Nelle illustrazioni di Enrico Focarelli Barone, in arte Frelly, i personaggi e i colori hanno la stessa vivacità mediterranea della sua terra d’origine e riescono a mostrare sempre l’aspetto positivo delle cose.
Uno stile fresco e ammiccante, dal taglio concettuale, che si adatta in maniera versatile sia ai lavori su commissione che a quelli personali. In molti di essi, Enrico va alla ricerca di un angolo di cielo che lo riporti con la mente alla sua infanzia e lo riavvicini a se stesso e al mondo. Ovunque prevale una punta di ironia e di scanzonata allegria che invita a non prendersi troppo sul serio e a ricordarsi di vivere il presente.
Di recente ha illustrato In viaggio con l’arte, un progetto editoriale della Società Dante Alighieri, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Officine 06, uscito sul finire del 2020 e rivolto soprattutto agli studenti stranieri. Dieci racconti a fumetti, ambientati nelle principali città d’arte italiane, per scoprire l’eccellenza, l’unicità e la ricchezza del patrimonio linguistico e artistico italiano. Qui potete vedere l’anteprima di qualche pagina.
Ho voluto scoprire qualcosa di più su Frelly nell’intervista che segue.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Enrico Focarelli Barone
Data di nascita: 4 Gennaio 1990
Professione: Illustratore
Luogo di residenza: Roma
Sito web: enricofocarellibarone.com
Facebook: Enrico Focarelli Barone
Instagram: @fr3lly
Behance: frelly
Ciao Enrico e benvenuto su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Chi sono? Esiste una risposta giusta a questa domanda? Direi… un illustratore! Lavoro come freelance ormai da molti anni. Catanzarese di origine ma romano di adozione.
Quando e come è nato lo pseudonimo Frelly?
Beh, un cognome come Focarelli Barone è abbastanza impegnativo. Suppergiù nel lontano 2004, dopo una serie di tentativi fallimentari e di soprannomi improponibili, i mei amici decisero, all’unanimità, che Frelly sarebbe stata la crasi perfetta per abbreviarlo. Così, dopo una chiacchiera al bar, è nata la mia firma d’artista: un nome breve, semplice e fortemente legato ad una fase importante della mia vita.
Il primo disegno che ricordi?
Oddio, qui bisognerebbe entrare nel famosissimo palazzo dei ricordi ed aprire qualche stanza impolverata. Scherzi a parte, ricordo che da bambino mi piacevano molto i dinosauri, avevo quasi una decina di libri sull’argomento. Il T-Rex era chiaramente uno dei miei soggetti preferiti e credo di averlo disegnato un po’ in tutte le salse. Il mio tallone d’Achille erano sicuramente… le zampe!
Le tue fonti di ispirazione?
Mi piace lasciarmi ispirare da tutto ciò che mi circonda, persone, luoghi, sensazioni, profumi, luci, ombre… ma trovo anche che guardare i lavori di altri artisti sia un’ottima fonte di ispirazione. Capire come un altro illustratore abbia sintetizzato/tradotto un concetto in immagine, è un forte stimolo per poter sviluppare nuove idee.
La musica ti aiuta a lavorare? Quale genere preferisci?
Per me la musica è parte fondamentale del processo creativo. È il collante che unisce la parte visiva a quella sensoriale, capace di trasportarmi in quei mondi fantastici che poi cerco di riportare nei miei lavori. Non disegno mai senza musica, mi aiuta a concentrarmi ed è un’ottima compagnia in un lavoro che altrimenti sarebbe un po’ solitario. Ascolto un po’ di tutto, dal brit pop al country, dall’intramontabile jazz al più moderno indie. In verità ho un debole particolare per la canzone italiana di una volta: Tajoli, il Trio Lescano, De Andrè, Tenco, Rino Gaetano ecc.
Rino Gaetano
Hai un’illustrazione alla quale sei particolarmente legato?
Sono particolarmente legato a quella intitolata “Peace of mind”. Per me non è solo una semplice illustrazione. C’è tutto un mondo dietro fatto di ricordi, di vita, di spensieratezza, di casa. Rappresenta uno scorcio della mia infanzia, un assaggio della bellissima baia di Caminia, in Calabria, dove in un classico pomeriggio di giugno regna la quiete, la tranquillità e dove il fruscio del vento, caldo, ti culla insieme al rumore del mare mentre qualcuno comincia ad aprire i primi ombrelloni. Ogni volta che la guardo vengo teletrasportato a quell’esatto momento.
Peace of mind
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Anche qui, ahimè, fare una selezione è molto difficile. In giro ci sono tanti validi illustratori, se dovessi sintetizzare un podio per utilizzo del colore, sintesi e stile, direi: Riccardo Guasco, Andrea Ucini e Stephan Schmitz.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Vorrei tanto che la mia scrivania fosse come quelle di molti designer: super ordinate, simmetriche e senza una carta fuori posto. La mia non rientra decisamente tra queste. Un computer, un iPad, una stampante, una classica luce da scrivania IKEA e qualche post-it qua e là. Ma a me va bene così, mi piace pensare che da questa piccola postazione prendano vita progetti, pensieri, illustrazioni capaci di arrivare fin dall’altra parte del mondo.
Se non fossi un artista cosa ti piacerebbe essere?
Mi piacerebbe saper cantare, magari suonare in una band. Ma anche questa è una forma d’arte, no? Piccolo aneddoto: nel 2007, durante un progetto di musica nei licei, io ed altri amici abbiamo avuto la fortuna di essere stati selezionati da Mogol per fare un’esperienza presso la sua accademia “CET” in Umbria. All’epoca suonavo la batteria, da autodidatta. Fu una bellissima esperienza che custodisco con affetto. Non capita tutti i giorni di conoscere persone del calibro di Mogol che hanno fatto la storia della musica leggera italiana. Flashback a parte, per evitare di beccare denunce da parte dei condomini, ho in seguito abbandonato la batteria in favore della chitarra. La strimpello tuttora.
Clouds – illustrazione selezionata tra le finaliste al concorso Tapirulan 2020
Un artista o un personaggio del passato o del presente che ti piacerebbe incontrare di persona?
Se fosse ancora in vita, sarebbe un enorme privilegio poter conoscere John Lennon. Sì, forse un po’ scontato, però diamine, John Lennon! Sono da sempre un grandissimo fan dei Beatles.
A cosa stai lavorando in questo momento?
Ho appena finito di lavorare ad un progetto molto interessante che mi ha impegnato in questi ultimi mesi. Per ora non posso svelarvi i particolari, ma come piccolo spoiler: Ippolito 1845, una delle più antiche cantine storiche del Cirò. Spero, tra non molto, di dirvi qualcosina in più. Come si dice in questi casi, stay tuned!
Le immagini di questo articolo sono state scelte personalmente da Enrico.