L’arte di Amalia Russiello colpisce per il contrasto tra la licenziosità delle situazioni rappresentate e l’eleganza decorativa del segno che, unito alla morbidezza dei colori, dà vita a ritratti di donne solo in apparenza lontane dall’immaginario contemporaneo.
Nei disegni dell’artista napoletana Madame Dabi la teatralità è un elemento esibizionistico dichiarato che ricorda il Moulin Rouge e lo stile sofisticato di Erté. Ciò che l’ha spinta a ricercare questo approccio non è tanto l’interesse per il sesso quanto piuttosto il sentimento di ribellione nei confronti dei tabù imposti dalla società e la voglia di rivendicare la libertà delle donne. Abbiamo parlato con lei di questo e di molto altro nell’intervista che segue, arricchita da una selezione di lavori scelti personalmente da Amalia.
The fishnet jumpsuit
IDENTIKIT
Nome e cognome: Amalia Russiello
Data di nascita: 7 Giugno 1989
Professione: Illustratrice
Luogo di residenza: Napoli
Instagram: @madame_dabi
Behance: amaliarusse28f
Ciao Amalia e benvenuta su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao! Sono Amalia Russiello, napoletana che vive lunghi periodi in giro per l’Italia e l’Europa grazie al lavoro da illustratrice. Mi sono laureata in Archeologia e Storia delle Arti e nel frattempo ho conseguito una qualifica come tatuatrice. Ora mi occupo principalmente di illustrazione, per l’arredamento, per i tessuti, locandine per spettacoli, editoria o packaging. Diciamo che non ci sono dei confini, applico l’illustrazione a qualsiasi settore che abbia bisogno di comunicare attraverso le immagini.
Il primo disegno tuo che ricordi?
Non ricordo un primo disegno, ricordo d’aver sempre disegnato. Fin da quando ero piccolissima e andavo a scuola e l’amichetta mi chiedeva di disegnare i personaggi dei cartoni animati dell’epoca sul suo diario. Disegnavo qualsiasi cosa e amavo copiare gli oggetti e le persone dal vero. Andavo matta per i ritratti e quando alle medie comunicai ai miei genitori la volontà di voler diventare un’artista di strada le loro facce divennero pallide e fecero di tutto per dissuadermi, iscrivendomi ad un liceo classico piuttosto che privilegiare un indirizzo artistico. Inutile dire che non ha funzionato e che la mia perseveranza e anche qualche piccolo successo lavorativo li hanno resi fieri di me e delle mie scelte.
I tuoi lavori si ispirano all’Art Déco, al Barocco e al Rococò. Come mai questa scelta?
Ho sempre amato molto tutto quello che riguarda il passato. In particolare amo gli anni ’20, l’emancipazione e la trasgressione di quel periodo, soprattutto da parte delle donne, mi hanno conquistata ed ho iniziato a studiarli ossessivamente. Film, foto, artisti, ho addirittura portato una acconciatura da “maschietta“. Proprio durante un viaggio a Parigi all’inizio della mia carriera comprai una valanga di riviste La Vie Parisienne, una pubblicazione di tipo erotico, moderatamente osé, che aveva molto successo anche in America. Le donne in questa rivista sono molto moderne per l’epoca, alla moda, ironiche, sensuali, e fanno esattamente tutto quello che fanno gli uomini. La cosa che le rende ancora più gradevoli sono le ambientazioni storiche sempre diverse: preistoria, medioevo, era rococò… mi ricordano le messe in scena a teatro, con abiti ricercati e acconciature inverosimili.
Questo mi ha portata a disegnare linee pulite e sfondi geometrici art déco, gonne abbondanti e parrucche settecentesche, prima fedelmente, poi con lo studio e la crescita personale in una maniera più moderna, autonoma, che riflette quello che mi circonda.
Champagne’s slave
La licenziosità vintage dei tuoi disegni ha un grande successo, come ti spieghi la popolarità di temi e stilemi così apparentemente lontani dalla nostra realtà?
Non credo che siano temi e stilemi così lontani dalla nostra realtà. La donna che rivendica la propria libertà, anche sessuale, è un tema centrale della nostra società. Le donne che rappresento sono solo vestite con abiti del passato ma è tutto assolutamente contemporaneo, infatti ricevo molti messaggi di donne che dicono di sentirsi rappresentate dalle mie illustrazioni.
La tecnica che usi è solo manuale o la integri con il digitale?
Lavoro soprattutto con tecniche manuali, uso molto i pastelli a mina e quelli morbidi e prima di passare a questi usavo solo la pittura ad olio perchè avevo imparato quella tecnica aiutando come apprendista nello studio di un pittore mentre andavo all’università. Ma per i lavori di grafica dedicati al packaging e al tessuto integro con il digitale.
Il luogo o l’atmosfera che preferisci per lavorare?
L’ambiente ideale dove mi sento più produttiva è il mio studio, con tutti i libri, i miei pastelli e le candele, ma in realtà mi bastano un sottofondo musicale, del caffè (una quantità assurda in verità) e una scrivania abbastanza spaziosa dove il mio gatto possa passeggiare indisturbato.
Madame on the sofa
Hai un’illustrazione alla quale sei particolarmente legata?
Non ho un’illustrazione alla quale sono più legata ma ricordo un momento specifico legato ad un illustrazione: era da poco che postavo i miei disegni su Instagram e dopo aver pubblicato un ballerina abbigliata con abiti settecenteschi sono stata contattata da una famosa azienda francese (Ladurée) per un colloquio a Parigi e ancora oggi collaboro con loro.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Giovanni Boldini, Tamara de Lempicka, Élisabeth Vigée Le Brun.
Se non fossi un artista cosa ti piacerebbe essere?
Sarei una fotografa o una costumista, in realtà vorrei già dedicarmi a queste passioni ma per fare le cose per bene ci vuole molto tempo e quindi credo che mi servirebbe un altra vita per fare altro e farlo davvero bene.
Un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Ci sono tantissimi artisti e personalità del passato che vorrei incontrare e a cui vorrei fare domande, dico solo tre nomi: Ingmar Bergman, Janis Joplin, Salvador Dalí.
Su cosa stai lavorando in questo periodo?
In questo momento sono impegnata in una collaborazione che vedremo completa tra qualche mese. Vorrei dedicare questa estate alla bozza di un progetto editoriale, una cosa che mi ha sempre affascinata ma alla quale non ho mai avuto il tempo materiale di dedicarmi.