Un esercizio concettuale di meta-pittura incredibilmente dettagliato e ricco di citazioni storiche reali che ci fanno rivivere il punto di vista dell’artista che lavorava in quel luogo.
Con le sue opere Damian Elwes ci teletrasporta nel punto e nel tempo esatto in cui gli artisti hanno dipinto i grandi capolavori dell’arte moderna, riprodotti fedelmente e circondati da pennelli ancora freschi di colore. Allo stesso tempo le sue tele sono un viaggio sentimentale ricco di emozioni, appassionato e coinvolgente, dove ogni particolare è una traccia di vita personale che possiamo condividere, così come la luce e il paesaggio che talvolta vediamo da una finestra, tanto che ci sembra di respirare la stessa aria che respirava l’artista.
“Per me, lo studio è una metafora di tutta la creatività umana. Mi considero un narratore che ama l’arte e la storia. I miei dipinti scrutano gli spazi privati dove gli artisti hanno usato la loro creatività e immaginazione per cambiare il modo in cui percepiamo il mondo.”
Lo studio di Paul Cézanne ad Aix-en-Provence, Francia, durante la realizzazione di una delle tre versioni de Les Grandes Baigneuses, 1900 circa
Damian Elwes è nato a Londra ma risiede negli Stati Uniti, a Santa Monica, dove attualmente vive e lavora. In passato ha lavorato e soggiornato per sette anni in Colombia. Pur essendo figlio d’arte (il nonno e il padre erano ritrattisti) ha frequentato l’università di Harvard deciso a diventare un drammaturgo. Dopo gli studi viene assunto per lavorare a New York in un film del regista Sidney Lumet. Durante la lavorazione incontra Keith Haring, il quale gli fa scoprire i graffiti e incoraggia la sua passione per la pittura. Damian decide quindi di trasferirsi a Parigi per un paio d’anni dove “invece di andare alla scuola d’arte, cercavo gli studi degli artisti chiedendo loro se potevo dipingere i loro luoghi di lavoro“. La sua poetica nasce anche grazie al ricordo di ciò che Picasso disse una volta, ovvero che gli oggetti personali e il modo in cui gli artisti organizzano i loro spazi racconta tanto di quegli artisti quanto i loro dipinti. A tutt’oggi Damian afferma di aver dipinto circa 200 studi di artisti.
Lo studio di Keith Haring a New York
Damian passa molto tempo a fare ricerche sugli atelier che vuole dipingere e poi, quando possibile, li visita di persona. Ha avuto la fortuna di scoprire luoghi in cui gli occupanti non avevano idea che quello fosse lo studio di un artista famoso. Nell’arco della sua carriera alcuni li ha conosciuti di persona, come Andy Warhol, Keith Haring e Basquiat. Damian ritorna spesso e volentieri sugli stessi artisti, ricostruendo i loro diversi spazi creativi, come nel caso di Picasso o di Matisse; per quest’ultimo si contano almeno una dozzina di lavori nell’arco di quindici anni. La tecnica che usa è l’acrilico su tela per le grandi dimensioni e il guazzo su carta per i formati più piccoli.
Lo studio di Henri Matisse a Collioure, Occitania francese, nel 1906
Un lavoro “immersivo” che esprime totalmente l’obiettivo di Damian è la sua ricostruzione degli ambienti della Villa “La Californie” a Cannes, occupata da Picasso dal 1955 al 1960. Il complesso pittorico è composto da otto pannelli quadrati accostati, che si sono sviluppati sulle tre pareti della sala espositiva di San Francisco, in occasione di una mostra del 2019: un video documenta la sua realizzazione. Questa di Damian è una soluzione “avvolgente” simile a quella de Les nymphéas (1895-1926) dell’ultimo Monet, quasi cento metri lineari di pittura distribuita su ventidue tele, che l’artista donò alla Francia dopo l’armistizio dell’11 novembre 1918 e tutt’ora esposta al Museo dell’Orangerie di Parigi dal 1927.
Ambientazione espositiva del ciclo di otto pannelli che ricostruisce le varie sale della Villa “La Californie” a Cannes, usate come studio da Picasso dal 1955 al 1960
I pannelli centrali 4 e 5 che ricostruiscono lo studio di Picasso alla Villa “La Californie”
L’ottavo e ultimo pannello che ricostruisce lo studio di Picasso alla Villa “La Californie”
In questo documentario lo vediamo all’opera mentre ricrea lo studio dell’artista pop Roy Lichtenstein. Scoprite tutte le altre “ricostruzioni” sul suo sito e seguite gli aggiornamenti su Instagram.