Jiayi Li è nata in Cina, paese nel quale ha studiato belle arti. Ha poi continuato la sua formazione in graphic design a Parigi, dove tutt’ora vive e lavora. Il successo dei suoi lavori risale all’inizio della pandemia, periodo durante il quale è rimasta confinata in campagna con molto tempo per disegnare. Da allora ha lavorato per Vivenne Westwood, New York Times e Adidas.
Tra le sue illustrazioni più bizzarre ci sono quelle che hanno come protagonista la frutta, sottoposta alla pratica dello shibari o kinbaku, disciplina giapponese che consiste nel legare una persona al fine di procurarle piacere fisico, derivata a sua volta dalle tecniche dell’hojojutsu, l’arte marziale nata per immobilizzare i prigionieri di guerra.
Nemmeno il cibo sfugge ai maltrattamenti dell’illustratrice: una torta accoltellata e mezza sciolta, illuminata dalla fredda luce del frigorifero, assomiglia alla scena del delitto di un compleanno finito male.
I colori fluo e lo stile iperrealistico ricordano le tavole realizzate ad aerografo dagli illustratori orientali che tanto riempivano di meraviglia chi sfogliava le pagine degli annuali di grafica negli anni ottanta/novanta.
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