. Si è poi perfezionata a Roma, alla Scuola Romana del Fumetto, a Milano, al Mimaster Illustrazione, a Firenze, all’Accademia Nemo, e all’Accademia di Belle Arti di Macerata.
All’età di 27 anni Isabella ha capito che il disegno sarebbe stato la sua professione. Da allora ha lavorato per Mondadori, Disney, Feltrinelli, Simon & Shustler, Soleil, Random House, Penguin, Bonelli Editore.
Le abbiamo rivolto qualche domanda nell’intervista che segue, accompagnata da una selezione di illustrazioni fatta da lei stessa che include alcune tavole originali dei lavori più personali e recenti.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Isabella Mazzanti
Data di nascita: 8 Marzo 1982
Professione: Illustratrice
Città: Frascati
Facebook: Isabancewicz
Instagram: @isunija
Behance: isabancewicz
Ciao Isabella, benvenuta su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao a tutti, mi chiamo Isabella, sono un’illustratrice freelance metà italiana e metà polacca (da qui il mio nome d’arte Isa Bancewicz, che ogni tanto uso e ogni tanto no…) attualmente residente a Frascati dove ho il mio studio, che condivido con altri sette colleghi e colleghe. Lavoro come illustratrice di narrativa per ragazzi, su albi illustrati ma sopratutto come disegnatrice di fumetti.
Ricordi il tuo primo disegno?
Non ricordo il primo, ma so di aver disegnato moltissimi gatti, perché tutta la mia infanzia l’ho passata a raccogliere gattini randagi e a trovargli un riparo (di nascosto dai miei genitori) nel nostro giardino di casa.
Il tuo stile ricrea perfettamente le atmosfere gotiche delle storie che illustri. Le inquietudini che spesso vedono protagoniste le giovani donne dei tuoi lavori possono essere considerate come una metafora letteraria dei problemi che accompagnano anche le adolescenti e le donne d’oggi?
Penso che alcuni miei disegni riflettano alcuni temi universali, non necessariamente legati all’essere donne/ragazze, il fatto che io disegni spesso figure femminili credo sia puramente accidentale e dovuto al modo in cui io mi identifico con l’altra me stessa, quella con cui dialogo dalla mattina alla sera. Soprattutto nei miei lavori più personali cerco di raccontare il sentimento dell’assenza, non di qualcuno, ma di qualcosa che “non ci è stato dato” e che crea un vuoto che non basta una vita a colmare… Quel senso di incompletezza che si prova spesso quanto ci si confronta con l’amore mancato.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Ne consiglio tre contemporanei e tre classici (non ho dei preferiti, ce ne sono tantissimi che ammiro, ma loro sono, ad oggi, aperti sulla mia scrivania attraverso uno dei loro libri):
Andrea Serio, Kerascoët, Yoshitaka Amano;
Gunnar Brusewitz, Dante Gabriel Rossetti, Olof Rudbeck.
Cosa ti appassiona oltre al tuo lavoro di illustratrice?
Tante cose! Troppe cose. Amo molto leggere, fare sport (yoga in particolare) la natura (ho iniziato da un anno ad appassionarmi all’ornitologia, per cui non è raro vedermi in giro con un binocolo), la mia canetta, Tess, un galgo spagnolo (levriero) che ho adottato a gennaio 2021 (era ospite in un rifugio vicino Barcellona) e poi amo alla follia viaggiare, cerco ogni anno di partecipare a programmi di Residenza d’Artista in giro per il mondo (un modo economico e appagante di visitare paesi che non conosco!).
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Sto scrivendo (a quattro mani con David Wiggins, un amico scrittore e ornitologo) il mio primo progetto personale, e spero, entro un anno, di vendere i diritti di pubblicazione ad un editore.
Un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Forse ho già risposto a questa domanda… Fra gli artisti che non ho menzionato ma che mi sarebbe piaciuto incontrare direi Hilma af Klint, oppure Dostoevskij, ma anche Syd Barrett!
Puoi dirci su cosa stai lavorando in questo periodo?
Sto lavorando a diverse cose: una serie per la Francia scritta da Barbara Canepa, che è un adattamento del Dracula di Stoker, e si intitola Mina’s Diary, un’antologia sui miti nordici per un editore anglosassone, e una mini serie a fumetti per gli USA, di cui non posso dire molto se non che uscirà per una label importante e che per ora è composta da 4 volumetti. E poi il mio progetto personale, che si intitola Nocturnals e parla di due bambine smarrite in una foresta, di animali notturni, di riscoperta della Natura, di Memoria e del potere dell’inconscio manifestato nei sogni e di come attraverso l’esperienza dell’ignoto si può creare un nuovo modo di essere.
Tavola del fumetto Mina’s Diary
Dettaglio di una tavola del fumetto Mina’s Diary
Nocturnals
Nocturnals
Nocturnals
Nocturnals
Nocturnals
Imperfect Beauty
Imperfect Beauty
Imperfect Beauty
Mina’s Diary ©Mazzanti&Canepa
